CAPITOLO 20

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Clarke / Lexa

Iniziò un'altra giornata lavorativa. Clarke era felice. Osservò Lexa insegnare ai più piccoli...occuparsi del suo popolo. Tutti pendevano dalle sue labbra. A quel pensiero ricordò la sera prima. Baciare quelle labbra era stato bellissimo. I suoi baci la facevano impazzire. Sperò con tutto il cuore che Lexa non si pentì. Perché si rese conto che baciare quelle labbra era diventata una necessità, non ne poteva più fare a meno.

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I giorni passavano, e arrivavano le sere Lexa e Clarke continuavano ad incontrarsi nel loro rifugio. Passavano le serate sdraiate l'una accanto all'altra si guardavano e si sorridevano. Poi si prendevano per mano, incrociando le loro dita. E tra carezze e baci cresceva il loro legame.

Tutte le sere Lexa dava uno sguardo alla stella di sua madre, quando lo faceva Lexa si rattristava, Clarke lo notava. Così una sera spinta dalla curiosità disse "parlami di tua madre, e tuo padre? Che tipo era? Parlami di loro".

Lexa chiuse gli occhi e cominciò a ricordare "quando ero bambina mia madre mi portava sempre qua su a guardare le stelle, la coperta rossa me la regalò lei, avevo 5 anni. Amava moltissimo tutto ciò che riguardava lo Spazio. Le stelle, i pianeti...tutto. Pensa addirittura era riuscita a trovare un simbolo per rappresentare i villaggi." In ogni villaggio, proprio all'entrata di ognuno si trova un arco con un simbolo. In ogni villaggio i gruppi sono misti, ma vivono principalmente le persone indicate dal simbolo, tranne in mezza e piena luna, dove ci sono solo pacifici e due guardie. Sono tanti, ad esempio:

Sole: i coltivatori.

Urano: pianeta freddo, della Regina di ghiaccio

Mezza luna: osservatori e pacifici (gruppo più piccolo) donne, vecchi, bambini

Luna piena: osservatori e pacifici (gruppo più grande) donne, vecchi, bambini

Terra: guaritori (dalla terra trovano le erbe con cui ricavano le medicine)

Marte: guerrieri (oltre al pianeta è anche il nome del Dio della guerra spietato)

Stella: il palazzo dove vivo io (la stella che protegge e guida il popolo)

La stella rappresentava anche la mia famiglia, una stella a cinque punte: i miei genitori, io e miei fratelli", contò con le dita della mano.

Ecco cosa sono quel simboli che aveva visto più volte, pensò Clarke.

Lexa continuò "mia madre voleva costruire gli archi con i simboli, ma non fece in tempo, la malattia la portò via. Così quando sono diventata heda è stata una delle prime cose che ho fatto. In sua memoria."

Lexa si fermò per un attimo, quei ricordi facevano male. Clarke gli strinse la mano, "ecco da chi hai ereditato la passione per lo Spazio" disse cercando di strappargli un sorriso. E ci riuscì Lexa sorrise.

È bello avere qualcuno accanto, pensò Lexa, gli mancava questa sensazione di sicurezza, di protezione. Con Clarke l'aveva ritrovata.

Poi riprese "Dopo la morte dei miei fratelli, i miei genitori erano molto tristi. Sono cresciuta tra gli insegnamenti della vita e le letture con mia madre e gli allenamenti duri e severi con mio padre. Mi insegnò a maneggiare ogni tipo di arma (spada, coltello, lancia...) per non parlare del corpo a corpo. Mi diceva sempre "Lexa devi imparare a cavartela in ogni situazione. Devi saperti difendere anche senza un'arma. Devi imparare a disarmare il tuo nemico". Quando mi allenavo ero molto arrabbiata, la notte non dormivo, la scena dei miei fratelli che morivano davanti a me, e io non potevo far nulla per impedirlo continuava a perseguitarmi. Mio padre mi riprendeva sempre diceva "la rabbia ti fa perdere la concentrazione. Bisognava aspettare essere pazienti e concentrarsi sull'obbiettivo. La tua rabbia sarà un'arma per il tuo nemico e la userà contro di te". In quel momento aprì gli occhi e guardando Astrea la stella di sua madre sorrise, se era diventata così forte e saggia era grazie ai loro insegnamenti.

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Un giorno di questi Clarke si alzò e guardandosi allo specchio vide sul suo collo un segno rosso. Gli scappò un sorriso, Lexa la sera prima aveva esagerato. A Clarke non dispiaceva ma non poteva mostrarlo in giro. Così prese un foulard e lo indossò. Poi come tutte le mattine andò al laboratorio per aiutare Selene. Che notò subito il cambiamento "da quando usi foulard?" chiese anche se aveva già capito tutto. Aveva notato gli sguardi che lei e il comandante si scambiavano. Clarke spiazzata dalla domanda non sapeva cosa dire, alla fine rispose "oggi mi sono alzata con un po' di mal di gola, tutto qui". ""mal di gola" fece eco Selene "certo" disse ridendo. Risero entrambe.

Poi Selene tornò seria guardò negli occhi Clarke e iniziò dicendo "Clarke ci sono cose che devi sapere..."

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