chapter 15

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"Shawn muoviti"

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"Shawn muoviti"

È tipo il quinto messaggio che gli invio, dato che Emma mi ha liquidata con un "oggi non mi sento bene, non vengo a scuola"
Io odio il Lunedì, figuriamoci se mi piace passarlo da sola, così sono qui ad aspettare che Shawn arrivi.

"Qual'è il problema?" sento la sua voce e finalmente mi calmo, voltandomi verso di lui.
Ha il fiatone e uno sguardo preoccupato.
Credo che si notino le mie occhiaie.
Ieri sera ho sentito piangere Sammy. È stato per qualche minuto, ma non sono più riuscita a dormire, ho paura di aver rovinato tutto. Di nuovo.

"Emma" dico.
"La brunetta?" mi fa segno di sedermi sul muretto di mattoni grigi all'esterno della scuola.
"Ecco... è complicata come storia, e non posso dirti tutto nei dettagli"
"Perché sono qui?" arriva al punto, guardandomi confuso.
"Perché ne ho bisogno" rispondo
"Ecco credo di aver rovinato nuovamente tutto" ammetto.
"Okay okay calma. In che situazione siete esattamente? Avete litigato? Invidi i suoi capelli? Vi piace lo stesso ragazzo?"
"Shawn!" lo fermo.
"Che c'è? a me piacciono i suoi capelli" scrolla le spalle ridendo.
Scuoto la testa sorridendo "Il problema è che io so cose su di lei che non dovrei sapere"
"Beh siete amiche. Non dovreste confessarvi i segreti o robe simili?"
"Certo che sei un consulente molto utile. Come ti sei documentato? Guardando lo sleepover club?"
"Ehi ehi" ride "Ho pur sempre una sorellina" alza le mani "E poi la prima stagione non è male"
Sbuffo, anche se divertita "Shawn sii serio, cosa devo fare?"
Sospira "Dille qualcosa su di te che lei non dovrebbe sapere" scrolla le spalle.
"E perché dovrei?"
"Perché sei sua amica"

"Shawn" sentiamo una voce da lontano ed incontro così gli occhi azzurri di Nash.
"Ora devo andare" mi lascia una bacio sulla testa "Dimmi poi come è andata" sorride.

Mi faccio coraggio ed entro nell'istituto.
Da domani inizierà a frequentare questa scuola anche mio cugino e non so se esserne felice o preoccupata.
Inizio a sperare che lui stia lontano da Emma per non procurare altri guai, ma mi rendo conto di essere orribile, lui ne è innamorato -almeno è quello che mi ha detto- e se Emma ha reagito così nel vederlo vuol dire che non gli è del tutto indifferente.

Tra circa un mese sarà Natale, così passiamo la giornata un pò discutendo in classe un pò appendendo festoni colorati per la prof d'arte.

All'uscita da scuola riesco a sentire l'euforia ovunque.
Il motivo principale è il concerto dell'ultimo dell'anno. Tutti non vedono l'ora di essere invitati da qualcuno o di salire sul palco.

Io non sono particolarmente eccitata da tutto questo. Di solito non ci vado con nessuno e non oserei mai salire sul palco, però mi piace osservare i ragazzini innamorati nell'auditorioum, convinti che la canzone che stanno ascoltando sarà "la colonna sonora della loro vita" per sempre. Sono ingenui, ma carini.
S

olitamente ci sarei andata con Cameron, come amici, ma non credo che quest'anno sia giusto farlo.

Ho deciso di andare a casa di Emma.
Devo assolutamente parlarle.

"Sarah" sento una voce chiamarmi e tolgo uno dei miei auricolari.
"Sammy?" fa giusto in tempo a salire sul pullman.
"Cosa ci fai qui?" chiedo.
"Dovrei chiederlo a te. Io passavo di qui e ovviamente vedo te in un bus che porta esclusivamente alle zone più malfamate della città. Mi sono preoccupato"
Sospiro. Non doveva scoprirlo.
"Dove stai andando?" chiede.
"Da Emma. E tu non puoi venire. Alla prossima scendi" dico seria.
"Cosa? non ci penso nemmeno. Al massimo rimango fuori ad aspettarti"
"Se vedessi dove vive lei mi odierebbe" quasi urlo, varia gente si volta confusa verso di me.
"Alla prossima scendi" ripeto categorica. Lui sbuffa e va a sedersi sul retro del bus. Spero mi ascolti.

Scendo poche fermate dopo, spero di non aver sbagliato.
Qui è pieno di gente, quindi non so se Sam mi sta seguendo, ma in ogni caso devo prendere un altro pullman per arrivare a casa di Emma, anche se volesse seguirmi sarebbe comunque facile perdermi di vista.

