chapter 9

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"Ma che cavolo significa?"continuo a guardare la pagina di matematica davanti a me come se fosse aramaico antico

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"Ma che cavolo significa?"
continuo a guardare la pagina di matematica davanti a me come se fosse aramaico antico.
"Che non hai studiato" borbotta Emma "Sarah non è così complicato" sbuffa per la millesima volta.
"E invece sì, se non lo fosse avrei finito i miei esercizi mezz'ora fa, come te" incrocio le braccia.
"Facciamo una pausa, magari riesci a collegare di più quando sei riposata" Non finisce neanche di parlare che mi alzo dal letto e corro fuori dalla stanza.
"Dove vai?" Mi urla Emma dalla stanza.
"Prendo aria" le rispondo dalle scale.
"Non lasciarmi qui da sola" la sento brontolare.
"Mamma noi usciamo" avviso mia madre che è rimasta in cucina per tutto il tempo.
Emma si é offerta di aiutarmi a studiare qualche giorno fa, non so neanche se sia mia amica, ma in questo momento non mi va di definirla in qualche modo, preferisco lasciare che le cose corrano senza porre categorie.

"Dove andiamo scusa?" mi raggiunge di corsa la bruna.
"Non lo so, ho voglia di passeggiare, la matematica fa male"
"Stare con te per più di cinque minuti fa male" ribatte lei, ricevendo una smorfia.
"Tu devi ancora raccontarmi di quel tipo" si avvicina.
"Chi? Shawn?" rido "Lascia stare, è complicato" le rispondo, prendendo il mio giubbotto.
"In che modo è complicato?"
"Non lo so" sospiro "siamo amici,  credo" penso a quello che è successo nei giorni passati, a quando ho pianto davanti a lui.
So che sono legata a lui in qualche modo, ma lo sono anche a Cameron, e al ragazzo del diario.
"È complicato" ripeto.
Il cellulare di Emma suona.
Osservo la ragazza che apre velocemente la cartella rossa per prendere il telefono.
"Matt?" sento la sua voce abbassarsi notevolmente.
Annuisce un paio di volte con uno sguardo concentrato, come se stesse cercando di imprimere le parole nella sua testa.
"Va bene, ci vediamo domani"
sorride e poi attacca.
"Chi era?" chiedo, mentre iniziamo a camminare per le strade della città.
"Ehm, mio fratello"
la sua voce sembra un sussurro in confronto alla mia.
"E perchè vi vedrete domani? Non dovresti vederlo questa sera a casa?" mi intrometto forse un pò troppo.
"Ehm, no lui... alloggia nei dormitori della sua scuola" si rigira i pollici con sguardo basso.
"Sarà" faccio spallucce "Fa freddino oggi" cambio discorso vedendola a disagio.
Lei mi ringrazia con lo sguardo
"Già, vieni prendiamo una cioccolata calda" entra in un locale e io la seguo.
"Come ti trovi a scuola?" chiedo, una volta che ci siamo sedute.
"Bene" sospira "Anche se c'è una tipa che mi sta alquanto antipatica" ammette "Non so come si chiami, è una di quelle biondine che non hanno mai niente di fare nella vita"
"Oh dimmi che non ti riferisci a Vanessa ti prego" la supplico.
"Ripeto. Non so come si chiami" gesticola "vado a ordinare, la fila è diminuita" si alza.
Afferro il cellulare aprendo instagram e cerco una foto in particolare.
La trovo poco dopo anche se è abbastanza vecchia, non posto molto.
Ci siamo io e Vanessa che sorridiamo sedute su una panchina del parco, sono più che sicura che quel sorriso fosse falso.

E' incredibile come le persone possano essere crudeli solo per essere felici, cosa ci gode certa gente nel vedere tristi gli altri ed essere gli unici a sorridere?
Mi tornano in mente le parole sul diario. C'è davvero qualcuno che tiene a me da qualche parte?
Eppure non so chi è ed ho solo paura, paura che possa di nuovo rovinare tutto come faccio sempre.
Potrei starmi solo illudendo.
Ho quasi voglia di lasciare tutto nel mistero. Perché è vero. Avrei potuto benissimo cercare di scoprire l'identità del misterioso ragazzo che scrive sul mio diario.
Avrei potuto nascondermi e aspettare che lui si avvicinasse al diario. Ma non l'ho fatto.
Non l'ho fatto per paura.
Paura che tutto cambiasse.

Poso lo sguardo su Emma che è ancora in fila e poi apro il diario.

15/11/1964 Quando Dave mi ha chiesto di uscire ero al settimo cielo.
Non credevo mi avesse notata, non credevo nessuno lo avesse fatto.
Ma a quanto pare non è così, domani alla festa di paese lo incontrerò di sicuro. Sono totalmente in ansia.
Forse non è davvero interessato a me, ma riesco solo a pensare al fatto che me lo ha chiesto.
Magari sono solo una ragazzina innamorata.
-Avery

Passo come sempre lo sguardo sulla pagina seguente, ormai è un'abitudine.

"Maybe I'm just a kid in love...
If this is what it's like falling in love
Then I don't ever wanna grow up"

Sorrido a quelle parole. E io? Sono innamorata?
Avevo una cotta per Cam, ma le cose sono cambiate. Almeno credo.

"Ecco qui" Emma si avvicina con due tazze in mano.
"sta diluviando" continua, guardando oltre la vetrina del locale.
Faccio spallucce "Fatti venire a prendere in auto"
"E tu?" Chiede, sorseggiando la sua cioccolata.
"Non so, aspetto spiova"
mi avvicino non curante la tazza alle labbra.
"Cavolo è bollente!" quasi urlo, facendo voltare mezzo locale.
"Sempre la solita" una voce alle mie spalle mi fa voltare.
L'ultima persona che volevo vedere.
"Ehm credo che seguirò il tuo consiglio, mi faccio venire a prendere" scatta in piedi Emma "Ci si vede" scappa via prima che possa fermarla.
Il ragazzo si siede a cavalcioni al posto di Emma.
Io fisso quella povera cioccolata lasciata da Emma. Non si spreca il cibo. Specialmente il cioccolato.
"Sarah" alzo lo sguardo verso il ragazzo.
"Vuoi continuare a prendermi in giro? Eh Cameron?"
Lui sbuffa "Mi dispiace okay? Mi dispiace. È solo che potevi dirmi che ti piaccio"
Quasi sputo la mia cioccolata "Tu non mi piaci! Semplicemente avevo un piccolo debole per te" incrocio le braccia.
"Avevi?" compie il mio stesso gesto "E adesso?"
"Adesso non so cosa provo, sono molto confusa" ammetto "Ma il sentimento più forte nei tuoi confronti è delusione"
Mi alzo dal tavolo lasciando lì anche la mia tazza.
Quel ragazzo mi fa salire un nervoso tremendo.
E il problema è che è vero.
Non so quello che provo.

Words ➳ Shawn MendesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora