• Giorno 19 •

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JOSEPHINE

9:35am
Ok, non reggo l'alcol. Ieri sera avrò bevuto due bicchieri, pieni devo dire, di Jack Daniels o come lo chiamano i ragazzi: zio Jack. Ho un mal di testa infernale quindi mi alzo dal letto, lasciando quel meraviglioso calduccino che si è formato sotto le morbide coperte, e vado a prendere un aspirino. Forse così passerà...speriamo, almeno.
In cucina trovo Duff che si gode una tazza di caffè bollente, appena mi vede entrare mi guarda e mi sorride facendomi un segno della testa come saluto.
"Ti senti male?" dice accorgendosi che barcollo, si alza e mi da una mano a sedermi su una sedia.
"Grazie..." mi gira la testa. "Ieri sera quella roba mi ha fatto male." confesso tenendomi sollevata la testa con una mano, il braccio appoggiato al tavolo.
"Capisco, le prime volte fa questo effetto. È forte come alcolico, per una che non è abituata a bere è naturale." mi spiega, si siede su una sedia davanti a me.
"Sai come far passare questo inferno?" chiedo esasperata, non ce la faccio più.
"Stai calma, ho io la cura adatta a te." mi prende a braccetto e mi dirige verso la mia stanza quando in corridoio incontriamo Saul.
"Cosa sta succedendo?" chiede guardandomi in faccia, mi guarda come se fossi morta.
"Si sente male, gli ha fatto male lo zio jack." gli spiega Duff, intanto sento un conato di vomito.
"Sbrigatevi!!! Devo vomitare!" mi lamento ma subito dopo cedo, cado in ginocchio sul pavimento freddo e comincio a sboccare. Non ce la facevo più!! Dopo che ho finito mi sento decisamente meglio, mi asciugo ai lati della bocca e mi alzo."D-devo pulire." dico, mentre cerco di andare a prendere l'occorrente nel piccolo sgabuzzino quando Duff mi afferra per un polso e mi blocca.
"No. No. No! Tu non vai da nessuna parte! Ora TU." intende me. "Vieni con ME che ti porto nel tuo lettino, è un obbligo!" mi afferra per un braccio e si dirige verso la mia stanca, mi fa stendere nel letto e, dopo avermi rimboccato le coperte, scocca un bacio sulla mia fronte poi se ne va lasciandomi riposare. I miei occhi si lasciano andare, mi rilasso sempre di più fino a quando mi abbandono al sonno.

~

E così, dopo aver accompagnato a letto Jo, Duff cominciò ad armarsi di stracci e secchi e pulìla pozza di vomito che giaceva in mezzo al corridoio.
Quando Steven si svegliò era felice: del resto era la vigilia di Natale! Si alzò dal proprio letto, stando attento a non sbattere in quello di Izzy - che stava ancora dormendo - e si avviò lungo il corridoio quando vide Duff pulire una pozza di qualcosa di viscido, puzzolente e giallognolo.
Si tappó il naso. "Ehh!" si lamentò schifato. "Hai sboccato, man?" chiese oltrepassando il biondo e cercando di non calpestare quella schifezza a piedi nudi.
"No, è stata Jo." spiegò tirandosi in piedi, si passò il doroso della mano sulla fronte per asciugarsi il sudore. Era proprio sodfisfatto del suo lavoro, ora il pavimento era splendente.
"Oh..." levò le mani dal naso, era preoccupato. "Cosa è successo alla piccolina?"
"Ha bevuto troppo zio jack." gli rispose.
"Ma ha bevuto solo due bicchieri?!"
"Pieni!" lo contraddì Duff.
"Si, e allora? Hai visto dopo come era felice?" gli fece notare.
"L'ho vista, c'ero anch'io! Ma non è questo il punto! STA. MALE.!!!"
"Si...mi prepari la colazione? Voglio latte e biscotti, quelli pieno di goccie di cioccolato!" disse Steven affamato, intanto saltellava contento e batteva le mani.
"Ok..." disse sconcertato Duff, girò i tacchi e andò in cucina. "Però non ci sono quei biscotti, ci sono quelli al miele!" lo informò.
"Cosa?! Maledizione!" battè un pugno sul tavolo, facendo l'uomo. "Ma io volevo quelli con la cioccolata!" piagnucolò nascondendo il viso tra le braccia incrociate appoggiate sul tavolo, rieccolo come un bambino.
"Mi dispiace, amico." lo consolò Duff. "Aspetta...stai piangendo?!" gli chiese sconcertato.
'Come può piangere per dei biscotti?' pensò Duff.
"Perchè?! Uno non può piangere?" biascicò sempre con la faccia nascosta nell'incavo del gomito.
"Non per dei biscotti!" ridacchiò Duff, poi se ne andò lasciando solo Steven.
'E se mi cucinassi delle uova?' pensò Steven guardando nel vuoto con aria sognante mentre annuiva deciso. 'Meglio non far esplodere niente...di nuovo...'
E così il biondo afferrò il suo chiodo e partì verso una tavola calda. Si, avrebbe ordinato tripla porzione di uova e pancetta; l'unico problema era: dove avrebbe trovato i soldi?

Coinquilini per un mese [IN REVISIONE]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora