Capitolo 18

260 19 0
                                    

( Mia POV )

" Ale, no Ale così vi fate male! " - corro da una parte all'altra del reparto cercando di tenere i bambini sotto controllo. -

" Mia ma io ho fame! " - piagnucola una bambina dal viso paffutello. -

" Lo so tesoro, ma devi aspettare la mamma. " - le accarezzo i morbidi boccoli rossi. -

" Mia! Mia! Come si chiamare questo? " - sorrido al piccolo Alessandro che mi viene in contro con un libro di immagini 3D. -

" Si dice, 'come si chiama', va bene? Comunque, questa è una tigre. " - sorride soddisfatto e torna a giocare con i suoi amici.
Mi guardo intorno e vedo Luca, da solo, seduto su una delle tante sedie con un foglio bianco sulle ginocchia.
Mi avvicino lentamente.
È arrivato ieri, ancora non so perché è qui. -

" Ciao! " - sobbalza spaventato e il foglio che aveva sulle ginocchia finisce per terra. -

" Scusami, non volevo spaventarti. " - resta in silenzio, a fissare le manine che tiene in grembo.
Mi abbasso per raccogliere il foglio e scorgo una donna che mi osserva in lontananza. -

" Allora, ti va di disegnare qualcosa? " - provo a chiedere poggiando il foglio sulla sedia di fianco a lui.
Fa spallucce tenendo lo sguardo basso. -

" Disegnamo una macchinina? " - non risponde.
Penso a qualcos'altro e noto che ha un piccolo cavallo di plastica. -

" Allora disegnamo un cavallo, ti va? " - annuisce senza però guardarmi. -

" Ti aiuto? " - gli prendo un pennarello.
Fa dei segni a caso sul foglio. -

" Chi sei? " - balzo in piedi e mi giro per vedere chi mi ha appena rivolto la parola. -

" Mia, piacere. "- è la donna che mi osservava, affiancata da un uomo poco più grande di lei. -

" Sei un'infermiera? " - domanda trepidante. -

" Beh ecco, lavoro qui, sono una fisioterapista. "

" E che ci fai qui? "- sembra sia arrabbiata con me, ma non riesco a capire perché. -

" Quando finisco il turno vengo qui, per aiutare Sara.
I bambini certe volte sono davvero irrequieti... Do solo una mano. " - dico con un alzata di spalle.
Guarda Luca che continua a scarabocchiare per poi spostare lo sguardo da una parte all'altra del reparto.
Mentre aspetto che dica qualcosa vedo che è incinta. -

" Siete i genitori di Luca? " - visto che nessuno dice o fa nulla, provo a ricavare qualche informazione. -

" Sono sua madre, lui è mio fratello. " - annuisco senza aggiungere nulla. -

" Mia, giusto? Ho bisogno di parlarti. " - dice con voce flebile. -

" D'accordo. " - si gira per guardare suo fratello. -

" Porta Luca a casa, io arrivo. " - il ragazzo prende il bambino per mano ma quest'ultimo non reagisce bene al contatto. -

" Lo sai che odia essere toccato! "

" Scusa! Me ne dimentico. " - la donna scuote il capo e torna a guardami. -

" Andiamo. " - ci dirigiamo in una sala d'attesa vuota e ci sediamo una di fianco all'altra. -

" Che ha Luca? " - chiedo senza girarci troppo intorno. -

" Probabilmente, qualche problema neurologico.
L'hai visto com'è, no?
Non parla, non ti guarda negli occhi e non gioca con gli altri bambini. " - sento una morsa allo stomaco. -

Restart from now Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora