Capitolo 28

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Mia POV

" No, Filippo. Non andrò da uno stramaledetto strizza cervelli. " Filippo sospira stremato tenendo i pugni ai lati dei fianchi.

Inclina il capo verso il basso e resta in silenzio per qualche secondo mentre io strofino con foga la padella sporca con una spugnetta.

Sono due mesi che sono fuori dall'ospedale.
Due mesi, che Filippo fa di tutto per convincermi a tenere un colloquio con uno psicoterapeuta.

" Parlare con qualcuno potrebbe aiutare, perché non ci provi? " getto con stizza la spugnetta nel lavabo pieno d'acqua e schiuma e sbatto la pentola sul bancone.

" Ma perché non la smetti di insistere Filippo? Sto bene! " urlo crucciata.

" No che non stai bene! Per niente! Questo lo dimostrano le tue occhiaie, il tuo sussultare e restare in una specie di stato ti trance ogni volta che c'è un rumore improvviso! Dimostri di non stare bene quando per strada ti guardi le spalle ogni secondo.
Quando prendi il tuo cuscino e vai in salotto a dormire sul divano. " mi fissa esasperato. Gli do le spalle e mi tengo al lavabo stringendo il labbro inferiore tra i denti.

" Abbiamo deciso di convivere per passare più tempo insieme! Ti ho proposto questa cosa affinché tu ti sentissi meno sola e più al sicuro. " sento un terribile nodo risalirmi la gola. Stringo forte i pugni.

" Ogni volta che provo ad avvicinarmi diventi un pezzo di legno.
Non so cos'altro fare per dimostrarti quanto ti amo. " mi giro a guardarlo recuperando un briciolo di sicurezza.

" Un pezzo di legno? Abbiamo fatto sesso tre giorni fa! " Filippo mi guarda allibito.

" Cosa? No, accidenti Mia! Non mi riferisco a questo. " si avvicina a me afferrandomi le mani.

" Non voglio fare sesso con te. " lo guardo confusa, un vortice ci pensieri mi distrae in continuazione.

" Io voglio amarti, Mia. " resto interdetta scrutando i suoi occhi scuri.
Mi sento completamente stordita, come sotto l'effetto di un sonnifero. Sì, ho sonno. Sono stanca.

" Ma tu non me lo permetti. " ritorno in me e questa volta guardo Filippo e riesco a vederlo per davvero.

Libero le mie mani dalle sue e lo bacio.

Ricambia il bacio per poi fermarsi qualche secondo dopo.

" Prometti che ci proverai, almeno. " fisso i miei occhi nei suoi sperando cambi idea e lasci perdere ma così non accade ed io mi ritrovo ad annuire rassegnata.

" Davvero? " domanda entusiasta. Annuisco passandomi una mano tra i capelli.

" Perfetto! Domani mattina, ti accompagno io, vado in palestra e passo a prenderti. " lo guardo sorpresa.

" Hai già prenotato? " mi rivolge un ghigno soddisfatto.

" Prenoto da mesi, tesoro. " alzo gli occhi al cielo sorridendo e riprendo a lavare le stoviglie.

" Hey, lascia perdere un attimo questa roba. " esordisce Filippo togliendomi la spugnetta da mano e gettandola via.

" Uno, perché abbiamo la lavastoviglie;
Due, io e te adesso abbiamo da fare. " mi afferra per mano e mi trascina in camera.

Apre il mio armadio e si mette a frugare tra i miei vestiti.

" Filippo, mi spieghi che stai facendo? " prende un vestito bianco dall'armadio.
Lo poggia sul letto e io rimango a fissarlo a lungo.

Il vestito mi arriva una decina di centimetri più in su del ginocchio.
È aderente, con ricami in pizzo a maniche lunghe anch'esse in pizzo.

" Questo è perfetto! " esclama porgendomelo.
Lo prendo senza smetterla di guardarlo in modo interrogativo.

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