chapter 5

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"Sarah" mi sento chiamare da mia madre

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"Sarah" mi sento chiamare da mia madre.
"Sei ancora sul tetto?" Mi chiede, affacciandosi alla mia finestra.
Io mi volto verso di lei, questo è il posto che preferisco in assoluto insieme alla biblioteca, da qui il panorama è stupendo e non c'è molto rischio di cadere, è completamente dritto e circondato da muretti bassi attorno ad esso.
"Mi sa che dovresti andare a letto" dice.
Faccio di no con la testa "Dammi ancora dieci minuti mamma, non ho sonno"
Sa benissimo che non andrò a letto per ancora un bel pò, ma quando ho bisogno di pensare lascia che io lo faccia.
Io e mia madre abbiamo un rapporto abbastanza particolare, credo che mi capisca come nessuno sa fare, quindi la capisco quando mi sorride tristemente "Buonanotte" dice.
"Notte" rispondo.

Stare qui mi aiuta a riflettere.
Vorrei tanto sapere chi si nasconde dietro a quella persona che mi risponde.
Ormai penso solo a quello che mi scrive, non mi importa più molto di Vanessa.
Per quanto riguarda Cameron, negli ultimi giorni non ho avuto il coraggio di parlargli, sono stata anche a casa malata per un paio di giorni, quindi non ho potuto ricevere risposta sul quel diario.
Eppure vorrei sapere chi è a rispondermi, mi basterebbe il suo nome.

Mi rendo conto che non prendo il diario da un pò, così entro dalla mia finestra e afferro il consumato oggetto poggiato sulla scrivania.
Mi siedo sul davanzale e lo apro.
Sfoglio pian piano le pagine e mi fermo a una pagina in particolare che attira la mia attenzione.
"Il suo nome"

16/10/1964
Ieri sono andata in piazza, anche se mi era stato vietato di andarci di nuovo.
Ovviamente Paul ha spifferato tutto ai miei genitori, quel ragazzo è davvero maleducato, lo considero senza contegno.
Prima che mio padre venisse a prendermi per poi farmi la solita ramanzina, ho notato un gruppo di ragazzi.
Grace mi ha presentato il più alto di loro, penso che le piaccia.
Tra di loro ce n'era uno più nascosto, seduto sulla panchina con varie ragazze intorno.
Ho incontrato il suo sguardo e... credo di essere impazzita, ma non riesco a togliermelo dalla testa.
Non mi era mai capitato.
Eppure non so il suo nome, non so se mai lo saprò capisci?
L'unica cosa che ricordo è il suo sorriso.
-Avery

Alzo lo sguardo dal diario.
"Deve essere Dave" sussurro.
Passo alla pagina successiva, sui soliti commenti e il solito post-it.
Penso di soffermarmi direttamente su quello, ma non ne ho il coraggio, qualcosa mi blocca e non riesco a guardarlo.
Decido quindi di partire dai commenti in alto, a cui a dirla tutta non presto molta attenzione.

"Perchè non ho il coraggio di guardarlo?" Sussurro, alzando lo sguardo dal diario.
Mi rendo conto che ho solo paura. Di cosa? Non riesco a capirlo nemmeno io.
Probabilmente di illudermi, di dare troppa fiducia a quelle parole... oppure ho paura che quella persona mi cambi sul serio.
Insomma, ogni volta che mi scrive, le nostre idee si contrastano, ma sta riuscendo quasi a farmi cambiare idea.
Abbasso lo sguardo decisa, delle semplici parole non possono certo fare così tanto... giusto?

"I don't even know your name
All I remember is that smile on your face
And it'll kill me everyday
Cause I don't even know your name"

Okay, sono semplici parole.
Non so cosa mi abbia spaventata tanto poco fa.
Intanto, sono parole che fanno comunque pensare.
Mi piacerebbe moltissimo conoscere questa persona, sapere chi è, cosa le piace... o almeno il suo nome.

Tutto questo sembra fatto proprio per me, non ha davvero senso.

Se tutte quelle frasi mi hanno davvero colpita ci sarà un motivo.
Decido di prendere un quaderno e di segnarmi le varie risposte.

Ormai saranno le 2:00 a.m, ma non ci faccio molto caso, spesso passo la notte a scrivere, leggere, guardare serie strambe o semplicemente a pensare sul tetto.
Durante la notte ho la sensazione che niente possa fermarmi, sono nell'ombra, nella pace assoluta.
Si sentono solo le macchine che passano e i rumori della musica Jazz nei vecchi locali emblematici della città.

Questo non fa altro che rilassarmi completamente, a volte mi risveglio addirittura sul tetto, quando magari mi addormento tra una preoccupazione e l'altra.

Quella di questa sera è però ben diversa: se questa situazione con i miei 'amici' mi fosse successa qualche mese fa, probabilmente ora starei piangendo sotto le coperte nel mio letto.
Invece ho ben altre cose per la testa, ho in testa solo quelle parole. Che probabilmente si, devo ammetterlo, mi stanno davvero cambiando.

Words ➳ Shawn MendesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora