31. XXXI. 13 November.

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Playlist: Beautiful Birds — Passenger
Birdy — Wild Horses

[Alissa's.]

Era il giorno del ringraziamento ed io non avevo proprio intenzione di andare a casa di Luke. Non ci parlavamo più, nessun tipo di parola, neanche il fatidico "ciao", avevo distrutto tutto e ne ero consapevole all'osso. L'ho voluto io, perché tutto quello che ho posso solo distruggerlo.

Luke era ormai una cosa destinata al dimenticatoio, ma mai avrei dimenticato i suoi occhi, mai.

Quindi decisi che quel giorno avrei proferito parola, dicendogli che non sarei andata a festeggiare il ringraziamento con loro.

Ero seduta sulla sedia della mia scrivania, rileggendo il romanzo della mia vecchia amata professoressa, la Yang.

Poi qualcuno si intrufolò nella serratura disturbando me e la mia lettura mattutina, era un paio di giorno che non mi drogavo, in questi tempi ero piuttosto lucida quindi mi sarebbe stato facile declinare l'invito, avrei potuto declinarlo anche in dieci lingue diverse.

Ma quando i miei occhi incontrarono la persona che ebbe varcato la soglia della porta, allora focalizzai che non fosse stato Luke.

"Non hai ancora fatto la valigia?" Michael aveva iniziato a starnazzare per tutta la stanza, chiudendo alle sue spalle la porta. Ma come diavolo poteva essere che tutti avessero la chiave di quella stanza? Solo allora mi accorsi di un Michael impazzito davanti al mio armadio aperto che armeggiava con i vari maglioni e jeans.

"Non verrò, Clifford." Dissi semplicemente e la sua risata snervante arrivò ai miei timpani, credeva stessi scherzando.

"Luke non..." cercò di parlare, ma lo bloccai in tempo chiudendo entrambe le ante del mio armadio.

"A Luke non importa." Sbraitai, sedendomi poi sul letto. "Basta con questa storia, Michael." Lo rimproverai a fatica, quando i suoi occhi si abbassarono verso le sue mani, ricordai che lui non c'entrasse nulla con quella storia. "Non verrò e basta, divertitevi senza di me." Michael stette in silenzio per un tempo indefinito ed io non gli regalai nessuno sguardo.

"Luke non te la perdonerà questa." Sentenziò tornando il Michael testardo che conoscevo.

"Perché non riesci a capire che a Luke non importa più nulla di questa situazione? Ho anche visto la domanda scritta per cambiare dormitorio!" Urlai stavolta alzandomi e trattenendo tutto il dolore che mi portavo dentro da due settimane o più.

Michael portò una mano alla bocca, stringendola saldamente.

A causa della mia frase urlata a polmoni pieni, non udimmo che una chiave aveva girato nella serratura, rivelando poi una testa bionda far capolino con un borsone vuoto su di una spalla. Lo stesso borsone in cui c'era stato Pablo il giorno in cui lo portò qui.

"Luke cosa...?" Si intromise poco dopo il ragazzo dagli occhi oceano mare, mentre posava il borsone sul letto.

"Luke... Alissa... beh, lei..." Michael stava annaspando fra una parola e l'altra mentre il ragazzo mi aveva degnato di uno sguardo dopo due settimane, uno sguardo di indifferenza. "Non vuole venire..." finì subito dopo distogliendo lo sguardo da quello del ragazzo e riportandolo su di me, come per scusarsi.

Luke assunse un espressione neutra, come se fosse stato naturale, scrollando le spalle.

"Avevo promesso a Diana che ti avrei portata con noi, l'invito è indeclinabile." Parlò con talmente tanta freddezza per poi girarsi e buttare due cose a caso dentro al borsone. Ormai era solo una questione di presentazioni e poi addio, non ci saremmo rivisti mai più.

Mnemophobia » Luke Hemmings. #Wattys2016Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora