Capitolo 12

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( Mia POV )

- Mani contro il muro e spingo con tutta la forza che ho in corpo. - 

" Basta! Ti prego! "- strillo stremata.
Ogni mio sforzo è inutile. -

" Basta, basta per favore! " - urlo forte senza ricevere risposta.

Improvvisamente le pareti smettono di stringersi.
Pian piano indietreggiano creando una specie di corridoio immerso nell'oscurità.

Cosa dovrei fare? Camminare?
Dove mi porterà?

Faccio un respiro profondo e chiamo a raccolta tutto il coraggio che ho in corpo.
Cammino fino a quando una luce accecante a pochi metri da me mi costringe a chiudere gli occhi.
Li apro leggermente e intravedo una figura.
Non riesco a riconoscerla. -

" Rimarrai qui. " - la sua voce è strana.
Sembra che abbia due voci, una più cupa e una più acuta.
Un fischio assordante mi riempie le orecchie. -

" Qui dove? " - domando cercando di mettere a fuoco. -

" Li. " - alza lentamente il braccio. Mi sposto di lato e osservo il suo indice indicare il lungo corridoio buio.
Osservare l'oscurità mi fa sentire a disagio, in pericolo. -

" Cosa c'è lì? " - chiedo senza smettere di fissare l'immensa oscurità che prepotente, prova a sovrastare ogni forma di luce. -

" Tutto ciò che deve uscire dalla tua vita. " - sento il mio battito accelerare. -

" Non puoi essere più preciso? " - la luce inizia a diventare meno accecante ma continuo a non riuscire a capire con chi sto parlando. -

" Dovrai capire tu chi e cosa tenere con te.
Dovrai fidarti.
Vieni con me, ti mostrerò una cosa. " - riluttante, seguo la figura misteriosa costantemente avvolta da questa specie di luce celestiale. -

" Ciò che vedrai potrebbe sembrarti strano, ma se mi ascolterai, ciò che vedrai rimarrà solo un immagine. "- entro in una specie di stanza bianca.
Sono sola, mi guardo intorno cercando la misteriosa luce. -

" Dove sono? " - ci sono tante foto che fluttuano intorno a me.
- Dovresti mangiare meno prima di andare a dormire. -

Mio Dio anche qui sei!

" Non dimenticare. " - tuona la stessa voce di prima.
Tra le mani mi compare una foto.
Sono io da piccola.
Lascio la foto che sale verso l'alto.
Ne afferrò un'altra, questa è un minimo più recente.
Siamo io e mia madre a Natale.
Avevo diciassette anni, più o meno.
Osservo meglio e noto che dietro di me c'è mio cugino Raffaele che discute con qualcuno.
Non riesco a capire bene chi sia, sono in cucina e la porta è quasi completamente aperta. -

" Lui aveva capito chi era il ragazzo che amavi. " - mi si gela il sangue nelle vene. -

" Sonche! " - rimbomba una voce nella mia testa.
Lascio la foto che sale veloce come l'altra. -

" Non capisco.
Prima mi dici che devo fidarmi e poi mi fai vedere questo...
Mi sono fidata di lui! "- urlo iniziando a innervosirmi.

" Non tutti sono come lui. " - mi si piazzano diverse foto davanti. -

" Queste persone, ti hanno dimostrato più volte di essere sincere con te. " - guardo una foto e vedo Ivan e Ash, un'altra foto, mia madre... tante altre foto, tutti i miei familiari e in fine, una foto in particolare.

Filippo ed io.
La nostra prima vacanza...
Sorrido all'obiettivo mentre lui mi da un bacio sulla guancia.

La lascio ma non sale verso l'alto, non sparisce.
Cade verso i miei piedi, lenta come se fosse una foglia secca. -

" Sarai tu, l'artefice di ciò che verrà. " - sono di nuovo in quel posto buio. -

" Ma fino a quando rimarrai incatenata ai ricordi che tanto ti spaventano, rimarrai qui. " - qualcosa mi tira con forza nel buio più totale, la luce che vedevo scompare velocemente e rimango sola con delle catene ai polsi. -

" No, non voglio rimanere qui... No! " - urlo strattonando le catene. -

" Mia, Mia! "- Filippo mi chiama scuotendomi.
L'abatjour illumina il volto preoccupato di Filippo. -

" Stai bene? "- annuisco disorientata. -

" Che ore sono? " - domando passandomi le mani sul volto. -

" Le 4 più o meno.
Hai fame? "

- Molta. -

" No, tranquillo. "

- Che pazienza. -

" Incubo? "- annuisco. -

" Perché siamo nello stesso letto? " - domando confusa. -

" Ti sei addormentata sul mio letto, si è fatto tardi e beh, avevo sonno. "

" Potevi svegliarmi. " - ribatto come se fosse la cosa più ovvia da fare. -

" Volevo restare ancora un po' con te. " - prova a giustificarsi. -

" Allora vado, non voglio disturbarti ulteriormente. " - mi alzo ma lui mi afferra per un polso.
Le immagini delle catene ai miei polsi si ripresentano con prepotenza facendomi sentire improvvisamente in pericolo. -

" Aspetta, puoi restare se vuoi. " - non del tutto convinta mi siedo sul bordo del letto.
Si alza leggermente poggiandosi con la schiena alla testiera del letto. -

" Sembra una faccina. " - dico sorridono leggermente. -

" Cosa? " - mi guarda stranito.
Indico il suo petto nudo. -

" Certo che ne hai di fantasia eh. " - ironizza lui.
Faccio spallucce.
Si stende e io faccio lo stesso.
Scruta il mio viso per qualche minuto senza aprire bocca. -

" Mentre dormivi piangevi... " - abbasso lo sguardo sul piccolo ciondolo che porto al collo. -

" Ti va di dirmi cos'hai sognato? " - ispiro profondamente. -

" Faccio lo stesso incubo da mesi ormai.
Dalla sera in cui sono tornata a casa dopo il rapimento...
Ma stavolta era diverso.
Filippo... " - mi sposta una ciocca di capelli dietro l'orecchio. -

" Dimmi. " - sussurra a pochi centimetri da me. -

" Mi manchi... " - bisbiglio prima di nascondere il viso nel suo petto. -

" Mi manchi anche tu.
Tantissimo. "

- siete due teste di rapa. -

" Domani, o forse sarebbe meglio dire oggi, dobbiamo parlare. " - annuisco.
Mi stringe a se. -

" Buonanotte tesorini. " - farfuglia Massimo seguito da un fruscio di lenzuola. -

" Buonanotte,  Massimo. "- diciamo all'unisono io e Filippo. "

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