"Sarah" sento. Mi volto di nuovo, perché sembra che tutti mi perseguitino?
"Adesso chi..." mi interrompo osservando la bambina che sorride davanti a me.
"Eleonor" sussurro "Ma non avevi la febbre? E cosa ci fai tutta sola sull'autobus?" chiedo, abbassandomi al suo livello.
Lei scrolla le spalle "Sono andata lo stesso a scuola anche se ho qualche decimo, non posso saltare altri giorni. La mamma non poteva venirmi a prendere, papà invece è sempre a lavoro. Così spesso torno a casa da sola. È divertente" sorride.
È davvero una bambina stupenda.
"E Emma? lei non può passare a prenderti?" scuote la testa.
"Di solito esco un'oretta prima di lei da scuola, ma oggi sono andata a fare la spesa per la mamma" indica la borsa piena di roba che ha in mano.
La afferro subito "Sembra pesante, ti do una mano"
Lei lascia un sospiro di sollievo.
"Non dovevi" sorride poi.
Le prendo una mano "Ti accompagno a casa"

Scendiamo alla fermata che mi indica lei e camminiamo in vicoli sporchi che sembrano tutti uguali.
Il negozio di fiori è stranamente chiuso.
"La mamma non si sente bene" mi spiega Eleonor.
Così bussiamo al campanello dell'entrata principale della casa e Matthew viene ad accoglierci, nonostante per lui sia difficile muoversi con la sua sedia a rotelle.
"El non avevi le chiavi?" chiede, dopo avermi salutata.
"Le ho dimenticate stamattina" si gratta la nuca imbarazzata.
Suo fratello annuisce comprensivo.

"Sarah" Emma mi guarda confusa, ma sorride.
"Volevo vedere come stavi e parlarti, poi ho incontrato Eleonor e l'ho accompagnata a casa" dico, prima che possa farmi domande.
Mi fa segno di seguirla in camera sua e ci sediamo sul letto.
"Allora? Cos'hai?" chiedo, mentre con un messaggio avviso mia madre che farò tardi.
"Mal di testa" arriccia il naso.
La osservo meglio. Gli occhi rossi si vedono a chilometri di distanza.
"Lui prova ancora qualcosa per te" dico, lei sa a cosa mi riferisco.
"Se sei venuta qui per parlare di lui puoi anche andare" Dice, con tono rude.
"Non vuoi proprio parlarne eh?" sposta lo sguardo da un'altra parte facendo finta di non essere interessata.
"Facciamo così" sospiro "Tu mi hai fatto vedere dove vivi e mi hai fatto scoprire cose che probabilmente non avresti voluto scoprissi" si volta verso di me. Non posso credere di star per farlo.
"Credo dovresti sapere qualcosa su di me che nessuno sa" la guardo negli occhi, mentre lei ascolta attenta.

"Credo che mi piaccia qualcuno" ammetto. Ho chiuso gli occhi quasi impaurita.
"Che cosa!?" urla. Io la zittisco ridendo.
"Come si chiama? lo conosco?"
inizia l'interrogatorio.
"Non lo so e non lo so" ammetto.
Alza un sopracciglio.
"Come sarebbe a dire che non lo sai?"
Tiro fuori il diario "Non l'ho letto tutto, ma c'è qualcuno che mi risponde. Qualcuno che mi conosce davvero"
Lo afferra e inizia a sfogliarlo.
"Cavolo che ship" rido, la sua espressione è totalmente cambiata.
"Dobbiamo scoprire chi è"
scuoto la testa e abbassò lo sguardo.
"Sa dico sul serio. Là fuori c'è qualcuno che ti merita davvero" dice "E dire che io shippavo Sharah" aggiunge, facendomi sorridere.
"Ho paura di scoprire chi sia, di rovinare tutto" ammetto.
"Non lo farai" mi poggia una mano sulla spalla e mi volto "Se tieni davvero a qualcuno affronta tutto pur di far sì che le cose vadano avanti"
si rende conto di quello che ha detto e sussulta.
"Dovresti parlargli" dico, alludendo alla sua situazione con Sam.
"Non posso" abbassa lo sguardo "È diverso..."
"Non è diverso per niente" la interrompo.
"L'ho ferito" sussurra.
"Ma lo hai anche reso felice e puoi farlo ancora" rifletto su cosa che dire, e mi esce quasi spontaneo "siamo le cicatrici e i sorrisi sul volto dell'uomo"

Words ➳ Shawn MendesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora