CAPITOLO 1

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27 febbraio 1993
Oackland,CA

Come se il destino si divertisse a giocarmi brutti scherzi, dopo ben quattro anni che non tornavo più ad Oackland,sono di nuovo sul territorio californiano.
Inizialmente ero molto scettica sul ritornare, però per me e soprattutto per il mio cuore penso che sia stato meglio così.
Devo mettermi l'anima in pace, sapere come stanno Trè e la sua famiglia.
Trè: i primi mesi è stato un vero e proprio inferno capacitarmi di non poterlo più vedere,scherzare con lui,aprirgli la finestra e dargli la buonanotte.
Le prime settimane dopo aver cenato mi stendevo sul letto e aspettavo invano che delle pietruzze battessero sul vetro della mia finestra, ma non è mai accaduto.
Quindi col tempo è arrivata la rassegnazione che niente sarebbe più tornato come prima.
A scuola non andava tutto bene,c'erano i bulli e molte persone che mi guardavano male,ma vedendo i miei genitori felici della loro nuova vita e del nuovo lavoro non ho potuto far altro che mordermi la lingua e continuare con sorrisi falsi.
In quel momento è arrivata l'abitudine e con lei anche Margaret e Dan.
Margaret l'ho incontrata un giorno piovoso quando nel corridoio le sono letteralmente scivolata addosso. All'inizio mi ha urlato contro dicendo che ero un imbranata e che dovevo starle alla larga,ma poi lo stesso giorno, mentre ero a mensa seduta al mio tavolo in un angolino,mi era corsa contro scusandosi e si era seduta con me insieme a Dan.
Dan è un bel ragazzo, alto, moro e tanto gay.
Dire che ci ero rimasta una merda è poco. Però poi mi sono capacitata e da lì è iniziata una bella amicizia insieme a 3 anni sereni.
Mi sono sempre stati vicini durante questo periodo e mi hanno aiutato a rendere meno dolorosa la mancanza di Trè anche se a volte mentre ero da sola la mente tendeva sempre a pensarci. Mi chiedevo se stesse bene,se mi avesse dimenticata e rimpiazzata o se mi odiasse ancora.
Pensavo sempre che magari sarebbe potuta andare diversamente e che un giorno si sarebbe presentato alla mia porta e magari io l'avrei perdonato e invitato ad entrare.
Ma purtroppo non è mai successo.
E in questo momento, in questa città dove tutto è iniziato e finito, mi pento di non averlo fermato quella sera e di non avergli mai detto quello che realmente provavo per lui.
Lasciare i miei amici è stato doloroso tanto quanto lasciare lui, ma la differenza è che questa volta ci scriveremo e mi verranno a trovare.
Caccio indietro delle lacrime che stanno per scendere dai miei occhi,e prendo la valigia pronta a chiamare un taxi per portarmi nel mio nuovo appartamento.
Mi sistemo il cappotto e mi fermo sul marciapiede aspettando l'arrivo di un taxi. Quando ne scorgo uno gli faccio segno di fermarsi e dopo aver sistemato la valigia gli dico l'indirizzo e poi partiamo.
Durante il tragitto guardo fuori dal finestrino, scoprendo che in realtà non è cambiato niente dall'89, se non qualche cartello che indica nuovi fast food e caffetterie.
Dopo mezz'ora di taxi,finalmente ci fermiamo davanti a un palazzo.
-Quant'è?- chiedo all'autista.
Lui si gira e mi guarda.
-30$ signorina- mi dice.
Dopo aver sgranato gli occhi per il prezzo alto,apro il portafogli e gli porgo i soldi
-Grazie arrivederla- dico e scendo dal taxi per poi prendermi la valigia.
Guardo il palazzo davanti a me e decido di entrare.
Appena entro vedo un signore dietro al bancone e deduco subito che sia il portiere, così gli chiedo delle mie chiavi.
-Buongiorno- saluto
-Biongiorno signorina, desidera?-
-Vorrei le chiavi del mio appartamento. Grayson- gli sorrido cordiale.
-Certo- si gira e prende delle chiavi appese ad un pannello.
-Ecco a lei- me le porge e io gli auguro buona giornata.
Il mio appartamento è al terzo piano ed è il numero 31.
Quando mi ritrovo avanti alla porta faccio un lungo sospiro e poi giro le chiavi nella toppa.
La porta si apre e io mi sporgo per vedere meglio.
L'appartamento è okay. Misura normale e arredamento normale. Ha una cucina, un bagno, una camera da letto e un salotto, quindi va bene.
Chiudo la porta dietro di me e poso la valigia vicino al divano.
Vado in ogni stanza e apro le finestre per far cambiare l'aria e poi decido di ordinare un po'.

