Rosse divergenze

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Eccomi. 35 anni. Single da qualche mese. Sto correndo come una pilota professionista in macchina, nella mia Opel Corsa blu. Sto andando a lavoro e sono in ritardo, o meglio sono potenzialmente in ritardo.
Mi guardo nello specchietto retrovisore: per essere una trentacinquenne non sono affatto male! Ho lunghi capelli rossi e mossi, le efelidi che ho sulle guance mi danno un tocco infantile e quindi mi ringiovaniscono parecchio! Ho il viso tondo e minuto, ho un taglio di occhi che ricorda quello dei felini e le mie iridi sono verdi con pagliuzze gialle. Vado in palestra due volte la settimana e appena inizia la primavera, la sera passeggio sempre lungo il fiume.

Sono le 8:25! Timbro per un pelo ed entro in ufficio: si, anche 'sta volta ce l'ho fatta!
Non amo alzarmi presto, ma neanche poltrire a letto. Ho un mio orario e inconsciamente lo rispetto: ne un minuto prima, ne un minuto dopo!
Il problema è che spesso perdo tempo a decidere gli abbinamenti dei vestiti, o a fare colazione! Di sicuro non mi dilungo nel trucco, anche perché al mattino non mi impiastriccio mai, sono troppo assonnata per disegnare bene la linea della palpebra superiore con la matita.

Saluto i miei colleghi e mi dirigo verso la mia postazione.
- Caffè? - una voce calda e solare mi sorprende alle spalle.
Mi volto e non posso fare a meno di sospirare dentro di me e apprezzare questa magnifica visione.
- Grazie Marco, ma non posso: sono arrivata a pelo ed ho un sacco di cose da sbrigare prima delle 10! - rifiuto il suo invito al rito mattutino di noi colleghi e con un sorriso lo congedo.

Marco è uno del nostro ufficio  è più giovane di me di 3 anni ed è dannatamente attraente: atletico, occhi scuri e magnetici, capelli castani, sorriso sincero e una bocca da...beh lasciamo stare.
La nostra capa non fa altro che fargli il filo: vuole portarselo a letto da quando lo ha assunto; gli chiede spesso di fare straordinari per poter restare da sola con lui in ufficio.
Poi c'è Veronica, che gli palpa il sedere ogni volta che gli passa accanto e lui si limita a ridere e a scuotere la testa. Io e Giulia abbiamo scommesso su chi delle due se lo porterà a letto per prima, tra la capa e Veronica!

Ma non tutti adorano il nostro Marco. In fondo all'ufficio c'è Sergio, ha la mia età e sospetto abbia un interesse per me, ma siamo sempre rimasti su un livello professionale.
Sergio non sopporta Marco perché l'attenzione femminile è tutta orientata sul giovane collega, invece che su di lui.

Mando indietro la testa, poggiandola sullo schienale della sedia e sospiro. Sento lo sguardo di Sergio su di me, abbasso gli occhi e noto che la mia camicetta è un po' troppo sbottonata. La riallaccio subito e quando rialzo lo sguardo mi ritrovo Marco davanti che sorride, con un bicchierino di caffè in mano.
- Peccato... - dice sornione porgendomi il bicchierino.
- Per cosa? - domando stralunata.
- Hai chiuso la camicetta! - spiega, come se niente fosse.
Boccheggio avvampando e tentando di afferrare il bicchierino, che invece cade miseramente sulla mia gonna.
Porca miseria! È iniziata bene la giornata!

- Andiamo in bagno che te la pulisco? - si propone il mio collega, con un sorriso strafottente sul viso.

C'è una cosa che non vi ho detto del mio ufficio: siamo 2 contabili, 1 tecnico informatico e 2 commercialisti. Lavoriamo per una "piccola" azienda di import ed export, che ha 2000 dipendenti, tra operai, tecnici e quadri.
Nel mio ufficio siamo molto diligenti e precisi, però spesso capita che per smorzare il clima serio e prenderci delle pause, si inizia a scherzare tra colleghi in un modo un po' particolare: facciamo delle scommesse che implicano sfide da vincere, pegni da pagare e tante, tante allusioni sessuali.

Ora il qui presente Marco ha perso una sfida e cioè quella di riuscire a tirare una pallina di carta nel cestino, ad occhi bendati e di spalle. Il pegno di questa scommessa? Fare il servetto di tutte le colleghe donne dell'ufficio, per una settimana!
Ecco con me, temo si stia rivelando un po' troppo zelante!

- No Marco, grazie. Nella pausa pranzo corro a casa e mi cambio. Tanto stamattina non ho nessun appuntamento, solo tante pratiche da sbrigare. E poi come avresti fatto a pulirla? Hai uno smacchiatore con te? - domando sorridendo a mia volta, però per prenderlo in giro.

Tutti i colleghi ci stanno guardando, adorano i nostri teatrini.
Marco si avvicina a me, troppo vicino, ma io non mi muovo di un millimetro.
Poggia le mani ai lati della scrivania, imprigionandomi sotto di se.
- Te l'avrei tolta - soffia caldo sul mio viso.
- E poi? - incalzo io, senza staccare i miei occhi dai suoi.
- Basta, ti avrei lasciata in mutande con i pelazzi sulle gambe! - si alza di scatto ridendo.

Ecco di solito facciamo così, ci prendiamo in giro, creando della suspense e poi finiamo col dire delle cavolate.
Questa è la dinamica che c'è tra me e Marco, ma con gli altri colleghi si va sul pesante. Veronica è decisamente più spinta e Sergio è esplicito. Troppo esplicito.

- Sei il solito scemo! - rido con Marco.
- E tu la solita spudorata! Lo sai che se vuoi un servizietto da me non hai che da chiedere! - si, anche Marco è spinto ed esplicito, ma il suo modo di fare è sbruffone, gioviale e non mi mette in imbarazzo.
- No, se c'è qualcuno che le farà un servizietto, quello sono io! - interviene Sergio.
Lo guardo un po' schifata, ma prima che possa rispondere, Giulia dice la sua:
- Wow due veri gentiluomini che si battono per la virtù di una donna! -
- Macchè virtù? Questa la da a destra e a manca! - sfotte Marco.
- Sono mica come te, che di secondo lavoro fai il gigolò! - rispondo io.

Ragazzi sono solo le 9:40 del mattino, figuratevi com'è il resto della giornata in questa gabbia di arrapati!

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