CAPITOLO 11

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Avete presente la terribile sensazione che si prova quando il mattino ti svegli di colpo,hai gli occhi tutti appiccicati,e ti accorgi di essere in un ritardo tremendo per la scuola,inizi a girovagare correndo,ancora con gli occhi socchiusi per il sonno, senza meta per tutta la stanza cercando di vestirti con scarsi risultati,ma non te ne importa nulla perchè sta per suonare la campanella della prima ora e esci comunque di casa correndo e appena arrivata a scuola,nei corridoi,tutti gli occhi sono puntati su di te,non per qualcosa di positivo sicuramente,e tu cerchi qualcuno di tua conoscenza che possa dirti se c'è qualcosa che non va,e appena la trovi ti dice che sei in pantofole?
Ecco,mi sento esattamente così.
Questa mattina mi sono svegliata non proprio in splendida forma,come al solito,e mi sono accorta di essere in un ritardo tremendo.
Ho fatto tutto di fretta e sono arrivata ansimando come se avessi corso i 100 metri,nello studio della dottoressa Garcia dove ho tutti gli sguardi puntanti addosso.
Infatti mi ritrovo qui,seduta tra due donne incinte molto più di me,che mi guardano come se mi fosse spuntato il terzo occhio in fronte.
Il giorno dopo essere stata al parco con Marg e Dan,quando quest'ultimo ha fatto una tremenda scenata per via della reazione di Trè, ho scoperto che è andato veramente da lui e l'ha picchiato rompendogli quasi il naso e provocandogli un occhio nero;lui stranamente ne è uscito indenne,e mi chiedo ancora il perchè.
Intanto la mia gravidanza è andata avanti e mi ritrovo quasi al quarto mese con un bel pancino rotondo,e senza aver mai fatto un'ecografia se non quella all'ospedale con la quale ho scoperto dell'esistenza del bambino.
Stando seduta su questa fottuta sedia scomoda da quasi mezz'ora,ho potuto notare che in questo studio sono quasi tutte trentenni,e quindi io sono la più piccola tra di loro,avendo 19 anni.
Guardo di sottecchi la donna bionda avanti a me che da quando sono qui non smette di fissarmi con i suoi fottuti occhi di ghiaccio,e prendo una delle riviste che sono poggiate sul tavolino accanto a me,iniziando a sfogliarlo per ridurre il mio istinto omicida verso tutte loro.
Un'ora più tardi,e mezza sala vuota dopo,finalmente la segretaria chiama il mio nome.
-Grayson- dice per poi alzare lo sguardo
-Sono io- dico. Mi alzo prendendo la borsa che avevo appoggiato al pavimento e mi dirigo verso la stanza che ha la porta socchiusa.
-La dottoressa ti aspetta,prego- mi scruta bene da dietro la sua scrivania aggiustandosi gli occhiali sul naso,e prima di entrare rivolgo uno sguardo truce a lei e le signore rimaste.
Faccio un respiro profondo e spingo leggermente la porta della stanza fino ad entrare.
-Permesso- dico scrutando la stanza bianca.
-Prego accomodati- una signora sulla quarantina e con camice bianco mi sorride dalla scrivania porgendomi la mano.
Chiudo la porta dietro di me e mi avvicino prendendo posto difronte a lei e stringendole la mano.
È davvero una bella donna,ha la pelle abbronzata, probabilmente è ispanica dato il suo cognome, ha gli occhi scuri e luminosi e i suoi capelli neri sono legati sulla testa da uno chignon.
-Quindi tu sei Julia- mi dice sorridendo.
-Si- annuisco nervosa
-Non devi essere nervosa cara,non sei la prima ragazza giovane che visito-mi sorride ancora e penso che tra un po le si spaccherà la faccia.
Annuisco ancora.
-Bene Julia,questa è la prima ecografia che fai?- mi domanda mentre inizia a scrivere i miei dati su un foglio.
-Ehm,si-
-Come mai? Mi sembra che tu sia già a quattro mesi...- alza lo sguardo dal foglio
-Ehm,non ero molto....sicura di tenerlo...- balbetto abbassando lo sguardo.
-Okay,ho capito-sorride -accomodati pure su quel lettino,così controlliamo questo bel bimbo-
Mi alzo posando la borsa sulla sedia,e vado verso il lettino che mi aveva indicato stendendomi.
Dopo aver indossato dei guanti in lattice, la dottoressa mi raggiunge e mi scopre la pancia cospargendola di gel.
Sussulto al contatto tra la mia pelle calda e il gel freddissimo.
-Stai tranquilla-mi rassicura
Prende la sonda e inizia a passarla sulla mia pancia.
-Bene,si direbbe che sei alla 16 settimana- mi conferma
Dopo qualche secondo un rumore simile a dei cavalli al trotto arriva alle mie orecchie.
-Cos'è questo rumore?-chiedo
-È il cuore del tuo bambino-mi sorride e i miei occhi si riempiono di lacrime.
Sto sentendo per la prima volta il cuore del mio bambino,ed è la cosa più emozionante che mi sia mai capitata.
-Vuoi vedere?-aggiunge
-S-si- dico con gli occhi lucidi
La dottoressa gira lo schermo verso di me e io posso finalmente vederlo.
Tra lo sfondo grigio,al centro si trova una macchia  grande ed ovale.
-È lui?- indico
-Si,è lui- sorride -il bambino è in ottima forma,e sta crescendo davvero bene. Purtroppo non si vede ancora il sesso poichè è girato,ma nella prossima ecografia si vedrà sicuramente- mi spiega mentre inizia a ripulirmi la pancia dal gel.
Mi sistemo la maglia e mi risiedo alla scrivania dove lei aggiunge le foto stampate dell'ecografia alla cartellina.
-Julia,hai ancora nausee?-
-Ehm,ogni tanto si,ma non come l'inizio- rispondo aggiustandomi un ciuffo di capelli dietro l'orecchio.
-Bene,la visita è finita,ci vediamo il mese prossimo per sapere il sesso.Hai domande da pormi?- mi chiede porgendomi la cartellina che prendo e metto sulle gambe.
-Veramente una si...nelle mie condizioni potrei lavorare?-
-Come mai vorresti lavorare?Non hai nessuno che ti possa aiutare economicamente?- si toglie gli occhiali e li appoggia sulla scrivania
-Purtroppo no. Non abito con i miei genitori,loro mi aiutano un pò economicamente,ma non sono rimasti contenti dalla mia gravidanza e quindi smetteranno non appena partorirò...-
-E il padre del bambino?- ecco la domanda che non volevo facesse.
-Lui non ne vuole sapere- ammetto.
-Oh,mi dispiace- il suo sguardo si addolcisce e mi porta una mano alla spalla per confortarmi.
-Va bene così,arrivederci- faccio un sorriso tirato ed esco dalla stanza.
Quando finalmente esco dal palazzo prendo un grosso respiro di aria pulita,mi sentivo davvero oppressa lì dentro.
Ancora con la cartellina sottobraccio mi incammino verso il primo bar aperto,sto morendo di fame.
Sorrido ripensando al fatastico suono del cuoricino che batte del mio bambino. È stata un'emozione indescrivibile,mi dispiace che i miei amici siano dovuti ripartire,la casa adesso è vuota senza di loro. Menomale che ci sono Frank e Gerard però. Per sentirmi meno sola penso che appena arrivata a casa attaccherò la foto dell'ecografia all'entrata.
Sorrido alla mia bellissima idea e non mi accorgo del tombino alzato,quindi inciampo e vado addosso ad una persona aggrappandomi alla sua schiena e facendo cadere la cartellina dalle mie mani.
-Oddio mi scusi,non ho visto il tombino e sono inciampata-inizio a sparare scuse a raffica mentre cerco di prendere la cartellina,che si è aperta facendo spargere i fogli,a terra
-Fa niente,la prossima volta guarda dove vai- dice il ragazzo annoiato mentre mi sento il suo sguardo addosso-aspetta,ti aiuto- si accovaccia vicino a me e prende alcuni fogli porgendomeli. Quando poi prende l'ecografia vedo che si sofferma a guardarla e poi me la porge.
-Grazie- mi alzo aspettando che si rialzi anche lui.
-Di niente-si alza e quasi svengo a vedere chi ho difronte. Ma è possibile?
-Julia?- sgrana i suoi occhi azzurri che prima hanno un espressione di sorpresa e poi ritornano con la scintilla di menefreghismo che ho potuto vedere il mese precedente.
-C-ciao- balbetto. Possibile che mi faccia sempre lo stesso effetto nonostante mi abbia ferito così tanto?
-Quindi è vero che aspetti un marmocchio?- fa un sorrisetto da stronzo mentre il mio cuore inizia a frantumarsi di nuovo.
-Si Trè,lo sai che aspettiamo un bambino- cerco di avere una voce ferma mentre i miei occhi si stanno riempiendo di lacrime.
-No Julia,tu aspetti. Io non ho niente da spartire con voi- dice facendomi sgretolare ancora di più il cuore,poi se ne va.

Hola todoss.
Scusate per l'enorme ritardo,ma purtroppo non ho avuto la linea internet e quindi non ho potuto aggiornare.
Comunque cosa ne pensate di questi capitolo? E della storia fino a questo punto?
Fatemi sapere e scusate per eventuali errori.
Baci xx

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