• Giorno 30 •

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Che cosa drammatica gli addii, in questo caso di questa storia anche perchè io non vi lascerò mai in pace!😈😂❤️ Ma godetevi quest'ultimo capitolo.❤️😄
Buona lettura!

JOSEPHINE

Ancora non posso crederci, non posso neanche pensarci che stasera se ne andranno, se ne andrà. Saliranno su un maledetto aereo al LAX e rimarrò sola con Barney, ritornerò alla mia routine: noiosa e sciatta senza nessun imprevisto.
Eppure eccomi qui, nel letto accanto ad un addormentato Slash che ci stò pensando.
Stamattina li aiuterò a risistemare la loro roba nell'appartamento ed oggi pomeriggio? Di sicuro prepareranno le valigie e non gli serverò più e loro non mi serviranno più a tirarmi su di morale, non ci saranno più.
Fisso il soffitto sopra di me finchè non lo sento muoversi e rigirarsi dall'altra parte continuando a dormire, facendo piano mi alzo. Lo guardo in piedi davanti a lui, sorrido sognante e me ne vado; mi stravacco sul divano, non ho il coraggio di accendere la tv e sentire cos'hanno da dire quegli stupidi telegiornali ma preferisco restare nel mio mondo dove per ora è tutto grigio e cupo. Dal corridoio vedo spuntare Steven con tutta la sua aurea di innocenza, mi sorride come fa un figlio alla propria madre e si siede accanto a me. Appoggia la sua testa sulla mia spalla e sospira profondamente.
"Cosa c'è, Steve?" gli chiedo guardandolo di sottecchi.
"Mi mancherai." confessa.
"Anche a me, mi mancherete tutti."
"Già..." sospira. "Mi fai la colazione?" riprende tutta la sua energia, alza la testa e mi guarda sorridendo.
"Ma certo..." dico scocciata, sospiro. "Sei sempre il solito, neanche l'ultimo giorno che stiamo insieme." mi lamento, mentre lo raggiungo in cucina.
"Vuoi che vada a fare colazione fuori?"
"No, no!" tiro in avanti le mani. "Mi farai un buco nel contocorrente, no grazie." scherzo anche se è la verità, gli preparo le uova. Quando ho fatto ritorno in camerama di Saul neanche l'ombra, mi stendo nella parte dove ha dormito e noto che è ancora calda. Mi ci raggomitolo meglio e chiudo gli occhi inalando il suo profumo, un misto tra fumo e miele. Il profumo dolce del miele che contrasta quello invadende e forte del fumo delle sue sigarette, adoro questo profumo; mi fa sentire a casa.
"Sei ritornata a dormire?" una voce che distinguo facilmente per il suo accento inglesequasi scomparso, sorrido senza aprire gli occhi. "Sei proprio una dormigliona." mi incalza. "Mi aiuti a portare la roba all'appartamento?" mi chiede e divento subito seria ma non mi muovo, rimango lì ferma. Lo sento avvicinarsi con i suoi passi felpati e lo sento sedersi accanto a me di conseguenza apro gli occhi e me lo ritrovo davanti, seduto sopra la coperta stringendola ancora di più contro il mio corpo. Si mette ad accarezzarmi i capelli e mi sorride con una lieve tristezza che riconosco benissimo. "Lo so che è dura, non solo per te ma per tutti noi. Ma se mi aiuti a mettere in ordine staremo ancora di più insieme e ti prego, non lasciarmi solo almeno in quest'ultimo giorno. Voglio passare il più tempo possibile con te." mi prega, annuisco trattenendo le lacrime a stento. Scanzo la coperta piegandola in un angolo ed esco da quell'atmosfera, mi infilo i pantaloni di una tuta che trovo sul pavimento, mi allaccio le scarpe e lo seguo sul pianerottolo ed infine nel soggiorno del loro appartamento che trovo diverso dall'ultima e prima volta in cui ci sono entrata. Prima di tutto il pavimento non è più allagato e il buco nel cartongesso è coperto da uno strato di intonaco, il divano è spostato sotto il buco tappato invece che nell'angolo dove era. Mi guardo intorno osservando l'appartamento quando sento la voce di Slash chiamarmi, non mi ero accorta di essermi fermata.
"Si?" dico.
"Vieni?" annuisco e lo seguo fino alla sua stanza, entro dopo di lui notando i poster di Jimi Hendrix e Jimmy Page attaccati alle pareti come farebbe un adolescente. La rete del letto è accatastata in mezzo alla stanza, alla sua destra c'è un armadio a due ante chiaramente vuoto. Comincio a riempire il mobile di legno con vestiti del riccio quando Duff e Steven irrompono nella stanza lasciando il materasso del riccio sulla rete facendo stridere le molle, Slash li ringrazia e poi se ne vanno. Sarà un lungo lavoro...

6:45pm
La giornata è passata in fretta, più di quanto mi aspettassi. Le stanze sono di nuovo in ordine – nel loro appartamento –, le valigie sono pronte e anche loro lo sono. L'aereo partirà tra un'ora così saliamo sulla mia auto, carichiamo le loro valigie nel portabagagli e partiamo diretti verso il LAX. L'atmosfera in macchina è cupa, in sottofondo solo la canzone Monkey Gone to heaven dei Pixies ad un volume minimo, nessuno che litiga o che farnetica di qualche cazzata. Che tristezza, sembrano tutti cambiati ed ho paura che quando torneranno lo saranno ancora di più.
Siamo arrivati nel parcheggio, trovo subito un posto auto. Scaricano i bagagli e ci incamminiamo all'entrata dove li aspettano il loro agente ed altre persone che non conoscono, li salutano ed io faccio lo stesso con un sorriso.
"Josephine...possiamo parlare?" mi chiede Saul, mi prende per mano e mi porta nel bagno degli uomini.
"Ehm, Saul..."
"Non me ne frega un cazzo! Ora voglio solo parlare con la persona che amo." chiude a chiave la porta, annuisco pronta ad ascoltare il suo discorso. "Non so come cominciare, ma ti amo da morire! Mi mancherai tanto, tantissimo!"
Comincio a piangere. "Anche te, Saul. Ti aspetterò."
"Anch'io, amerò solo te. Te lo giuro."
"Anch'io."
Questa è l'ultima cosa che ci siamo detti, dalle vetrate li ho visto salire in quel fottuto aereo dove sono spariti trasformandosi dai ragazzi di periferia a rockstar di fama.
Ti aspetterò Saul, spero che anche tu lo farai.

Ragazzi!!!😭😭😭 Questo era l'ultimo capitolo, mi dispiace tanto ma prima o poi doveva accadere. È tutta l'estate che aggiorno e devo dite che mi siete sempre state accanto, mi avete sostenuto e per questo volevo ringraziarvi a tutti .
Grazie mille!❤️
Giulia❤️❤️❤️❤️❤️

Coinquilini per un mese [IN REVISIONE]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora