[Alissa's.]"Cos... non ci credo! Oh mio dio." Michael quel pomeriggio, il giorno dopo della cena era seduto sulla sedia e si era alzato per il troppo stupore. "Ti ha baciata?" Aveva urlato una seconda volta e a quelle parole il mio cuore si spense.
"Smettila di urlare, sembri una ragazzina isterica!" Lo avevo preso in giro ridendo.
"In realtà in questo momento mi sento una ragazzina isterica, raccontami tutto!" Urlò nuovamente guardando con occhi curiosi la ragazza che aveva davanti.
Avevo risparmiato i dettagli del cuore e le emozioni, perché quelli non facevano per me.
Poi il grigio, guardai altrove e fuori dalla finestra era tutto grigio.
Avevo sempre visto tutto bianco o nero, ma non mi ero mai accorta che non esistevano solo tonalità di nero, fra di esso esisteva il grigio, ed esso era illeso, apatico ma pieno di una storia tutta sua.
Luke Hemmings era il grigio.
"Non dirlo ad Ashton..." aveva accennato il mio amico dalla testa rossa, io mi accigliai. "Non credo ne sarà felice." finì il ragazzo che adesso si era alzato per accarezzare Pablo.
"Non lo farò." Dopo aver detto quell'ultima frase, era tutto sparito, ero sola e Michael era andato via da una manciata di minuti.
Luke non c'era quel giorno, non sapevo dove fosse, sapevo solo che dopo quel bacio avevo visto un suo sorriso sfocato la mattina seguente e poi il grigio.
Grigio.
Improvvisamente i miei spasmi di tristezza bussarono alla porta ed io acconsentì a quella sensazione, era come la prima volta.
Le mie mani tremarono mentre aprivo il cassetto, dovevo farlo come ogni giorno.Vagavo fra i vari medicinali, poi trovai una bustina, avevo dimenticato che quello non era solo il cassetto delle medicine per la mia ansia, per la mia tristezza, era anche il cassetto della droga. La mia.
Polvere bianca che all'apparenza poteva sembrare solo farina o qualcos'altro, calcestruzzo, tutto il possibile.
Ma essa non era nessuna di quelle, era cocaina, la mia.
Vi misi una striscia, non asimmetrica sul dorso della mano e la portai vicina al naso.
Ed inspirai velocemente, la mia testa era già diventata magicamente più leggera del solito.
Avevo solo alimentato la mia tristezza, con le mani tremolanti pulì il mio naso dai residui, posando anche il restante di essa dentro al cassetto.
Un immagine sfocata di me e mia madre fece capolino nell'oblio della mia anima, nessuno riusciva a percepire tale mancanza.
Poco dopo la porta sembrò avere dei forti colpi, rimbombava, ma con un rumore ovattato.
Solo dopo focalizzai che qualcuno stesse bussando.
Mi precipitai accanto ad essa, non riuscendo a reggermi in piedi poggiai la mia mano sul muro, armeggiando con le dita sul pomello.
"Devi aprire la porta, Alissa." Era la voce di... familiare, ma la droga era in circolo ed io non ricordavo i dettagli.
Aprì infine la porta sbarrando gli occhi alla vista di Louis.
"Irwin, ho fatto un casino." Aveva detto ed io capì poco più del niente.
Poi, grigio.
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Mnemophobia » Luke Hemmings. #Wattys2016
FanfictionE se la paura di ricordare potesse esistere? «esiste la paura dei ricordi?» chiese annoiato dai miei lunghi discorsi. «credo... credo di sì, vediamo...» cercai nell'innumerevole elenco e poi la vidi, ma il ragazzo dagli occhi cristallini la lesse pr...