Solo un Foglio di Carta

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«È solo un foglietto, Amanda... insomma... è un pezzo di carta...» Poso lo sguardo su di lei, ancora scombussolata dagli eventi, oltre che dalla mia perenne paura e indecisione. Osservo come scruta quel foglietto, sbattendo le palpebre un po' di volte.
«No, Belle, è molto di più... è dove posso trovarlo, parlarci...» Sospiro e appoggio i gomiti sul tavolo, prendendomi la testa tra le mani.
«Hai paura?» Mi faccio un varco con le dita, guardandola mentre mi sorride dolcemente.
«Tanta, tantissima...» Espiro, scuotendo la testa freneticamente. Non so assolutamente cosa fare; so benissimo di aver convinto io Gregg a darmi l'indirizzo di Luke, ma ora che ce l'ho tra le mani, sono bloccata.
Ecco il motivo per cui sono venuta da Isabelle, dopo il lavoro, rimanendo da lei a mangiare.
«Ma tu... insomma...» Sospira e alzo il viso per guardarla, sistemandomi i capelli in aria. «Cioè... Amanda...» Mi guarda negli occhi, deglutendo; mi sembra fin troppo seria e la cosa mi sta preoccupando. Che c'entri ancora Marcus? «Amanda, tu cosa provi per lui?» Sbarro gli occhi, incredula; come le è uscita questa domanda?
«C-cosa?»
«Hai così tanta paura di affrontarlo... lo ami ancora?» Sempre più sbigottita. Ma cosa le salta in mente?
«No! Certo che no! Come puoi pensare una cosa del genere?» La sua espressione è dubbiosa, forse per il tono della mia voce, decisamente più alto del normale. Eppure non sto mentendo. Come potrei amarlo? Ci parliamo a mala pena e quando accade ci diciamo solo cattiverie.
A lui non importa più di me e neanche a me, in realtà... credo.
«Non ti giudicherei se fosse così... io Marcus lo amo in ogni caso... anche se dovesse tradirmi altre cento volte... lo amerei lo stesso.» Sospira, appoggiando il foglio sul tavolo e passandosi una mano tra la sua chioma scura. «Può sembrare patetico o un gesto disperato, ma non è così... io lo amo davvero, nel bene e nel male, in salute e in malattia, in ricchezza e in povertà... ho giurato queste parole davanti a Dio e ne sono convinta come allora...» Mi avvicino a lei con la sedia e le appoggio il viso sulla mia spalla, accarezzandole i capelli. Le sue parole mi fanno riflettere: lo ama così tanto da perdonargli ogni cosa?
«Ti ho già detto del mio ex, no?... Anche io credevo di amarlo ed ero pronta a perdonarlo e poi...»
«E poi hai conosciuto Luke.» Mi interrompe, togliendo il viso dal suo appoggio. Mi giro a guardarla, trovando uno strano sorriso che le solca le labbra. Aggrotto la fonte, puntando lo sguardo nel suo.
«Cosa c'entra?» Scuote la testa, ridacchiando, per poi appoggiare una mano sulla mia guancia e guardarmi dolcemente.
«Tu hai trovato l'amore, per questo hai lasciato perdere il tuo ex, perché eri innamorata di Luke... e lo sei ancora.» La sua analisi non sta in piedi.
«No. Quando ho deciso di lasciar perdere James per me Luke non era ancora nulla, quindi non è vero!» Mi tolgo dalla sua presa, tornando a guardare di fronte a me.
«Quindi non conoscevi ancora Luke in quel periodo?»
«Sì, ma cosa vuol dire?»
«Vuol dire che non riesci ad ammetterlo...» La sento ghignare e sbuffo, incrociando le braccia al petto. «Oh, andiamo, non fare così! Lo sai meglio di me! Se non amassi Luke o non provassi nulla, non staresti così, non penseresti a lui e soprattutto non saresti così spaventata per un foglietto del cazzo!»
«Smettila! Non è così!» ribatto, alzando la voce.
«Allora mi spieghi perché sei così terrorizzata?! Non andare a parlarci se non te la senti, no? Certo, io sto dalla parte della verità, ma andarci con tutte queste paranoie non so quanto risolverebbe la situazione.»
«Devo andarci perché il suo amico mi ha detto cose che mi hanno fatta riflettere e... e voglio parlare senza finire per insultarci a vicenda... non voglio tornare con lui, ma solo chiarire, capire... così da chiudere definitivamente con lui...» Prendo quel pezzo di carta, ormai sgualcito, e me lo rigiro tra le mani.
«Quindi non provi assolutamente nulla per lui?»
«Nulla...» rispondo, leggendo quelle lettere ordinate, poste una dietro l'altra per fornirmi l'indirizzo di Luke; sento la mano di Isabelle che mi si poggia sulla spalla e poi il suo respiro tra i capelli.
«Io, comunque, non ci credo...»


