Chapter 27

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Shawn mi guarda perplesso e io spero solo che la sua espressione si trasformi in un sorriso, in modo da avere un pò di sicurezza

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Shawn mi guarda perplesso e io spero solo che la sua espressione si trasformi in un sorriso, in modo da avere un pò di sicurezza.
Perché alla fine quelle parole le ho dette senza pensarci, senza riflettere prima di parlare, ho paura di aver totalmente sbagliato.
Abbassa lo sguardo e si alza dalla sua sedia, uscendo dalla stanza.
Lo seguo confusa e lo vedo intento a mettersi il cappotto.
Non pensavo l'avrebbe presa così, la paura si fa sentire forte.
"Allora?" chiede, mostrando finalmente un accenno di sorriso "Non vieni?"
Sospiro sollevata "Dove?" inizio a mettermi il cappotto.
"Non lo so" scuote la testa "Ho bisogno di camminare" mi tende una mano.
Mi avvicino titubante, per poi afferarla "Okay" abbasso lo sguardo.
Non so precisamente dove voglia andare, ho solo tanta paura che da un momento all'altro si renda conto che tutto questo è sbagliato. Che noi siamo sbagliati.
Camminiamo per un pò, mentre nessuno ha il coraggio di parlare.
Mi fermo ad osservare la sua mano che stringe la mia e sorrido spostando lo sguardo su di lui.
Lui ridacchia "Perché mi guardi così?"
"Non lo so" ammetto, abbassando lo sguardo.
"Sembri essere parecchio confusa" ironizza.
"Sempre" sospiro.

"Ti ricordi quando mi hai detto che la tua parola chiave era 'paura'?" chiede ad un certo punto.
Annuisco.
"Riuscirò a farti cambiare idea" sorride fiero.
"Ah sì?" Rido.
Annuisce convinto
"Ora mangiamo un muffin, che ho scordato gli altri a casa tua" ride.
"Avvenimento dell'anno, hai dimenticato i muffin" gli faccio notare.
Ride "Avevo altro a cui pensare" abbassa il capo, per poi guidarmi verso una piccola pasticceria.
"Sembri conoscere tutte le pasticcerie della città"
"Mi tengo informato" ridacchia "Due muffin perfavore" si volta verso la donna alla cassa.
Dopo un pò lei glieli porge e ci sediamo ad un tavolino nel locale.
"È carino qui" dico, osservando le pareti di colori pastello in tono con l'arredamento "Mi piace" ammetto.
Shawn ha ovviamente già iniziato a mangiare e se ne sta zitto a osservare il posto "Sì, non è male. Ma i muffin potrebbero essere migliori"
Alzo gli occhi al cielo "Un muffin è un muffin"
"Certo che no" scuote la testa "Qui hanno solo quelli all'uvetta" fa una faccia disgustata "Che razza di pasticceria è?"
Rido all'occhiataccia della commessa "Abbassa la voce"
"Ma nella tua famiglia avete tutti questa strana ossessione per i muffin?"
"Non lo so" ci pensa un pò "Aaliyah se n'è praticamente stancata, non so come faccia a vivere senza"
"Diciamo che la capisco" ridacchio osservando il muffin ancora integro davanti a me e ricevendo un'occhiataccia da lui.
"Sin da piccolo adoravo quando mia madre faceva i muffin" mi ignora "Ma lei sembra esserne quasi nauseata"
"Shawn" Lo guardo seria, mentre vorrei davvero ridere "Se vuoi che questa cosa funzioni" indico prima me e poi lui "Questa cosa ti deve passare" alzo un sopracciglio.
Lui continua a mangiare come se non avessi detto nulla, poi mi guarda confuso per qualche secondo
"Scusami ci conosciamo?" pronuncia ad un certo punto, ed io non posso evitare di scoppiare a ridere.
"Sei vuoi metterla su questo piano, posso anche tornare a casa" scrollo le spalle divertita. Incredibile come abbia cambiato umore così.
"Oh andiamo" alza gli occhi al cielo "Guarda guarda ho finito i muffin" mi mostra il sacchetto vuoto "Non possono più farmi niente di brutto" indica il sacchetto ed io scuoto la testa "Tu stai male" affermo, facendolo sorridere fiero.
"Usciamo" dice improvvisamente.
Si alza e io lo seguo confusa, a volte mi chiedo che problemi abbia.
Camminiamo per non so quanto, ormai siamo abbastanza vicini a scuola.
"Stavo pensando di cantare al concerto di Natale sai?" si ferma ad osservare un volantino attaccato distrattamente a uno dei muri dell'edificio accanto a noi.
"Davvero? Dovresti" ammetto.
Sorride "Non lo so, vorrei che quest'anno fosse speciale"
"Lo sarà se sarai tu a cantare"
Sono sincera, anche se ho sentito poche volte la sua voce, non mi dimenticherò mai di quel 'Never be alone' cantato nell'aula di musica.
Sembrava così sicuro con quella chitarra in mano, come se sapesse che nessuno potesse sentirlo, come se fosse convinto di essere solo con la sua musica.
Era come se sentisse quella canzone sua.
L'ipotesi che subito mi venne in mente, dopo che mi furono chiarite le cose da lui, fu che l'avesse ascoltata da Cameron, o che l'avesse composta ascoltando qualche frase da lui detta quando erano insieme.
Eppure quel giorno mi sembrava sua, in un primo momento ne fui convinta, ma poi lui chiarì la situazione e io ebbi un tuffo al cuore.
Perché, come ho chiarito solo adesso, era lui in realtà a piacermi e speravo fosse lui ad aver scritto quelle cose.

"Shawn" dico, tenendo il capo basso.
"Dimmi" continua a camminare.
"Devo spiegarmi" mi fermo di scatto.
Alza un sopracciglio confuso e io inizio a parlare prima che possa fare domande.
"Non voglio che tu pensi che io mi sia solo resa conto che con Cameron le cose non vadano bene o altro e tu sia la mia seconda scelta"
Incrocia la braccia, concentrato su di me.
Afferro la mia treccia castana e la stringo nervosa "Non so precisamente da dove sia partita tutta questa mia iniziativa di uscire con te, voglio essere sincera, pensavo che in Cameron avrei trovato cosa cercavo, perché pensavo avesse scritto lui..." Mi rendo conto che lui non sa del diario "...Alcune cose a cui sono legata. Ma ora, indipendentemente da chi le abbia scritte, lui non è riuscito a capirmi, ed io ripensandoci ho trovato l'unica persona che sia stata sincera con me e mi abbia capito"
spalanca gli occhi e io lo guardo confusa "Sarah cavolo" chiude gli occhi e fa una strana espressione. Sembra essere deluso, non vorrei aver frainteso.
"Devo confessarti una cosa, non sono stato del tutto sincero con te" stringe la mia mano

Una voce molto familiare entra nella conversazione "Già diglielo Shawn, fai un favore a tutti"
Il ragazzo dalla chioma chiara si avvicina a noi.
"Cameron non sono affari tuoi" gli faccio notare.
"Lo sono più di quanto credi" mi lancia uno sguardo vuoto, arrabbiato, non saprei come definirlo.
Sposto lo sguardo su di Shawn che stringe ancora una delle mie mani e ha lo sguardo basso.
"Avanti Shawn diglielo" gli intima.
I miei occhi incontrano i suoi, preoccupati e ormai arresi.
"Digli chi ha scritto in realtà quelle cose sul diario"

Tengo lo sguardo fisso su Shawn, mentre la mia mente non riesce ad elaborare quelle parole.
"Shawn?" alzo un sopracciglio impaurita.
Impaurita, perché più che altro ho davvero paura della sua risposta, qualunque sarà.
"Sono stato io" ammette con un filo di voce "Ho scritto quelle cose e quella canzone"
Chiudo gli occhi, come se fossi stata colpita, per poi lasciare la sua mano.
"Mi hai mentito" abbasso il capo, rendendomi conto di star stringendo esageratamente la sua mano, per poi lasciarla subito.
Fa per parlare, ma poi si rende conto che sarebbe meglio non farlo.
"Lo ha fatto" interviene Cameron.
"Lo hai fatto anche tu" Lo ammonisco, zittendolo.
Sposto di nuovo lo sguardo su Shawn, che ha il suo fisso su di me.
Non so cosa provo esattamente, non posso credere che abbia sempre avuto il ragazzo del diario al mio fianco.
Mi volto per andarmene e lui mi stringe il polso.
Gli lancio un ultimo sguardo prima che lui capisca di dovermi lasciar andare.
Sono stanca delle bugie, sono stanca di essere la prima a mentire a se stessa.

Words ➳ Shawn MendesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora