Agata aveva indossato i vestiti nuovi che le aveva regalato Xhoán. La seta della camicia le accarezzava le spalle e la gonna di pelle scamosciata arrivava all'altezza del ginocchio. Ricordavano vagamente il costume che aveva scelto per il primo ballo di fine anno. Le sembrava un'altra vita. Era la serata in cui si era quasi ubriacata per sbaglio e Holly Dee aveva baciato il loro compagno di classe batterista. Le sembrava veramente un'altra vita.
Quando arrivarono al villaggio, il sole era già tramontato. La maggior parte delle tende aveva un piccolo focolare acceso davanti all'ingresso e questo permetteva alla gente di spostarsi nell'oscurità. Anche Agata e Tseren seguirono il flusso che raccoglieva le persone in attesa sulla soglia delle abitazioni, nonostante tutti sapessero dove andare, preferivano effettuare il breve tragitto in compagnia.
Raggiunsero un'area allestita con un grande falò, poco al di fuori della recinzione esterna. Quella mattina Agata aveva notato in lontananza la costruzione, una pila di legna in mezzo a quel nulla arido rallegrato da qualche cactus multicolore.
Tutti erano ammassati attorno al fuoco, l'unica fonte di luce, e si passavano di mano in mano delle ceste piene di semi grandi quanto un'unghia. Agata imitò il suo vicino e dopo averne afferrati una manciata, passò la cesta a Tseren e si portò alla bocca quel cibo sconosciuto. I semi erano croccanti e avevano un retrogusto amaro. Stava ancora sgranocchiando quando le arrivò tra le mani anche una ciotola colma di un liquido denso, si bagnò le labbra e allontanò immediatamente la bevanda alcolica. Non le sembrava saggio bere la prima sera in un posto nuovo, temeva di farsi sfuggire qualche parola di troppo.
La gente continuava a radunarsi, ma a parte far circolare le ceste piene di cibo esotico e le scodelle traboccanti delle bevande più disparate, non c'era molto altro da fare.
Tseren si accorse immediatamente che Xhoán non era ancora rientrato. Il Drago temeva che senza di lui non si sarebbero sentiti a proprio agio tra gli abitanti del villaggio, e invece in molti si erano subito avvicinati per salutare calorosamente Agata, chiaramente avevano preso in simpatia la ponentina e la ragazza dava l'impressione di conoscere già moltissime persone. Lei si limitava a sorridere e a inchinarsi e presto venne monopolizzata da una strana ragazza alta con i capelli rasati, non era comune per una donna della zona montuosa di Levante portare i capelli così corti. La giovane sembrava voler fare le veci di Xhoán, presentandola alle poche persone che ancora non la conoscevano e controllando che avesse sempre qualcosa da mangiare: semi, steli d'erba o frutti spinosi.
Al contrario, nessuno pareva interessato a Tseren. Non vedevano di buon occhio il ragazzo dallo sguardo strano che viveva in cima al monte, ma accettavano di averlo intorno perché sospettavano che fosse anche lui imparentato con Xhoán. Lo sciamano aveva avuto un qualche legame di cui non parlava volentieri con la madre del ragazzo, questa era perlomeno la voce che girava. Forse inconsciamente gli abitanti del villaggio percepivano che Tseren non era uno di loro, oppure l'avevano preso in antipatia perché lui e la madre non avevano mai fatto alcuno sforzo per integrarsi. La donna solitaria che era venuta a mancare due mesi prima, era infatti molto riservata e non partecipava alla vita del villaggio, se non per vendere le pelli degli animali che lei e suo figlio cacciavano.
Finalmente arrivò il gruppo musicale e la festa vera e propria ebbe inizio. L'Ascendente si avvicinò e contò quattro musicisti. Cantavano in due, a squarciagola, e le loro voci, una maschile e una femminile, si amalgamavano alla perfezione. Bastava però allontanarsi di qualche passo per non udire più il canto, ma solo il suono degli strumenti. Agata aveva studiato qualcosa di musiche etniche di Levante e riconobbe la melodia ritmica scandita da note alte, associata tipicamente ai momenti di festa. Il più anziano dei musicisti suonava contemporaneamente un aerofono dalla forma trapezoidale e uno xilofono dalle note acute, mentre l'altra donna completava l'orchestra con una specie di arpa composta da quattro strumenti cordofoni tenuti insieme in un telaio enorme a forma di mandorla. La ragazza di Ponente non aveva mai visto uno strumento tanto suggestivo e rimase incantata a osservare la musicista che a passi di danza leggeri sfiorava alternativamente le corde di una o dell'altra chitarra.