Giugno si sta concludendo, mentre io ancora non ho una conclusione al mio dilemma. Andare o no da Luke?
Mi sembra di tornare a quattro anni fa, quando andai da lui per fargli passare quel periodo del cavolo in cui aveva iniziato a fumare e bere.
Che destino di merda; si deve ripetere tutto per forza?
Chiudo il getto dell'acqua ed esco dalla doccia, avvolgendomi un asciugamano attorno al corpo; mi avvicino allo specchio e osservo la mia immagine riflessa. I capelli sono decisamente lunghi e i piccoli segni dell'età iniziano ad intravedersi; non posso dire di essere vecchia, ma ora che ora mi sento decisamente così.
Ho trentaquattro anni e sono sempre al punto di partenza, commettendo sempre gli stessi errori. Non imparo davvero mai, vero?
La storia con Luke non mi ha insegnato che non devo innamorarmi di qualcuno che sia in un'età così differente dalla mia? Evidentemente no.
Sobbalzo quando sento il pianto di Jane che si protrae fino al bagno; esco di corsa dalla stanza e mi fiondo nella sua, trovandola sul letto, con il viso chino a terra.
«Amore che succede?» le chiedo, avvicinandomi.
«Mamma, mamma... che chifo...» Emette un verso strozzato e rimette tutto sul pavimento.
Le corro incontro e le tengo i capelli, osservandola in quello stato. Povera la mia cucciola.
«Cucciola, stai tranquilla... hai mal di pancia?» Annuisce, continuando a piangere. La prendo in braccio e le accarezzo la fronte, sentendola leggermente calda.
«Mamma, non voio vomitare...»
«Lo so, amore, ma vedrai che passerà.» La porto in bagno, tenendola in braccio e affacciandola sul lavandino.
«No, mamma, non voio!» Inizia ad urlare mentre continua a piangere senza sosta. Cerco di accarezzarle i capelli e calmarla, lasciandole qualche bacio sulla fronte.
«Amore mio, non devi preoccuparti, dopo starai meglio.» Nega con la testa, ma al corpo non si può comandare, quindi è costretta a sottostare al volere del suo piccolo stomaco di espellere tutto.
Dopo che si è calmata e sono quasi certa non vomiterà più, la lascio in camera a riposare, avvolta in una coperta; mi vesto in fretta e mi armo di straccio, andando a pulire il disastro che c'è in camera sua.
Mi chiedo solo come sia possibile che le sia venuto un malore del genere, proprio in estate. Non credo abbia mangiato qualcosa di strano, a meno che Isabelle non le abbia dato qualcosa che l'ha fatta star male.
Finisco di ripulire tutto e vado in camera, per accertarmi che stia bene; la trovo nella stessa posizione in cui l'ho lasciata, con gli occhi chiusi.
«Cucciola, come stai?» Mi sdraio accanto a lei e la prendo tra le braccia, adagiandola sul mio petto e accrezzandola. Lei mugola qualcosa e si accoccola su di me.
«Mi fa male la pacia...» Le lascio dei piccoli baci sulla fronte, sentendo quanto sia calda: deve per forza avere la febbre.
«Vuoi che ti faccio del brodo caldo?» Nega con la testa, emettendo versi strozzati e sento che trema, così la stringo di più tra le mie braccia, cercando di darle più calore possibile. Inizio a cullarla lentamente, vedendo che tiene gli occhi chiusi; riposare le farà bene. Mi ritrovo a canticchiare una melodia che riesca a farla addormetare, mentre ancora la cullo tra le mie braccia.
Tutto ciò mi ricorda quando nacque, i primi mesi di sofferenza in cui provavo a fare ogni cosa pur di farla dormire, mentre William era così premuroso a starmi accanto, a confortarmi.
Sospiro, interrompendo la melodia e i miei movimenti; molte cose sono cambiate in tre anni e mezzo, molte cose sono cambiare anche solo in questi mesi e sono fermamente convinta che debbano ancora cambiare.
Osservo Jane che dorme profondamente e la faccio scivolare via dalle mie braccia, coprendola con un'altra coperta; chiudo la porta, uscendo e la lascio riposare, andando in salotto e recuperando il telefono dalla mia borsa.
«Pronto?» Ha la voce particolarmente stanca.
«Belle, tesoro, successo qualcosa?»
«Oh, Amanda... sì... io e Clare stiamo malissimo... lei ha la febbre e la nausea, io un mal di pancia atroce... ma come mai mi hai chiamata?» Mistero risolto.
«Anche Jane sta male, ha vomitato quattro volte e ora sta dormendo... si può sapere cosa avete mangiato?» Mi siedo sul divano, prendendo il telecomando e accendendo la televisione.
