E festa sia!

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Gio passa a prendermi per le 16, in un paio d'ore dovremmo essere al lago di Como.
Non indosso il vestito di chiffon, lo metterò per cena quello, però ho un abito da cocktail color Tiffany adatto sia per il giorno che per la sera.
Questi eventi mi emozionano e mi stressano allo stesso tempo. Devo portarmi dietro una valigia con almeno 4 cambi d'abito, più il pigiama per la notte. No, nessuna vestaglia sexy, questa notte dormirò o al massimo mi rigireró nel letto da sola. Sicuramente non avrò compagnia.
- Io non ci giurerei, fossi in te - dice Gio mentre aspettiamo il suo compagno.
- Gio, non ti ci mettere anche tu! - lo rimprovero.
- Andiamo Rosi, tu credi davvero che ti lasceranno in pace. Già con quell'abito che stai indossando mi fai venire dei rimorsi per averti lasciata...-
- Ti ho sentito sai! - è il suo compagno che entra in macchina.
- Leo, ti presento Rossana - Gio mi indica, ed io stringo la mano al nuovo arrivato.
- Comunque è vero mia cara, persino un gay deve ammettere che sei da sbattere sul letto con quel vestito - dice crudo Leo.
Rido, ma mi stanno decisamente mettendo in ansia con i loro apprezzamenti.

Arriviamo a Como, un'altra ventina di minuti e saremo alla Villa. Mi si stanno attorcigliando le budella, detto molto finemente!
Mi sento come una 15enne alla sua prima uscita in discoteca! Assurdo.
Scendo dalla macchina e mi guardo attorno alla ricerca dei miei colleghi. Ma chi prendo in giro? Alla ricerca di Marco!
Non lo vedo, ma trovo Giulia anche lei in abito da cocktail.
Saluto Gio e gli dico che ci vedremo più tardi in giro.
Un facchino mi si avviccina e mi prende la valigia da mano.
- Signora questa gliela metto in camera! Se mi dice il suo nome le do numero e chiavi -.
Do le mie credenziali e subito mi viene dato ciò che mi era stato promesso.
Anche Giulia, nel frattempo, mi ha vista e mi sta venendo in contro.
- Ciao Rosi!!! - mi saluta con un po' troppa enfasi.
- Giuli a quanti drink sei? - le domando preoccupata.
Mi si avvicina all'orecchio e tra una risatina e l'altra mi sussurra che è al terzo.
- Ma Giuli! Cosa combini? - la rimprovero.
- Oh tesoro, mi concedo di essere alticcia una volta l'anno, non riprendermi facendomi sentire in colpa dai! - dice ridacchiando.
Mi addolcisco e mi faccio accompagnare verso il mio primo drink.

La festa procede bene: la gente chiacchiera, ci si ritrova tra vecchi e nuovi colleghi, l'alcool va giù divinamente assieme agli stuzzichini che i camerieri portano su eleganti vassoi.
Dopo il primo drink mi sono sciolta, mi sento più tranquilla e rido facilmente.
Chiacchiero con Giulia, poi raggiungo Gio e il suo compagno, che mi presentano altri colleghi. Di nuovo Giulia, che nel frattempo ha trovato Veronica, poi Giorgia delle risorse umane e ad un certo punto mi gira un sacco la testa.
Senza dire niente a nessuno mi dirigo verso un angolo del grande parco della villa. C'è una panchina in marmo bianco. Mi siedo lì, è sovrastata da una quercia che fa ombra: si sta decisamente bene.
Chiudo gli occhi e butto la testa all'indietro ispirando ed espirando un paio di volte. 

- Tutto bene? - una voce gentile e calda mi sorprende.

Apro gli occhi e mi ritrovo davanti un affascinante uomo sulla quarantina, dai folti capelli neri e gli occhi di un verde scuro, mai visti primi. Mascella squadrata con un accenno di barba fatto ad arte, spalle ben piazzate e gambe decisamente robuste.

Indossa un paio di jeans color senape, una camicia azzurra e sulle spalle ha poggiato un cardigan blu scuro.

Sorrido, i fumi dell'acool sono ancora in giro per il corpo e stranamente mi sento a mio agio davanti a quest'uomo.

- Si, solo qualche drink di troppo - ammetto accavallando le gambe in modo audace.

- Capisco, anche io ho dovuto fermarmi...mi terrò per la cena è il dopocena - si mette le mani in tasca e mi guarda incuriosito.

- Non ti ho mai vista prima - si dondola lentamente da un piede all'altro osservandomi da capo a piedi.

- Non sono di qua e a queste feste di solito me ne sto in disparte - rispondo fissandolo dritto negli occhi.

- Strano, una come te non passa molto inosservata - afferma sedendosi poi accanto a me.

Già, i miei capelli solitamente attirano gli sguardi, ma credo che quest'uomo si stia riferendo ad altro,

- Piacere, Claudio - mi allunga la mano per presentarsi.

Afferro la sua mano e mi trasmette sicurezza, forza, carattere.

- Rossana, piacere - lui lascia andare la stretta molto lentamente.

- Un bel nome, per una bella donna - 

- Ahaha! Andiamo, non sai fare di meglio? - la voce di Marco mi coglie alla sprovvista.

Claudio si alza e gli va in contro. Temo che stiano per offendersi e invece si stringono la mano e si danno pacche sulle spalle.

- Vecchio Casanova che non sei altro! - lo apostrofa il mio collega.

- E te? sempre single a caccia di quella giusta? -

Come? Cosa odono le mie orecchie? Marco a caccia di quella giusta? La giusta scopata forse!

- Si, ma al giorno d'oggi si fa fatica a trovare una donna che voglia una relazione stabile, che non pensi solo alla carriera e che voglia metter su famiglia - risponde quello puntandomi addosso il suo sguardo.

Mi sento andare a fuoco, volto la faccia dall'altra parte e incrocio le braccia sul petto.

- Beh quindi hai già conosciuto la nostra Rosi - mi indica Marco venendo verso di me.

- Si, e devo dire che è una donna molto bella, nonchè simpatica per la breve conversazione che abbiamo avuto...prima che  ci interrompessi! - Claudio gli dà una pacca sulla spalla e ridacchia.

- Scusa amico, dopo te le lascio se vuoi, ma ora dobbiamo avviarci ai tavoli che sta per iniziare la cena - Marco mi allunga la mano, affinché la prenda per alzarmi dalla panchina.

Il contatto è elettrico. Mille brividi mi percorrono la schiena e il mio cuore fa le capriole.

- Andiamo MIA cara collega, la prima portata ci attende - sottolinea e rimarca la parola "mia", mettendomi la mano sopra il suo braccio e accompagnandomi verso la grande sala come un vero cavaliere.

Rosse Divergenze [Sospesa]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora