Vai tigre!

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Durante la notte non sono riuscita dormire tranquilla.
Tutto quello che è successo in questa lunghissima giornata mi tormenta parecchio. Non faccio altro che rivedere le scene davanti ai miei occhi e risentire le sue parole nelle mie orecchie.

Sono arrabbiatissima con lui, perchè mi fa sentire una donnicciola, di quelle che si fanno sottomettere al primo maschione che si trovano davanti! Mi fa imbestialire il modo in cui mi tratta, come fossi un giocattolo di sua proprietà! Ma la cosa che più non tollero in assoluto è che io glielo lascio fare! Sono veramente una stupida!

Ah ma da domani le cose cambieranno! Non mi farò più trattare come un'ingenua, come una donna alla disperata ricerca di una relazione. Lui non sa contro chi si è messo! Assurdo! fare il territoriale con me! Mancava solo che si mettesse ad urinare sulle mie scarpe per segnare il territorio! Come se ci fosse qualcosa tra noi! Lui e tutte le sue scopamiche! Dovrei anche credere alla storia che se trovasse quella giusta, quella seria, potrebbe cambiare! Perchè deve essere la donna a farlo cambiare? Non ne è capace da solo? Non sa che se vuoi che le persone ti vedano in un altro modo, tu per primo devi cambiare atteggiamento!

Boh! Assurdo! Più ci penso più mi sale il sangue al cervello! 

Mi sveglio frastornata con due occhiaie da paura, i miei 35 anni iniziano a farsi vedere con sottilissime righe attorno ai miei occhi stanchi. 

Mi butto in doccia e quando esco sono più o meno decente. Mi vesto, mi tiro su i capelli, nello sfiorarmi il collo rivedo Marco che si avvicina per farmi un succhiotto. Mi sento di nuovo le gambe molli al solo ricordo. Dannazione! Non posso reagire così a tutte le sue provocazioni, è palese che ho un fianco scoperto!

Beh mi ha detto che in ufficio mi lascerà in pace, è fuori dall'ambito lavorativo che potrebbe agire...devo solo evitarlo al di fuori dell'orario di lavoro. Si posso farcela!

Entro in ufficio col sorriso sulle labbra, convinta di aver trovato la soluzione perfetta, ma non appena incrocio il suo sguardo i miei buoni propositi vanno a farsi friggere.

Ha la giacca aperta, la camicia disegna i suoi pettorali e la giacca risalta le spalle larghe e ben proporzionate, i bicipiti sembrano essere costretti in quella stoffa.

E' chinato sulla scrivania di Sergio, gli sta spiegando una nuova funzionalità di un programma usato in ufficio. Alza lo sguardo solo un attimo e subito rapisce il mio, costringendomi a voltarmi altrove. 

Mi siedo alla mia scrivania ed inizio a leggere le mail, poi Sandra mi chiama nel suo ufficio. Mentre passo per andare da lei lancio un'occhiata minatoria a Marco, che con sguardo serio fa "no" con la testa. Maledizione! Quel cretino metterà nei guai entrambi se rifiuta di andare alla festa con la capa.

- Buon giorno Rossana - mi accoglie gelida Sandra.

- Buon giorno Sandra - 

- Hai parlato con Marco riguardo a quello che ti avevo chiesto? So che ieri avete passato molto tempo assieme, gli hai dato un passaggio in palestra e poi da sua madre, giusto? - il suo tono nasconde una punta di ira mista a gelosia.

- Si a tutte le domande - taglio corto.

Non mi piace trovarmi in questa situazione, non mi piacciono nemmeno le voci che potrebbero girare sul mio conto: la ruffiana della capa. Che nervi, l'attrazione che provavo per Marco sta iniziando a trasformarsi in odio!

Sandra socchiude gli occhi e mi fissa studiandomi, poi sbotta spazientita.

- Allora? Che ti ha detto? - 

Trattengo un lamento, ma sono parecchio infastidita e in un momento di menefreghismo assoluto, mi alzo dalla sedia, incrocio le braccia sul petto ed esplodo:

- Senti Sandra, se vuoi prenderti quel cretino alza i tacchi e chiedigli di uscire! Ma sappi che l'unica cosa che è in grado di dare ad una donna è una notte insonne: che sia di sesso o di pensieri sta a te deciderlo! Fossi in te opterei per quella di sesso, ma non aspettarti niente di più serio o duraturo! -.

La capa mi guarda a bocca aperta, le braccia le cadono lungo i fianchi. La sua espressione da incredula passa a furiosa.
- Ci sei andata a letto? -
- No! - rispondo offesa.
- E allora come fai a sapere queste cose? -
- Perché le sanno tutti in ufficio - sento la sua voce alle mie spalle.
Mi giro e vedo Marco sulla soglia dell'ufficio con la mano che stringe la maniglia della porta.
- La porta non era completamente chiusa, si sentivano le vostre voci - si giustifica lui.
Vorrei sprofondare. Ha ascoltato tutto, mi sento morire di vergogna.
Sandra avvampa e inizia a balbettare.
È questo che odio di lui, rende tutte le donne dei molluschi senza spina dorsale.

- Oh Marco, io...mmm mi dispiace. Sono mortificata. Ti ho messo in imbarazzo di fronte tutto l'ufficio - si scusa la capa.
- Beh in realtà il fatto che lei voglia uscire a tutti i costi con me è lusinghiero. Ma non vorrei fomentare altre voci sul mio conto, quindi preferirei declinare qualsiasi invito da parte sua. Mi parrebbe davvero inopportuno che il capoufficio esca con un dipendente del suo stesso ufficio - mentre dice queste parole mi guarda come volesse sbranarmi.

Incredibile è riuscito ad evitare con eleganza, e con velate minacce, di uscire con Sandra e nel frattempo mi ha anche messa a posto. Il tutto con un unico discorso!

Sandra abbassa lo sguardo mortificata e sussurra un "Certo", dopodiché ci congeda entrambi.
Appena usciamo dall'ufficio faccio per scappare alla mia scrivania, ma Marco mi afferra il polso e mi trascina alla macchinetta del caffè, a quell'ora deserta.

- Complimenti tigre! Adesso sei nei guai -.

Rosse Divergenze [Sospesa]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora