Intromissioni

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Rimango immobile a fissare la figura di Luke che ora si è alzata, tenendo gli occhi nei miei. In lontananza avverto mia figlia che mi chiama, tirandomi per i pantaloni; ma non riesco a concentrarmi su niente che non sia Luke.
Era qui con mia figlia, sua figlia, perché?
«Che ci fai qua?» Mi esce un filo di voce, mentre rimaniamo entrambi immobili. Dalle sue labbra non esce nessun suono, si limita a guardarmi confuso, sbattendo le palpebre e aprendo le labbra di tanto in tanto.
Dov'è mia madre? Perché Jane era qui con lui?
«Sono passato per cercarti e... una donna mi ha chiesto di badare a lei...» Indica mia figlia. «Non mi ha neanche dato il tempo di replicare che si è defilata...» spiega, con una strana voce roca. Deglutisco e continuo a fissarlo, immobile. Il mio cervello sembra avere smesso di funzionare. Erano davvero insieme, padre e figlia.
«Mamma, mamma, Luk è sipatico! Ora simo amici!» Abbasso lo sguardo su Jane che saltella, per poi rialzarlo su di lui, ancora immobile.
«Non avevo idea che fosse tua...» Non finisce la frase e distoglie lo sguardo, passandosi una mano sul mento ispido.
«È il mio ufficio, di chi altro doveva essere?» rispondo, stranamente più acida del dovuto. I suoi occhi saettano di nuovo su di me e sussulto quando si muove velocemente per venirmi incontro.
«Giusto, non sarei dovuto proprio venire qua...» Mi sorpassa e riesco a sentire la scia di profumo che lascia. Sospiro e prendo in braccio Jane che ha ancora il sorriso stampato in faccia.
«Mamma, sai che la cosa che ha sula facia si chiama baba? Me lo ha deto lui!» Ridacchia toccandosi il mento. «Peché io non la ho?» Si imbroncia facendomi spuntare un lieve sorriso, ma tutt'altro che sincero.
Luke ha visto mia figlia, si sono parlati e ora sento come un nodo allo stomaco.
«Tesoro!» Mi giro e trovo mia madre con un sorriso a trentadue denti.
«Andiamo a casa...» dico sorpassandola e dirigendomi verso la macchina. Sono furiosa, davvero furiosa.



«Perché? Dimmi solo perché!» la aggredisco, appena siamo in cucina, sole. Ho chiesto a mio padre di tenere le bambine lontano da noi per un po', dato che dovevamo parlarne; però mi ha obbligato a dirgli cosa sta succedendo, così ho acconsentito e dovrò rivelare anche a lui tutti quanto. Ma ora è il minore dei mali.
«Che cosa?» chiede lei con un'alzata di spalle.
«Hai lasciato Jane con... lui!» Mi lascio andare sullo schienale, emettendo un sospiro sonoro.
«L'ho trovato per caso... era entrato nell'ufficio e dovevo andare in bagno, così gliel'ho lasciata... non ho ucciso nessuno, Amanda...» Usa il mio nome intero solo quando vuole rimproverarmi, ma stavolta sono io che devo farlo. Si è intromessa nella mia vita senza il mio permesso, su una questione così delicata.
«Sapevi che era lui, sapevi che è suo padre... non avresti dovuto farlo! Inoltre potevi portarla in bagno con te!» Gesticolo, passandomi le mani tra i capelli.
«Amanda, andiamo, non ho fatto nulla di grave.»
«Hai violato la mia volontà, lasciando mia figlia con l'ultima persona con cui avrei mai voluto!» Mi alzo, irritata e sull'orlo di esternare tutta la mia frustrazione attraverso una marea di grida.
«È suo padre, dannazione! Volevo che si parlassero!» Si alza anche lei, parandosi di fronte a me.
«Non era quello che volevo io! Io sono sua madre, io avrei dovuto decidere se farli incontrare o no!»
«Ne stai facendo un affare di Stato! Mica gli ho detto che è suo padre, gli ho solo chiesto di badarci per poco tempo!» Ormai il volume della conversazione si è alzato fin troppo, ma non mi importa, stavolta non cederò.
«È mia figlia! L'ho cresciuta io, da sola! Non mi serve che tu cerchi di rimediare ai miei errori!»
«Tesoro, calmati...»
«No, fanculo! Non avresti dovuto, non era tuo compito, non è giusto nei miei confronti e neanche di quelli di lui e Jane! Crede che l'abbia avuta con un altro, che lo abbia tradito, cazzo!» Mi accorgo di non avere più fiato in corpo e respiro affannosamente, mentre mi pizzicano gli occhi e mia madre si copre la bocca con una mano.
«C-cosa hai detto?...» Prendo un respiro profondo e mi passo le mani sul viso.
«Crede che sia rimasta incinta di un altro, mentre stavo con lui...»
«Amanda, stai scherzando? Perché gli hai detto una cosa del genere?!»
«Non gliel'ho detta io, ma un suo amico...»
«E lui come lo ha saputo, scusa?!» Sospiro e guado altrove. La situazione si sta già ribaltando.
«Ho dovuto mentire... questo ragazzo insisteva per sapere il motivo per cui me ne sono andata e ho dovuto dirgli qualcosa...»
«No! Tu hai scelto di mentire, non venire a raccontarmi bugie! Non è così che ho cresciuto mia figlia!» La guardo allibita, mentre prende ed esce dalla stanza, sbattendo la porta. Mi copro la bocca con una mano, sentendo le lacrime bagnarmi le guance. Ho deluso anche mia madre.


One Chance [Sequel]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora