Alissa's.
Ero andata di nuovo in quel posto, quello di Luke.
Mi dava pace stare lì, sul cornicione del tetto, il vento che mi sfiorava i capelli, era tutta una cosa nuova.
Luke, la paura che lui mi avesse trovata lì stava crescendo in me, attimo dopo attimo, ma adesso non me ne importava.
Non mi importava più nulla ultimamente, non avevo sentito mio padre, le cose stavano degenerando silenziosamente.
Speravo solo in una cosa, che mia madre sarebbe ritornata, come allora dormivo con la porta aperta per la paura che mia madre sarebbe potuta tornare, io non volevo perdere questa speranza.
Ma mia madre, non c'era più, era inutile continuare a sperare qualcosa del genere, non posso chiedere a chiunque ci sia lassù di portarla indietro, di ridarmela.
Mi mancava, e di lei avevo solo questa mancanza.
"Fa male, lo so." Mi voltai agitata nel vedere Luke, chi diavolo se l'aspettava. "So parecchie cose su di te, Alissa, devi farlo uscire." Risi, mi venne spontaneo, ovviamente prendendolo in giro. "Ti nascondi dietro una maschera che non vuoi, devi smetterla, fallo uscire Alissa, o morirà dentro di te e prenderà il tuo posto per sempre." Perché non la smetteva di parlare?
"E tu che ne sai?" In due mosse mi trovai sotto il suo sguardo attento a due metri di distanza da lui.
"Ho perso mia mamma per il mio sedicesimo compleanno." Lo disse talmente tanto tranquillo che mi fece paura, quella allora per lui era diventata abitudine. "Mi svegliavo la mattina mettendo la migliore maschera da mostro che avevo e facevo di tutto per diventarlo." Il mio respiro si bloccò vedendolo camminare verso di me. "Sapevo che quel vuoto avrebbe trovato casa dentro di me per sempre, quindi l'ho accolto." Sentivo il suo respiro sul mio viso.
"E tu?" Chiesi volontariamente.
"Io cosa?"
"Sei diventato il mostro di cui avevi paura?" I suoi occhi sembrarono incupirsi, quel ghiaccio acceso aveva abbandonato le sue iridi lasciando posto ad un blu puro, un blu ghiacciato, un blu nero cattivo.
"Io lo sono." Rispose sorridendomi. Era un sorriso cattivo, un sorriso vero, degno e fiero. "Solo, non voglio che tu lasci posto al tuo mostro, per mandare via l'anima pura che hai." Sembrò tornare in se e le mie mani furono intrappolate dalle sue.
"Ti fa sentire bene?" La mia voce era bassa, ed il suo respiro si fece più pesante, una mano si posò sul mio petto e lui sorrise benevolmente.
"Lo senti? Dietro quei battiti c'è ancora vita." Improvvisamente una sensazione di pace e timore si mischiarono insieme ed il mio subconscio non resse tutto quello che stava accadendo.
"Forse è meglio la vita di tutti i giorni." Parlai allontanandomi da lui, dal suo corpo, dalla sua anima e dalle sue paure.
"No!" Afferrò il mio braccio cercando di non implorarmi. "Non lasciare che lui prenda il tuo posto." Mi avvertì con una voce piena di dolore, ma ormai era troppo tardi, per me era una routine.
"Troppo tardi." Scappai via, come la prima volta e so anche che non sarebbe stata l'ultima. Nessuno aveva mai osato parlare alle mie emozioni ed arriva il mostro con la maschera da bel ragazzo di turno e ci riusciva? Stenderò un velo pietoso per la mia scarsa capacità nell'auto gestirmi.
—
Erano le nove, avevo fame ed ero annoiata, non volevo di nuovo immergermi nei miei stupidi pensieri. Quindi iniziai a vestirmi, presi degli skinny neri infilandoli velocemente, una maglia bianca fu inserita su per il mio busto.
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Mnemophobia » Luke Hemmings. #Wattys2016
FanfictionE se la paura di ricordare potesse esistere? «esiste la paura dei ricordi?» chiese annoiato dai miei lunghi discorsi. «credo... credo di sì, vediamo...» cercai nell'innumerevole elenco e poi la vidi, ma il ragazzo dagli occhi cristallini la lesse pr...