Osare o non osare? Questo è il dilemma

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- Hai un profumo buonissimo - Marco mi sta accompagnando al nostro tavolo e con il naso mi sfiora la base del collo, mentre si china per farmi sedere al mio posto.

Chiudo gli occhi tentando di non perdere il controllo, ma è decisamente difficile con lui accanto che mi dice certe cose.

- Non sapevo conoscessi uomini così affascinanti - decido di cambiare discorso.

Marco pare rabbuiarsi e si serve un bicchiere di Pinot grigio.

- Se ricordo bene ha detto di chiamarsi Claudio. In che sede lavora? - domando più per vedere la sua reazione che per sapere la risposta.

- Non è alla tua portata Merri - sentenzia Marco.

- Che vuoi dire? Non sono alla sua altezza? - replico offesa.

Lui come risposta mi circonda le spalle con un suo braccio e si avvicina al mio viso col suo. I nostri nasi si sfiorano ed io vengo invasa dal suo profumo. Sa di selvaggio, di rude, di virile. Nella mia mente si affacciano immagini di me e lui avvinghiati tra le lenzuola e involontariamente mi mordo un labbro, desiderosa di andare l'oltre l'immaginazione.

Scuoto la testa e mi allontano leggermente. Devo darmi un contegno: siamo in pubblico e ci sono centinaia di persone, nonchè tutti i nostri capi.

- In che stanza ti hanno messo Merri? - chiede con voce calda e gli occhi profondamente più scuri.

- La 247, secondo piano - i miei occhi non si scollano dalla sua bocca, ed io non capisco se è ancora colpa dell'alcool o sto completamente perdendo il senno.

- Direi che non poteva andarmi meglio...sono alla 245, proprio accanto alla tua - mi passa le dita sul collo facendomi rabbrividire.

- Marco, non so a che gioco stai giocando, ma ti prego di smetterla - tento di sembrare offesa e convinta della mia posizione.

- Tranquilla, ti ho detto che non avrai un'avventura di una notte giusto? - mi sta guardando con occhi intensi e caldi.

- Si - balbetto quasi delusa.

Che stupida sono! Do costantemente segnali contrastanti, col risultato di mandare in tilt me stessa!

- Bene, non l'avrai nè con me nè con nessun altro! - afferma come fosse la cosa più normale del mondo.

- Tu sei completamente squilibrato! Ciò che faccio nella mia vita privata sono affari miei! Marco, forse è il caso di ribadire il nostro rapporto: io e te siamo solo colleghi! - dico lentamente come stessi parlando con un minorato mentale.

- Siamo colleghi che provano attrazione l'uno per l'altra - dice facendomi scorrere un dito lungo una spalla nuda.

Deglutisco e mi sistemo meglio davanti a lui. Devo avere pieno controllo di tutte le mie facoltà, fisiche e mentali. Il mio cuore batte all'impazzata: Marco ha appena ammesso di essere attratto da me, quindi non è più un gioco, per davvero.

Al momento sono nel panico. Non so se confermare la sua tesi o far finta di nulla.
- Merri, a me non va più di nasconderlo. Pensavo fosse solo un passatempo tra colleghi, ma è da un po' che anche fuori l'ambiente lavorativo ho voglia di scherzare con te e provocarti...poi mi danno fastidio tutti questi uomini che ti ronzano attorno! La tua ingenuità è frustrante per me! - prosegue lui, incurante dei nostri colleghi che iniziano ad interessarsi alla nostra conversazione.
- Marco...punto primo: non sono ingenua come pensi! Punto secondo: questo non è il luogo per parlarne! - la mia voce tremula.

Il mio collega sorride e si ricompone, fingendo indifferenza verso gli altri.

Entra in sala il grande capo e tutti tacciono, poiché ora il festeggiato si cimenterà in un brindisi di benvenuto seguito da un discorso.

Mentre gli invitati rivolgono la loro completa attenzione al nostro datore di lavoro, Marco mi poggia una mano sulla gamba sotto al tavolo. Sussulto colta alla sprovvista.

Gliel'afferro e tento di toglierla, ma lui salda la presa e incrocia le sue dita con le mie. Mi volto verso di lui stupita.

Marco si avvicina discretamente al mio viso e a bassa voce mi dice che quando ci sarà il cambio di abiti, vorrebbe parlarmi e approfondire il discorso iniziato prima.

Mi sento lo stomaco sottosopra, sono tesa ed emozionata allo stesso tempo. Continuo ad immaginarmi scene di me e lui a letto assieme. Oppure lui che mi dice che stava scherzando e finisco col mollargli uno schiaffo. Così a rotazione. Non ci capisco niente, ma soprattutto non so cosa sperare.

Andiamo avanti così da settimane. Giulia mi dice di buttarmi e di non pensarci più, ma è chiaro a tutti che non sono capace di un'avventura. Rischierei di ferirmi e dopo il dover affrontare ogni giorno Marco a lavoro...Oh Mio Dio! Non sarei sopravvissuta anche a questo! Non dopo un quasi matrimonio ed una convivenza finita male.

Il discorso è finito e così anche il brindisi.

Marco si alza dalla sedia e mentre saluta gli altri, dirigendosi verso la sua camera per il cambio abito, mi guarda e mi fa segno di raggiungerlo.

Cosa devo fare?

Rosse Divergenze [Sospesa]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora