Playlist: Lucia — Yours (in ripetizione)
Buona lacrimazione!
Alissa's.
Il battito di Luke sembrò essere inesistente e le mie lacrime adesso stavano bagnando i suoi capelli.
«quello è il mio letto...» il suo sorriso sghembo lo ricordai come se fosse stato ieri.
«credo proverò a salvarti da quello che ti fai...» quel giorno lui aveva capito, e tutti i momenti dove i suoi occhi furono su di me li stavo rivivendo collassando fra le lacrime.
«questo non è il mio posto.» aveva riso per poi mostrarmi il tetto, uno dei giorni migliori della mia vita.
«Casa. Quando ho trovato questo posto l'unica cosa che ho pensato è stata: casa.» e lo vidi, nei suoi occhi quel giorno, quella era anche la mia casa.
«lei professoressa, ama l'amore?» ebbi la prova che Luke sarebbe diventato il tormento dei mie giorni.
«Ho perso mia mamma per il mio sedicesimo compleanno.» percepì la paura nelle sue parole quel giorno, la paura di non farcela, ed io adesso avevo una paura malsana di dover perdere lui.
«Tutti, ma non lui.» i primi scatti di gelosia o forse protezione, Luke ha sempre voluto proteggermi, ed io stavo afferrando i concetti solo in quel momento, fra le macerie di quella casa che andava a fuoco.
«Ma che ti salta in mente? Sei impazzita Irwin?» non voleva vedermi bere, vedermi cedere al mio male. Ha sempre voluto opprimere il mio dolore, allontanarlo da me.
«Smettila di scappare dalle situazioni...» io non scappavo dalle situazioni, scappavo da lui sapendo che sarebbe diventato lo sbaglio più grande e meraviglioso della mia vita. Perché lo sapevo già che lui sarebbe stato il mio disastro, il mio meraviglioso disastro.
«Perché mi cercavi?» quel giorno, quando fece a botte con Harry era vero che lo cercavo, lo cercavo perché avrei voluto solo per una volta, provare a salvarlo.
«Ehi, non abituartici Irwin.» come avrei potuto mai abituarmi a Luke? Come avrei mai potuto solo pensare di abituarmi? Luke aveva preso troppo spazio nella mia mente.
«Non farò il tuo nome, ma capirai.» le parole di Broken Home erano ancora incise nel mio cuore, sarebbe stato fin troppo difficile farlo uscire dalla mia testa adesso.
«Visiteremo insieme quella casa distrutta?» gli avevo risposto che era la mia anima e non dimenticherò mai quando lui mi rispose che l'avremmo ristrutturata. Adesso fin troppe lacrime avevano rigato il mio volto. Riuscivo a respirare malamente.
«Le domande le faccio io, Irwin.» quel giorno ci mise tutto se stesso nel farmi il lavaggio del cervello.
«Invece si, l'amore è come il gioco d'azzardo. Tu sei lì, stai lì, nessuno ti dice di alzarti e smettere, tutti ti guardano sperando che tu finisca i soldi, ma tu vinci. Non ti alzi finché non perdi.» troppo intelligente aveva trovato un argomento azzeccato, il gioco d'azzardo era fin troppo paragonabile all'amore e adesso io mi stavo giocando tutte le coppie, volevo rischiare.
«Guardami e dimmi cosa sono per te.» e quella volta fece colpo sul serio, mi confuse ed io mi abbandonai al desiderio di potermi innamorare di uno come lui.
«Tipo che ti piaccio?» ed il mio cuore pianse, Luke non solo mi piaceva, ma aveva preso posto nel mio aggeggio al centro del petto, Luke mi stava facendo innamorare.
«A casa. Torniamo a casa.» mi aveva detto dopo avermi tirato fuori dal bagno losco di Harry, ed era vero eravamo tornati a casa, lui mi aveva salvata.
«Io sono fatto così.» l'aveva ripetuto tre volte quella notte, inginocchiato davanti a me, stringendomi le gambe come per non farmi scappare ed iniziai ad innamorarmi di ogni suo lato. Anche quello più oscuro.
«Tu mi stai facendo qualcosa...» lui l'aveva già fatta a me ed il mio cuore sembrò cessare di battere per un paio di minuti.
«Tu mi stai cambiando.» quella notte credeva non l'avessi sentito, ma invece l'avevo fatto e ne ero profondamente felice, lui non riusciva ad esternare le sue emozioni ed io i miei sentimenti, quindi eravamo sempre sulla stessa lunghezza d'onda.
«Già. Magari non contava un cazzo quel "stanotte dormi con me?"» anche i ricordi brutti fecero capolino, e non me ne importava, erano tutti meravigliosi i momenti con lui.
«Non ve lo dirà, né a te e neanche a te Clifford, rassegnatevi.» perché sapeva che la causa era lui, lui lo sapeva sempre.
«Alissa, mi dispiace, io...» quando baciò Madison provò anche a scusarsi.
«perché mi hai chiamato, Irwin?» ricordavo bene il perché, mi mancava così tanto che avrei voluto urlarglielo, ma non lo feci.
«Già, è sbagliato.» mi aveva presa in giro anche quella volta, quando gli dissi che noi non potevamo innamorarci.
«Alissa è diversa.» aveva detto parlando al cellulare ed io mi innamorai di quelle parole.
«Sei tremendamente... bellissima.» mi aveva detto ed in quel momento singhiozzai dalle troppe lacrime.
«Mocciosa.» il suo sorriso sembrò così vero nella mia mente, così fresco che pensai di volerlo baciare, ma Luke adesso stava respirando a mala pena, era fra la vita e la morte ed io avevo avuto una delle mie crisi, non sapendo cosa fare.
«Sono il tuo stronzo preferito, però. Lo stronzo che ti piace, aggiungerei.» non sapendo più cosa fare afferrai il cellulare nella tasca di Luke e vagai fra i vari numeri in rubrica quando trovai il numero di Ashton, chiamai.
Uno, due, tre squilli e rispose.
"Luke?" Chiese confuso.
Ed io scoppiai in un pianto sonoro.
"Alissa? Alissa, perché piangi?" Nella sua voce trovai panico e avrei voluto che tutto ciò non fosse mai successo.
"Alissa rispondi, cazzo uccido tutti." Aveva urlato contro il cellulare.
"Dietro l'ufficio abbandonato, siamo qui." Dissi fra un singhiozzo e l'altro prima di attaccare.
Il suo volto era scuro, sporco di cenere, macerie.
Macerie, quelle che adesso stavano diventando frammenti di vita.
"Luke..." provai a chiamarlo, Luke non rideva, Luke era immobile, impassibile. I suoi occhi ancora chiusi mi fecero disperare, così decisi di sdraiarmi insieme a lui, di stringerlo fra le mie braccia.
Di farlo sentire al sicuro, protetto per una volta.
"Luke, ci sono io qui, con te. Non me ne vado." Parlai piano al suo orecchio prima di avvicinarmi e strizzando gli occhi ancora pieni di lacrime, lo baciai, pressai le mie labbra nelle sue e sperai che il silenzio avesse messo tutto a posto.
Baciai la mia unica speranza.
Luke era la mia unica speranza, l'unica cosa che adesso mi aveva fatto ritornare fra i vivi.
Luke era il mio meraviglioso disastro.
N/B:
Non so voi, ragazzuoli ma io quando l'ho scritto ero in una fontana di lacrime.Come state?
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Mnemophobia » Luke Hemmings. #Wattys2016
FanfictionE se la paura di ricordare potesse esistere? «esiste la paura dei ricordi?» chiese annoiato dai miei lunghi discorsi. «credo... credo di sì, vediamo...» cercai nell'innumerevole elenco e poi la vidi, ma il ragazzo dagli occhi cristallini la lesse pr...