***

Sono le 7 e 30 di sera e tra non molto devo andare al concerto dei Nirvana.
Ho letto del loro concerto su un cartellone mentre ero a fare la spesa.
Quindi dato che il locale è qui vicino, e io sono una grande fan dei Nirvana ho deciso di andarci.
Chissà se ci sarà Trè. Infondo lui mi ha fatto ascoltare per la prima volta una loro canzone...
Scuoto la testa scacciando via il pensiero di Trè. Non devo pensarci. Devo solo pensare di divertirmi questa sera. Ai problemi si pensa domani.
Mi trascino nel bagno pronta per farmi una doccia calda e rilassare i nervi accumulati in queste ore.
Dopo essermi sciacquata bene mi asciugo e vado in camera per vestirmi. Indosso l'intimo e poi apro le ante dell'armadio.
Analizzo per bene il tutto e poi scelgo un leggins nero di pelle con un top altrettanto nero con degli strass e poi gli anfibi.
Mi sistemo i capelli e poi sono pronta a lasciare l'appartamento.
***
Mi trovo davanti al pub Unknown&Rock dove si terrà il concerto, e c'è davvero una fila lunghissima. Spero di riuscire ad entrare.
Dopo un buon quarto d'ora finalmente riesco ad entrare.
Luci e fumo mi arrivano dritte in faccia e io storco il naso,mi guardo attorno per studiare l'ambiente e adocchio il bancone da bar.
Spintonando alcune persona già ubriache durante la strada,arrivo al bancone e mi siedo su uno sgabello.
-Cosa posso portarti bellezza?- un barman mi chiede gentilmente
-Una vodka liscia grazie- gli faccio un mezzo sorriso e attendo che me la prepari.
-Ecco a te- mi fa un occhiolino e sorride, mentre io gia mi sono girata verso la sala.
Sono per la maggior parte ragazzi della mia età o più grandi, e qualcuno ha i capelli colorati di tinte stravaganti.
Un ragazzo girato di spalle in fondo alla sala attira particolarmente la mia attenzione.
Ha i capelli rossi tinti, e sta vicino ad altri due ragazzi, uno alto come lui e con i capelli blu, e un altro più alto e con i capelli biondi.
Senza rendermene conto mi metto a fissarlo e uno dei suoi amici se ne accorge e gli si avvicina ad un orecchio indicandomi.
Divento rossa e prima che si giri lo faccio io, continuando a sorseggiare il mio drink.
-Hey tu- mi sento picchiettare la spalla -Il mio amico mi ha detto che mi stavi fissando. Ci conosciamo?- chiede il ragazzo e io mi giro pronta a porgergli le mie scuse.
-Si, scusa è che io...- mi blocco appena lo riconosco.
-Trè?- chiedo spalancando gli occhi.
-Jay?- lui ha la mia stessa reazione e chiude gli occhi pizzicandosi un braccio.
Io lo guardo attentamente e dopo un secondo riapre gli occhi.
-Sei davvero tu?- mi accarezza una guancia con mano tremante.
-Si Trè,sono io- sorrido con le lacrime che minacciano di uscire dagli occhi.
-Vieni qui- mi tira giù dallo sgabello e mi abbraccia forte,come se non volesse lasciarmi andare.
-Oddio come mi sei mancata-mi da un bacio tra i capelli e io metto la testa nell'incavo del suo collo,annusando il suo profumo.
Le lacrime scappano dai miei occhi e lui mi culla tra le sue braccia.
-Anche tu mi sei mancato Trè. Mi dispiace per tutto- singhiozzo
-Non devi scusarti. Avrei dovuto capire. Ho ragionato d'istinto. Quando me ne sono scappato ero tornato a casa e mi ero rinchiuso in camera non riuscendo a dormire tutta la notte. La mattina mi ero convinto di venire a parlarti ma quando ho bussato e nessuno mi ha risposto ho capito che era tardi. Ho provato a rintracciarti, ma nessuno sapeva il nuovo indirizzo. Mi dispiace- mi stacco da lui e lo guardo negli occhi.
Gli occhi che ho sempre amato,sono così veri, e in questo momento anche pentiti.
-Siamo pari Trè. L'importante ora è che non ci lasceremo più- gli sorrido e lo fa anche lui.
Con i pollici mi pulisce il trucco colato e poi mi da un bacio sulla guancia.
-Ora basta piangere.Sta per iniziare il concerto- mi trascina con lui vicino ai suoi amici e mi presenta. Quello con i capelli blu si chiama Billie Joe mentre l'altro Mike. Sembrano simpatici.
Il concerto inzia e pian piano che continuava le persone passavano di tutto.
Dalla birra alle canne. Così a fine serata eravamo tutti sballati.
-Vieni con me- mi sussurra il mio amico ubriaco e fatto ad un orecchio.
-Dove?- ridacchio per il solletico che mi ha fatto il sussurro vicino all'orecchio.
Lui non mi risponde e mi trascina con lui.
Dopo poco ci ritroviamo fuori dal locale ubriachi fradici e sudati.
Trè mi prende per mano e attraversiamo la strada rischiando di venir buttati sotto da una macchina.
Quando siamo sull'altro ciglio della strada camminiamo per un po' fino a fermarci davanti a un palazzo.
-Trè dove siamo?- domando appoggiandomi a lui
-Qua ci abito- ride e mi trascina su per le scale fino al suo appartamento, dopo essere inciampati più volte.
-Finalmente- esclama Trè dopo vari tentativi per aprire la porta.
Entra per primo, prendendomi per il polso e facendomi entrare a mia volta. L'alcool é talmente tanto che rido solo perché mi ha preso la mano.
-Trè... stai stringendo il mio polso.- dico ridacchiando.
-Adesso tu vieni con me- dice trascinandomi con lui in camera da letto.
-Che ci facciamo qui?- dico confusa.
-Niente... solo che mi sei mancata tanto.-
In un istante le sue labbra sono sulle mie, e capisco meno di prima.
Trè si spinge sempre oltre, fino ad iniziare a camminare in contro a me, facendomi retrocedere. Ad un certo punto sbatto con il polpaccio contro al letto, dove lui mi fa stendere e prosegue con i suoi baci.
Ad un certo punto sento la sua mano contro la mia pancia nuda, e questo mi fa rabbrividire.
Passiamo la notte tra quelle coperte, dimenticando il tempo perso.

Hola.
Questo è il primo capitolo. È l'inizio vero e proprio della storia. Cosa ne pensate fino ad adesso? Vi piace?
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Al prossimo capitolo.
Un bacionexx

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