Terza e ultima parte
Clarke
Circa due ore più tardi della sua partenza Clarke arrivò alla navicella Arca. Le sentinelle riconoscendola aprirono il cancello. E mentre smontava da cavallo, sua madre gli corse in contro. Si abbracciarono. "Oh Clarke ero così in pena, sono felice di vederti", "sto bene mamma" disse tranquillizzandola.
Mentre si staccavano dall'abbraccio Abby disse "prendetela". Dopo la morte di Jaha, e l'assenza di Clarke, Abby era diventata il nuovo cancelliere. Era lei ha dare gli ordini. "mamma...che significa...?" chiese mentre gli legavano le mani dietro la schiena. "mi dispiace Clarke, rinchiudetela nella camera stagna".
Clarke venne portata nella camera stagna e lì venne rinchiusa. Sua madre era dall'altra parte del vetro.
"mamma perché? Perché fai questo?" chiese Clarke confusa. "Clarke dopo tutto quello che è successo devo proteggerti", "da cosa? Non siamo in pericolo". "da te stessa Clarke, il comandante è pericoloso, non puoi fidarti di lei. Ha ucciso Jaha e Bellamy, dopo che sono stati torturati senza pietà e chi sa di cos'altro sono capaci". "no, non ci credo la stai giudicando...proprio tu, dopo quello che hai fatto a papà". "con tuo padre è stato diverso, ho dovuto denunciarlo al cancelliere, voleva dire a tutti la verità sull'Arca. Sarebbe scoppiato il caos. Non avevo altra scelta", "non è vero, stava solo cercando si salvarci, e tu...tu l'hai ucciso" disse furiosa. Abby rimase scioccata dalle dure parole di sua figlia e disse solo "mi dispiace Clarke ma resterai qui, fino a nuovo ordine, è per il tuo bene". "No...no mamma...MAMMAAA..." urlò Clarke bussando con forza contro il vetro, inutilmente. "mer...a" disse mentre sua madre gli voltava le spalle e se ne andava.
La camera stagna era resistente e non c'era modo di uscire da lì. Clarke andava avanti e indietro nervosa. Pensando a Lexa. Non potendo far nulla Clarke si mise seduta dall'atra parte della camera stagna. Esausta chiuse gli occhi e si addormentò.
Si svegliò quando sentì il rumore del portellone che si apriva qualcuno era venuto a portarle da mangiare.
Era Octavia. "tua madre ti manda questo..." disse mentre posava il vassoio. "octavia ascolta mi dispiace per Bellamy, ma...". "Sta zitta" urlò, "non sei degna di nominare il suo nome. Perché la difendi? Quella pazza ha ucciso mio fratello" disse con le lacrime agli occhi. "tu non sai proprio niente...anche tuo fratello a sparato uccidendo delle persone indifese" disse Clarke guardandola dritto in faccia. Octavia scappò via piangendo.
Clarke capì perché sua madre mandò proprio lei. Octavia era arrabbiata con Clarke non l'avrebbe mai fatta uscire da lì.
Passarono tre giorni. Clarke ricevette la visita di Raven. "hey come va? non hai toccato cibo", "non ho fame, perché sei qui?" rispose brusca Clarke. "hey io vengo in pace. Ho visto Octavia piangere come una disperata, l'altro giorno mentre usciva da qui. Ch'è successo? Ti va di parlare?".
"non avrei dovuto mandare Bellamy da solo a cercare Jaha e gli altri, sarei dovuta andare con lui. Tutto questo non sarebbe mai successo.". "No Clarke non è colpa tua non potevi sapere quello che sarebbe successo, anche se tu fossi andata con Bellamy non vuol dire che le cose sarebbero andate in modo diverso". "sì invece lo avrei fermato. Adesso danno la colpa a Lexa per averlo ucciso. È tutta colpa mia. Lo pensano tutti, e hanno ragione". "Lexa?" chiese Raven. "sì il comandante" rispose Clarke. Entrambe si guardarono, Raven aveva intuito quando era andata a trovarla. Clarke era diversa, aveva una strana luce negli occhi. "la ami vero?", Clarke rispose di sì con la testa. Raven si alzò si diresse al portellone e aprendolo disse "vai...". Clarke si alzò e disse "ma mia madre...". "Clarke qui non tutti sono d'accordo con tua madre, non ti preoccupare me la vedo io con lei, e parlerò anche con Octavia vedrai che si calmerà". "grazie". "Clarke sta attenta, e torna da noi, qui abbiamo bisogno di te, sistema le cose". "lo farò promesso".
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Clarke era molto confusa non sapeva cosa fare, doveva parlare con Lexa. Aveva bisogno di lei. Scappò via, si diresse al villaggio dove era stata ospite tutto questo tempo. Bussò alla porta di Selene. "Clarke cosa ci fai qui?", "devo chiederti un favore...posso entrare?", "certo vieni". Clarke entrò e si chiuse la porta alle spalle, era disperata "Selene devi farmi un favore...devo parlare con Lexa...potresti avvisarla? Digli che ci incontriamo al mio alloggio, per favore". "va bene, vado subito, però calmati ok?", "sì, grazie". Uscirono entrambe, Clarke si diresse al suo alloggio e Selene a palazzo.
Passò un'ora, Clarke stava ancora aspettando, forse era egoista da parte sua voler avere Lexa tutta per sé in quel momento, pensò. Cinque minuti dopo, si sentì bussare alla porta...
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STARRY NIGHT
FanficQuesta è una storia divida in tre parti, basata su la serie tv The 100. E' la storia di due ragazze che si incontrano, si innamorano e superano ogni ostacolo. è la mia prima storia e mi piacerebbe avere un vostro parere.