Playlist: Jason Walker — Everybody Lies
[Ashton's.]Vederla in quello stato mi fece ancora più male. Diana non meritava altro dolore.
"Michael portala via di qui." E così fece, mentre lei si dimenava sulla sedia.
Con il naso gocciolante di sangue andai verso il bagno, pulendomi.
Non potevo crederci, l'aveva fatto sul serio, era stata l'unica cosa a cui avevo chiesto di stare lontana.
Avevamo recuperato i rapporti, io e Luke, ma a quanto pare le vecchie abitudini non muoiono mai, pensai.
Mi faceva male il petto, tutto questo dolore non era fatto per me.
everybody lies, lies, lies,
is this only truth sometimesEra passata più di un'ora e di mia sorella non c'era neanche l'ombra, pieno di dubbi andai al piano di sopra per controllare cosa stesse succedendo.
Aprì la stanza degli ospiti e non vi trovai nessuno.
Quella mia e di Diana era l'ultima, al centro c'era quella di Calum e Michael, l'ultima in fondo a sinistra era quella di Luke.
Notai che era socchiusa, allora con un passo lento e felpato mi diressi lì.
Prima di aprire la porta, mi preparai mentalmente a delle scuse.
Dopo svariati minuti decisi di spingere l'unico involucro che ci separava e "Als mi disp—" quello che vidi mi fece rabbrividire.
Per la seconda volta nella mia vita il desiderio di morire fu superiore, fu la stessa sensazione dopo la morte di mamma.
Vedere mia sorella bucarsi un braccio con una siringa, mi fece accapponare la pelle.
[Alissa's.]
Chi ero io per far piangere mio fratello in quel modo? Ero un mostro.
"Come ha potuto?" Non capì se stesse parlando con me o con se stesso, la sua voce era così sfocata. "È stato lui, come ha potuto?" Strappò la siringa dal mio braccio e la lanciò da qualche parte.
Quando partirono gli spasmi Ashton singhiozzò.
"Luke non c'entra." Parlai a fatica sentendo le mie parole rimbombare. Ed era vero, quel giorno l'avevo fatto io, come una settimana prima, come tre giorni prima e come quel giorno.
Mi autodistrussi giorno dopo giorno.
"Ho iniziato dalla morte di mamma." Ed eccolo lì un altro spasmo, grattai la mia pelle ed iniziai a sudare freddo, sentendomi già in un posto lontano dalla mia mente, la mia anima stava abbandonando il mio corpo, rilassandosi. "cocaina, eroina, metanfetamina, pillole ansiolitiche, lsd..." mi abbandonai ad un approssimato spasmo e vidi Ashton inginocchiarsi ai piedi del letto per poi urlare.
"Perché Alissa? Perché?" Tutto il dolore che vidi nei suoi occhi fu l'ultima cosa della quale mi ricordai, prima di addormentarmi, stanca di tutta quell'adrenalina.
//dreams.
Camminavo in un parco, un parco a me familiare. L'erba sotto ai miei piedi era fresca, e non era droga, era un prato, un prato nella quale puoi distenderti e riposare fin quando vuoi.
«che ci fai qui?» una voce dolce, simile a quella di mia madre attirò la mia attenzione e così mi voltai, mi voltai a cercare qualcosa o qualcuno di familiare, ma nulla, continuai a vedere solo un prato vasto insieme al cielo immenso.
«tu... devi essere Alissa?» quella voce di nuovo, era nella mia testa.
Mi voltai ancora una volta, ma non c'era nessuna traccia.
«sono Liz, sei entrata in uno dei sogni di mio figlio.» chi era Liz e di cosa stava parlando?
«sono la madre di Luke...» ed a quel punto tutto fu più scuro ed io scappai da quel sogno svegliandomi.
Stava diventato tutto un caos.
Quando abbandonai la stanza ancora scossa dall'accaduto, scesi al piano di sotto attenta a non incontrare lo sguardo di nessuno.
Michael non mi guardò neanche, lui sapeva già ed era per questo che gli avevo mentito, sapendo che mi avrebbe guardarti con occhi diversi.
Dov'era Luke quando serviva?
Erano le otto di sera e la testa continuò a girarmi per svariati minuti così mi sedetti sulla poltrona adiacente a quella di Michael.
Chris venne ad accomodarsi sul divano posando il suo sguardo su di me.
"Quindi è vero?" Chiese dopo il ragazzo dagli occhi cattivi e l'attenzione Michael fu subito su di me, non avevo mai fatto caso ai suoi occhi grandi, lucidi e verdi, li aveva gonfi, rossi e con delle occhiaie di troppo.
Michael aveva pianto per me.
"Va a farti fottere, Chris." Mollai il ragazzo che aveva distrutto tutto ed il mio sguardo tornò sugli occhi tormentati del mio amico.
"Michael, io..." non seppi cosa dire mentre i suoi occhi mi scrutarono, poi si alzò camminando verso il giardino e lo seguì.
"Cosa tu? Non c'è più il «oh Michael mi dispiace», smettila. Ha fatto più male a noi che a te." Lo vidi voltarsi per guardarmi ed i suoi occhi stavano già riempiendosi di lacrime.
"Ma noi... qualsiasi cosa sarebbe successa... saremmo stati insieme, no?" Udì la sua risata, era poco più distante da me.
"Notizia flash: nessuno mi ha detto che tu fossi una tossicodipendente." Lo aveva urlato e quando lo fece lo guardai, per non dimenticarmi mai del mio amico e delle sue ultime parole, non dissi nulla, solo guardai lui e le sue lacrime cristalline rigargli il volto.
Mi voltai e non riuscì nemmeno a camminare, mi venne difficile con tutto quel dolore al petto, e non erano le droghe, era il mio cuore che andava in frantumi.
Lo sentì tirare su col naso ed allora mi fermai, accasciandomi sul prato per il troppo sforzo. Subito dopo due braccia mia avvolsero da dietro e delle lacrime bagnarono il mio volto.
"Mi dispiace..." sussurrò ed io chiusi gli occhi gustandomi quel bellissimo momento, non avrei voluto dimenticarlo mai.
"Adesso e..." parlai piano in attesa della sua risposta.
"Per sempre." Aveva sorriso, l'avevo sentito quel sorriso pieno di tristezza, ma io ero fatta così, niente avrebbe potuto cambiare le cose.
S/A:
Stiamo calmi, questo capitolo fa schifo in realtà, non ero dell'umore adatto, oramai è fatto.L'amicizia «Malissa» vi piace?
STALKERATEMI
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Mnemophobia » Luke Hemmings. #Wattys2016
FanfictionE se la paura di ricordare potesse esistere? «esiste la paura dei ricordi?» chiese annoiato dai miei lunghi discorsi. «credo... credo di sì, vediamo...» cercai nell'innumerevole elenco e poi la vidi, ma il ragazzo dagli occhi cristallini la lesse pr...