Qualche mese dopo...
Mi giro e rigiro nel letto,sentendo una sensazione fastidiosa e di bagnato tra le mie gambe.
Mi alzo di poco ed accendo l'abatjour sul mio comodino.
Mi tolgo la coperta di dosso e controllo il materasso sotto di me notando che è bagnato.
Oddio,mi si sono rotte le acque.
Sgrano gli occhi e mi giro iniziando a scuotere il braccio di Trè,sperando che si muova a svegliarsi.
Da quando abbiamo saputo il sesso del bambino,quattro mesi fa,Trè si è trasferito nell'appartamento insieme a me così da poter starmi vicinl durante gli ultimi mesi di gravidanza. Ci siamo anche avvicinati molto e qualche volta sono scappati anche dei baci e le coccole.
Scuoto ancora più energicamente il corpo di Trè sentendo anche delle fitte iniziare ad espandersi verso il mio basso ventre.
Finalmente Trè apre gli occhi stropicciandoseli e girandosi verso di me.
-Jay,che succede?- sbadiglia
-Mi si sono rotte le acque,portami all'ospedale- una contrazione mi fa piegare dal dolore -adesso- ordino.
Trè sgrana gli occhi e salta giù dal letto mettendosi velocemente qualcosa addosso e venendomi ad aiutare per alzarmi,poi prende i borsoni e iniziando ad andare verso l'uscita.
Mentre usciamo poggio tutto il mio peso addosso a lui e respiro profondamente.
-Hey calma,respira. Tra un po siamo arrivati- nella macchina cerca di calmarmi mentre io sto sudando freddo.
Tra non molto tutto diventerà vero.
Saremo dei genitori con delle responsabilità e non potremo più fare quello che ci pare e piace.
Dopo una decina di minuti ci troviamo al pronto soccorso dove degli infermieri mi fanno stendere su una barella e mi portano in una stanza mentre Trè sistema tutti i documenti.
Quando arrivo in stanza delle infermiere mi aiutano a spogliarmi e ad indossare un camice,poi mi collegano a dei macchinari e vanno a chiamare la dottoressa Garcia.
Dopo qualche minuto arriva Trè con i borsoni e li poggia vicino ad un armadietto.
-Hey,come stai?- mi prende la mano e me la massaggia.
-Potrebbe andare meglio- sussurro stringendo gli occhi all'ennesima contrazione.
-Lo so,mi dispiace- abbassa lo sguardo
-Di cosa?-Chiedo confusa
-È colpa mia se sei in questa situazione...-biascica
-Adesso è un pò tardi non credi?-ridacchio guardando la sua espressione.
-Ho chiamato i ragazzi comunque. Saranno qui tra un pò- sbadiglia poggiando la testa sulle mie gambe.
È stanco,sono solo le 3:00 del mattino,ma anche io lo sono.
-Non è ora di dormire ragazzo,dobbiamo controllare tra quanto uscirà il bambino- un'infermiera paffuta quasi urla facendo saltare Trè sulla sedia confuso.
Trè si alza in piedi e si posiziona accanto al letto.
La donna viene verso di me e mi fa piegare le gambe,poi controlla di quanto sono dilatata.
Trè arrossisce e gira la faccia dal lato opposto e mi verrebbe da fare una battuta se solo non fossi in questo stato.
-Sei quasi pronta piccola,adesso ti prepariamo per la sala parto- mi annuncia e il panico inizia ad impossessarsi di me.
-Hey che succede?-Trè allarmato viene vicino a me
-Ho paura- dico respirando affannosamente.
-Non devi averne,sono qui con te- mi guarda negli occhi
-P-puoi venire in sala parto con me?- lo supplico con lo sguardo.
-C-certo- mi sorride***********************
Ho partorito da appena mezz'ora e finalmente mi riportano in camera,dove posso sistemarmi meglio.
Il parto fortunatamente è andato bene,doloroso ma senza complicazioni.
Trè è stato accanto a me per tutto il tempo,tenendomi la mano ed incoraggiandomi a spingere quando le forze mi stavano abbandonando.
Appena il bambino è uscito e lo abbiamo sentito piangere,lacrime di felicità sono scappate sia dai miei occhi che da quelli di Trè.
Il momento più bello però,è stato tenere il piccolino tra le mie braccia per la prima volta.
Avevo paura di spezzarlo per quanto fosse fragile.
Trè ci guardava con occhi lucidi e sorrideva accarezzando le piccole manine di nostro figlio.
È stata un'emozione indescrivibile,che solo chi è genitore può capirla.
Adesso nella stanza di ospedale sono da sola,aspettando che mi portino mio figlio.
Trè da quando è uscito dalla sala parto,non si è ancora fatto vivo,ma credo che sia andato a prendere qualcosa da mangiare o che sia andato a prendere una boccata d'aria.
Poggio la testa sullo scomodo cuscino e socchiudo gli occhi stremata,ho davvero bisogno di dormire.
Il silenzio purtroppo dura a stento tre minuti visto che un'infermiera entra in camera portandomi mio figlio che ancora non ha nome,aspetto Trè per darglielo.
-Eccoci qui- dice l'infermiera con voce mielosa,ed anche se ho una voglia matta di ammazzarla per aver disturbato il mio "sonno",sorrido alla vista del piccolo fagottino azzurro che c'è nella culla.
-Adesso il piccolo dovrebbe mangiare,te la senti?-mi chiede prendendolo dalla culla e venendo verso di me.
-Si però,n-non so come...-balbetto
-Non preoccuparti,ti aiuto io- sorride
-abbassa il camice- faccio quello che mi ha detto e poi mi porge il piccolo.
-Adesso giralo e vedi se si attacca-
Con delicatezza giro il bambino verso il mio seno,e come se fosse una calamita in poco tempo si attacca iniziando a ciucciare.
-Vedi?Sta mangiando- l'infermiera sorride ancora e io la guardo con gli occhi lucidi,ancora emozionata dai tanti eventi successi in così poco tempo.
Dopo qualche minuto passato a spiegarmi come fargli fare il ruttino e il resto,l'infermiera esce dalla stanza lasciandomi per la prima volta sola con mio figlio.
Appena finisce di ciucciare lo stacco da me pulendo la sua boccuccia e il mio seno,poi alzo il camice e lo scruto per bene.
Ha i capelli scuri ed abbastanza folti per essere appena nato.
Ha un nasino piccolo,l'ha preso da me ovviamente,e le sue labbra sottili sono ereditate da Trè.
Gli accarezzo delicatamente la sua guancia rosea facendogli il solletico,infatti sentendosi infastidito,apre gli occhi facendomi finalmente vedere il loro colore.
Sono enormi ed azzurri.
Azzurri esattamente come quelli di suo padre.
Come se lo avessi chiamato, all'improvviso la testa di Trè fa capolino dalla porta,e dopo essersi accertato che fossimo noi entra e la richiude alle sue spalle avvicinandosi al letto,ma rimanendo un pò distante.
-Hey- sussurra doldolandosi da un piede all'altro.
-Hey- rispondo con un tono interrogativo -lo sai che ha solo tre ore di vita e non mangia ancora le persone?- lo prendo in giro ridacchiando
-I-io non...è che sembra così fragile...- abbassa lo sguardo e si gratta la nuca,segno che è imbarazzato.
-Lo è,ma non può farsi male se lo tocca suo padre...- Trè a quella parola alza di scatto lo sguardo.
-Non è questo,è che ho paura- ammette
-Di cosa?Fino a ieri sembravi felice...- le lacrime stanno salendo agli occhi e non ho davvero voglia di piangere in questo momento.
-Ma ieri non era tutto reale cazzo-alza la voce -Adesso è qui e richiede attenzioni e persone responsabili che se ne prendano cura,non penso di farcela- si porta le mani in testa e si tira le punte dei capelli.
-Pensi che per me sia facile scusa?Tanto è ovvio,le donne devono portare nove mesi un bambino in grembo,partorirlo,prendersene cura,crescerlo ed educarlo. Voi uomini non dovete fare mai un cazzo,basta che ve ne uscite con "non sono pronto" poi potete sparire e fare i cazzi vostri. Non funziona così sai? Perchè fino a prova contraria,tu mi ci hai messo incinta!Le cose si fanno in due!- gli sputo tutte queste parole in faccia con rabbia e disprezzo.
Davvero avevo pensato che fosse cambiato?
Trè apre e richiude la bocca come se volesse ribattere,ma sa che ho ragione io quindi rimane in silenzio guardandomi cullare nostro figlio per calmarlo,dato che le nostre urla lo hanno fatto svegliare.
-La cosa brutta sai qual'è?- gli domando senza guardarlo -È che ha i tuoi cazzo di occhi e dovrò tenerli avanti per sempre- continuo arrabbiata.
Trè a quelle parole si sporge un po verso di me per vedere suo figlio.
Sussulta quando vede che effettivamente gli occhi sono i suoi.
-Lui è...ha davvero i miei occhi...-balbetta -oddio sono così coglione- si siede sulla sedia che si trova accanto al letto e poggia la testa sulle mie gambe iniziando a piangere.
-perchè sono così coglione? Sono uno stronzo egoista e non so come tu faccia a non perderci le speranze con me. Sei così buona con tutti e vedi sempre il meglio,come fai?- alza la testa e mi guarda con i suoi occhi azzurri pieni di lacrime facendomi venire un vuoto allo stomaco.
-Io vedo solo quello che è la realtà. Tu sei buono Trè. Ed è per questo che io ti...-sgrano gli occhi rendendomi conto di cosa stia per dirgli -ci tengo a te- mi correggo.
-Ci tieni a me?- si alza e si avvicina pericolosamente al mio viso.
-Io ti amo Jay!Non ci tengo a te. Ti amo- senza neanche rendermene conto le sue labbra sono sulle mie e ci stiamo baciando. Lui mi ama. Frank Edwin Wright III,padre di mio figlio mi ama.
Si stacca da me senza fiato e mi guarda con un luccichio negli occhi che gli ho visto solo qualche ora prima quando ha visto nostro figlio per la prima volta.
-Anche io ti amo Trè Cool. Anche io-Hola todos,
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NIGHTLIFE
FanfictionQualche anno fa incontrai Trè Cool. Chi è Trè Cool? Beh,diciamo che eravamo amici. Anzi migliori amici, che bisticciavano spesso e volentieri, ma che si volevano un bene dell'anima. Forse da parte mia era qualcosina in più di una semplice amicizia...