Perse la cognizione del tempo e non si accorse che le si era avvicinato un levantino. Sembrava più giovane di lei, ma aveva occhi adulti. Le disse qualcosa in levantese e lei non capì, invece che ripetere il ragazzino la prese delicatamente per un polso e la condusse con passo sicuro vicino al falò. Si ballava a gruppi di quattro, in alcuni momenti tutti insieme, a tratti a coppie, ogni tanto persino da soli. Agata riconobbe immediatamente la ragazza con i capelli rasati che l'aveva presentata in giro. Sapeva di essere negata per il ballo, ma le sembrava scortese rifiutare e così provò a imitare goffamente le mosse degli altri tre. La quarta persona del suo gruppetto era una ragazzina dall'espressione perennemente stralunata e una parlantina incessante. Nonostante il frastuono, questa continuava a chiacchierare con gli altri due e Agata ne approfittò per guardarsi intorno. Dov'era finito Tseren? Lo vide in disparte che la osservava. Come al solito sembrava infastidito dal fatto che altre persone le stessero così vicino, ma non dava alcun cenno di volersi avvicinare. Agata mandò giù la stizza e si finse esageratamente contenta di ballare con il bizzarro gruppetto.
«La tua Ascendente sembra divertirsi» Tseren si voltò verso Xhoán e parve rassicurato nel vedere finalmente un volto amico.
«Si sta comportando come se fosse a proprio agio, ma non è così. Non le piace ballare, non le piace che gli sconosciuti la tocchino e ha nostalgia di casa» Tseren rispose senza neanche un filo di incertezza.
Xhoán non riuscì a trattenere un sorriso, i due ragazzi gli erano sembrati distanti, ma chiaramente avevano già cominciato a conoscersi.
«Perché non vai a farle compagnia, allora?» gli disse lo sciamano alzando le spalle. Tseren non rispose, ma abbassò lo sguardo pensieroso. Fu Agata a raggiungerli non appena si accorse che Xhoán era tornato.
«Come sta il bambino?» domandò rivolta a Tseren. Il Drago ripeté la frase in levantese e ripeté la risposta dello sciamano. «Deve continuare la cura per un mese per riprendere le forze».
Quasi subito Xhoán fu avvicinato da un paio di levantini che lo trascinarono a ballare, e i due ragazzi rimasero soli.
«Non ti dà fastidio che socializzi con la gente del villaggio? Ti comportavi in modo completamente diverso quando eravamo a Ponente» Agata temeva che non le sarebbe piaciuta la risposta, ma le parole le sfuggirono prima che potesse ripensarci.
«Beh, avevo paura che qualcuno potesse convincerti a rimanere lì: gli amici, la famiglia, un amante... Qui invece è dove vivremo il resto della nostra vita, spero che tu possa trovare presto delle persone a cui legarti» rispose lui. Come al solito era schietto e trasparente, forse anche troppo. Agata si morse il labbro per evitare che gli occhi le si appannassero.
«E tu? Tu non hai intenzione di legarti ad altre persone?» gli chiese.
«Ho te e Xhoán, non ho bisogno di nessun altro» rispose lui, chiaramente non era la prima volta che rifletteva sul futuro.
«Non vuoi una famiglia? Un figlio?» intervenne improvvisamente Xhoán che si era riavvicinato.
Tseren si lasciò sfuggire un sorriso sprezzante, come se la sola idea fosse ridicola.
«Perché no?» chiese Agata che riusciva a seguire le frasi semplici di Xhoán.
«Perché dovrei condannare un altro Drago a questa vita di solitudine e tormenti?» era la prima volta che rendeva espliciti quei sentimenti che lo torturavano. Non ne aveva mai parlato neanche con la madre.
«Mi dispiace che la vedi così, ragazzo, ma sei giovane e nel corso della vita si cambia spesso idea» e spostò lo sguardo su Agata, come se stesse parlando a entrambi.
«Non su questo» rispose secco Tseren. «I tuoi nuovi amici vogliono ballare ancora con te» si rivolse poi alla sua Ascendente e senza aggiungere altro si allontanò nel buio del deserto.
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L'ultimo dei Draghi [completata]
Fantasy{PRIMO LIBRO} Agata, studentessa modello con la testa perennemente tra i libri, è cresciuta a Ponente, il sonnolento continente dove la pace è legge. Da sempre sogna però di visitare Levante, la terra selvaggia al di là delle montagne. L'arrivo di...