«Oh, cavolo! Mi dispiace, tesoro! Oddio, mi dispiace così tanto! Non volevo farla star male!»
«Calmati, Isabelle!» ridacchio, «Non è successo nulla, può capitare a tutti, piuttosto, pensa a riposare e se hai bisogno, chiama!»
«Sì, scusa...» la sento sospirare, «Sono solo agitata e... non lo so... mi manca Marcus...»
«Isabelle, no! Sei fragile in questo momento, ma non cedere, ti prego!» So quanto possa essere difficile, soprattutto in momenti come questi; quando vorresti solo qualcuno accanto che ti faccia stare bene. Sì, anche solo per uno stupido mal di pancia. Il problema di noi donne è che siamo sempre più fragili quando stiamo male, in qualunque caso, e rischieremmo di commettere dei danni. Non le permetterò di cedere a quello stronzo di Marcus.
«Hai ragione... hai ragione, ma... mi sento così sola...» I suoi singhiozzi mi spezzano il cuore.
«Isabelle, non sei sola... ci siamo io, Clare, Jane... di uomini ne puoi trovare quanti ne vuoi. Sei una donna bellissima e carismatica, piena di energia e tanta bontà... chiunque vorrebbe stare con te.» I suoi singhiozzi aumentano e spero di non aver peggiorato tutto.
«Non sai quanto mi faccia piacere che lo pensi... sei un'amica fantastica, ma... io voglio solo Marcus...» Sospiro e mi passo una mano sulla fronte, non sapendo cosa dire.
«Vuoi che veniamo lì da te?»
«No, no, tesoro, stai tranquilla! Prenditi cura della tua piccola e fammi sapere come sta... ora vado da mia figlia, credo stia vomitando anche lei... ti voglio bene...»
«Ti voglio bene anche io e per qualunque cosa, chiamami.» Ci salutiamo e chiude la chiamata, facendomi sospirare. Non mi piace vederla in queste condizioni; è lei quella allegra, spiritosa, che mi spinge a non pensare al dolore o ad affrontarlo e sentire che invece è lei a soffrire e io non posso fare nulla per cambiare le cose, mi devasta.
Sospiro e poso il telefono in tasca, tornando in camera da mia figlia; dorme ancora come un piccolo angioletto e mi viene spontaneo sorridere, mentre la osservo nella sua serenità.
Mi dirigo all'armadio per prendere dei vestiti più leggeri, cercando di fare meno rumore possibile e apro le ante, scorrendo lo sguardo sugli indumenti. Prendo una gonna e una maglia a maniche corte, semplici e avanzo verso la porta, cercando di fare meno rumore possibile; ovviamente riesco ad urtare il comò di fianco alla porta, facendo cadere il piccolo porta gioie che c'è sopra.
Poso lo sguardo su Jane, che ancora dorme indisturbata e tiro un sospiro di sollievo; mi abbasso a raccogliere tutto ciò che si è sparso sul pavimento, maledicendomi per la mia goffaggine e lo riappoggio sul comò. Sospiro ancora e sistemo tutti i gioielli dentro alla custodia, quando quel ciondolo attira la mia attenzione.
Sento il cuore affondare nel petto e scomparire dietro a tutto ciò che sta accadendo, ma questo non mi impedisce di prendere la collana tra le mani e osservare questa "A" che mi riporta alla mente troppi ricordi.
Volto di nuovo la testa verso mia figlia, il frutto del nostro amore, per poi tornare a guardare il gioiello che ho tra le mani, il simbolo delle sue scuse verso di me, più di quattro anni fa. Chiudo gli occhi e lascio che quel ricordo mi investa, mi percorra il corpo, facendomi più male del previsto e predo una decisione.
Mi lego la collana al collo, accarezzando quella lettera con le dita, come se potessi rivivere di nuovo quel momento; apro la porta ed esco dalla stanza, decisa come non mai.
Devo andare da Luke.





~
Salve a tutti!
Vi ricordate della collana che Luke le regalò a Natale, vero?
Se non ve lo ricordate siete delle persone orribili, ve lo dico u.u (scherzo, vi adoro tutti ❤️💎).
Fatto sta che grazie a questo piccolo oggetto, Amanda, finalmente, si decide a parlarci.
Ma per dirgli cosa? La verità o altre bugie?
Ma, domanda più importante. Lei lo ama come sostiene Isabelle o vuole solo fare pace con se stessa?

Vediamo se le vostre risposte corrisponderanno alla realtà. 😌

Spero che il capitolo vi sia piaciuto!

Un bacio a tutti :*
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One Chance [Sequel]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora