24. XXIV. We Can't.

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No pov's person.

Quella mattina dormirono abbracciati, così incasinati, il ragazzo dai capelli biondi e la biondina che si scuriva per apparire diversa.

Lui le cingeva i fianchi come se fosse qualcosa di personale, di suo.

Lei invece si appoggiava ad esso, come se non dovesse fare a meno dei suoi battiti.

Entrambi due casini madornali, riuscivano a completarsi, due cuori infranti, tirati via dalle macerie, stavano riprendendo a battere ed entrambi cercavano di ricucire le loro crepe.

Anche quando le crepe si allargavano a causa delle paure di entrambi.

Alissa si era svegliata adesso e guardava come il suo petto potesse alzarsi ed abbassarsi così lentamente.

Era un angelo, aveva pensato.

Da come lo guardava si vedeva lontano un miglio che le potesse fare anche male il cuore.

"Svegliati Hemmings." Gli aveva detto piano all'orecchio ed un Luke sorridente si voltò verso di lei, erano tornati alle stesse postazioni.

Luke voleva qualcosa, ma non credeva meritarsela.

Alissa desiderava quel qualcosa, ma non credeva di volerla.

"Sono sveglio, Irwin." La prese in giro stiracchiandosi. "Ieri notte abbiamo riso." Aveva ricordato il ragazzo, lei rise nuovamente.

"Che diavolo ti era saltato in mente? Un Hemmings alle prime armi!" L'aveva deriso la ragazza che adesso si era immersa nella sua risata così limpida.

"Mi avevano costretto, Irwin, e tu mi hai salvato." Luke aveva ricordato che la notte prima Alissa aveva salvato la sua reputazione, avevano detto al ragazzo di tirare dal bong, quando è arrivata Alissa a salvarlo, facendolo lei per lui.

"Credo ti avrebbero ritrovato in un angolo a cantare, nudo «oh happy day» per almeno il resto della serata." La ragazza si era accasciata sul corpo di Luke e rideva, rise così tanto da non riconoscersi.

"Avresti riso di me?" Chiese lui facendo il finto offeso e la ragazza si tenne le risate per se.

"Solo un pochino." Rispose al ragazzo che adesso la guardava con gli occhi dell'amore, credeva di averla scampata ma quella sensazione di benessere era tornata a far capolino sul suo petto.

"Sei una cattiva compagnia." Si alzò portando le sue mani verso il batuffolo che stava scodinzolando. "Credo abbia bisogno di un po' d'aria, che dici Irwin?" Chiese il ragazzo alla ragazza che adesso aveva sorriso guardandolo.

"Non ridere di me." Aveva detto Alissa in preda all'agitazione. Era caduta davanti al ragazzo con gli occhi di ghiaccio ed aveva una paura tremenda della sua risata. Le mandava il cervello in corto circuito.

Il ragazzo le aveva mostrato la mano, cosicché lei potesse afferrarla e facendola alzare Luke si ritrovò ad osservare ogni singola mossa goffa che faceva.

Ed aveva iniziato a ridere mentre la ragazza roteava gli occhi prendendo un pezzo di legno per poi lanciarlo lontano, il piccolo batuffolo pieno di peli vagava per il freddo bosco alla ricerca del legnetto.

La risata del ragazzo echeggiava per tutto il bosco quando Alissa presa di nervi lo spinse, il ragazzo perse l'equilibrio cadendo fra le foglie.

"Sei ridicolo." Lo prese in giro lei, mentre fingeva di ridere, esso senza farsi notare le aveva tirato la caviglia, facendola cadere accanto a lei.

"Sei ridicola." Le aveva detto, e lei aveva sorriso. Due ridicoli disastri.

"Siamo sulla stessa lunghezza d'onda, suppongo." Le aveva detto Luke e lei stette per rispondere ma una palla di pelo aveva appena iniziato a leccargli la faccia.

"Il Karma." Aveva risposto lei.

"Sembra che stia succedendo di nuovo..." aveva detto lui, mentre la ragazza cercava di alzarsi grazie all'aiuto di Luke.

"Cosa?" Sussurrò spaventata.

"Tutto questo..." indicò l'aria circostante e lei sapeva a cosa si stesse riferendo. "Non che mi dispiaccia." Continuò sorridendo alla ragazza che adesso era pensierosa. "Non litighiamo, per favore, guarda come stiamo bene così." Le ricordo Luke ma lei ostinatamente fece alimentare la sua rabbia al ricordo di stare bene con lui.

"Non possiamo." Continuò incamminandosi verso l'auto.

Luke aveva annuito, ricordando quanto esasperante fosse parlare con quella ragazza.

"Già, è sbagliato." L'aveva presa in giro, camminando anche lui verso l'auto.

Pablo era saltato fra le braccia di Alissa e lei lo teneva stretto a se, fino a che non fu seduta all'interno del veicolo.

Non spiccicarono parola, e quel sabato mattina aveva mandato tutto all'aria, come sempre. Quei ragazzi ridicoli che segretamente si innamoravano.

Adesso Alissa dopo essere stata scortata in camera da lui, decise di perdersi, andando da qualche parte, magari a parlare con Michael.

Ma Luke l'aveva guardata di sfuggita mentre andava via, e avrebbe voluto fermarla.

Lei avrebbe avuto bisogno di quello.

Di un freno.

Invece no, lei era tutta sbagliata, una strada piena di fossi, dove anche la guida ti suggeriva di evitarla.

Dovevamo per forza entrarci tutti in quella strada assassina, tutta sbagliata, ma lei era quello che voleva lui.

E lei ne aveva bisogno.


STALKERATEMI

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