Capitolo 22.

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MARCEL/HARRY

Sono uscito da casa sua con un obbiettivo, di infrangere quel muro maledetto, ma mi sono arreso il giorno dopo, andando da lei dove lavora mi ha praticamente buttato fuori di lì, non ha voluto sentire ragioni, lo so che sono stato uno stronzo a lasciarla lì in casa sua dopo una serata magnifica ma non potevo fare l'amore con lei, perché per lei non è fare l'amore, per lei è fare del sesso selvaggio.

Sono state settimane strazianti senza di lei, senza vedere il suo viso, senza i nostri battibecchi mi manca anche il modo in cui mi chiama sfigato sono pazzo lo so, ma pazzo di lei.
Le settimane passavano precisamente dodici settimane e tre giorni , sì le ho contate, come potrei non contarle? Più passavano  e più mi arrendevo, non sono passato  neanche una volta a vedere che faceva, mi sono rinchiuso un'altra volta in me stesso, e questo mi fa rabbia, ma non ci posso fare niente sono fatto così.

Uno giorno mi sono detto okay lo persa e ora che si fa? Così ho chiamato mio padre che non sentivo da ben tre anni, ora vi state chiedendo perché uno sfigato come me se ne andato di casa, per il semplice motivo che provengo da una famiglia di nobili origini e di regole ce ne sono e anche molte, fino a quando dovevo eseguire delle sempkuci regole come andare a feste di beneficenze o svegliarmi ad un orario adeguato mi stava bene , ma quando un giorno mio padre mi chiamò per andare nel suo studio a riferirmi che nella nostra famiglia c'è la regola del matrimonio combinato lì non ci ho visto più,  mi sono rifiutato di accettare questa regola, io credo nell'amore, amore puro, amore incondizionato,  l'amore che con un solo sguardo ti fa sciogliere dentro volevo una vita di amore no una vita con una ragazza che non conoscevo, mio padre è andato su tutte le furie, mi voleva far ragionare mi ha mostrato anche la ragazza a cui è stato permesso di sposarmi era bella da perdere il fiato ma non la conoscevo neanche, come potevo sposarla se non l'amavo?
Io e tua madre ci siamo sposati così
Parole di mio padre, loro l'hanno voluto ma io non voglio, così ho fatto i bagagli e me ne sono andato di casa, mi sono iscritto al college con i soldi dell'eredità e con esse ho affrontato questi tre anni, credevo fermamente di trovare la ragazza giusta che si innamorava di me ma non lo trovata, anzi sono io che mi sono innamorato di quella ragazza che mi ha cambiato ma non lei, così come ho detto ho chiamato mio padre per farmi tornare a casa ed accettare la proposta di matrimonio combinato con quella ragazza se era ancora disponibile
Ragazzo mio l'abbiamo scelta da quando è nata, è tua nessuno te la porterà via.
Perbacco sono ventuno anni che mi aspetta, ventuno anni che lo sanno e a me nessuno ha mai detto niente, ma ora come ora non importa l'unica ragazza che amo veramente non vuole più saperne di me.

Così in quindici giorni hanno organizzato questa festa di beneficienza e mi è stato conferito che ci sarà anche il mio fidanzamento, gli ho detto un mare di cazzate ma come potevo dirgli tutto questo? Lei una semplice  barista io un ereditiero si sarebbe sentita fuori posto ecco.

"Nervoso?" Mia madre mi domanda per la centesima volta aggiustandomi la cravatta

"Per niente!" Gli rispondo indifferente

"Meno male! Impazziranno tutti quando ti vedranno così cambiato, ancora non mi hai detto il perché di questo cambiamento" non voglio rispondergli, perché se lo farò i ricordi si faranno più insistenti nella mia mente e non ce la farò ad andare avanti per questa cazzata

"Così,  volevo cambiare" scrollo le spalle e lei si accontenta per questa risposta ma io vorrei urlargli mi ha cambiato una ragazza strafottente, che si ritiene una merda per tutto, una ragazza orgogliosa con un muro così spesso e infragibile che se lo terrà per tutta la vita e che io non ho potuto salvarla

"Allora noi andiamo ci hanno chiamato resta qui fino a quando non sentirai i vostri nomi!" Gli faccio di si con la testa e se ne va, resto da solo con la mia consorte che sa quando è entrata non mi ha tolto gli occhi di dosso neanche un secondo, doveva vedermi quattro o cinque mesi fa quando ero uno sfigato , volevo proprio vedere se accettava di sposarmi, l'unica persona che mi ha accettato per come ero se ne andata dalla mia vita e non la rivedrò mai più.

Ci chiamano è ora di fare l'ingresso in sala , porgo la mano a...... non ricordo come si chiama non mi interessa più di tanto, lei l'accetta con un sorriso e varchiamo la soglia per il patibolo.

Il fascio di luce ci illumina dopo che mio padre ha finito di parlare, mi sento un perfetto idiota, all'improvviso le luci si accendono e contemporaneamente sento un tonfo stridulo alla finitura delle scale, una ragazza vestita da cameriera sexy con tanto di maschera dove l'hanno tolta tutti si guarda intorno impacciata, dai è solo un vassoio poi indirizza il suo sguardo sul mio e incomincio a sudare freddo non so il perché,  la guardo e lei altrettanto poi con un movimento si toglie la maschera e rimango impietrito.

"Selena!".

Buondì bella gente non preoccupatevi non vi rimango a bocca asciutta continuerò a breve, piaciuto il capitolo se ci soni errori mi scuso e che non ho tempo di rileggerlo.

Alla prossima ciaoooo

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