«Sì, ma solo finché è con il Drago!» E sfoggiò uno dei suoi sorrisi canzonatori, sembrava molto più rilassato.
La ragazza crollò di nuovo sulla sabbia. Si era alzato un vento freddo, ma stando vicino a Tseren non se ne era accorta. Anche senza sfiorarlo poteva percepire il calore, era come essere seduta accanto al focolare. E questo le fece venire in mente la domanda successiva.
«Sei in grado di sputare fuoco?» chiese pentendosi subito della domanda.
Lui spalancò gli occhi blu. Non riusciva a seguire il filo logico dei pensieri di Agata, chissà quanto si era tormentata rimuginando su tutte le stranezze che aveva notato. Nelle settimane che le era stato intorno, aveva constatato che era estremamente curiosa e le piaceva costruire teorie sulle cose più disparate. Per esempio, perché la famiglia tal dei tali non avesse aspettato l'estate per traslocare oppure cosa stesse portando le tartarughe giganti all'estinzione.
«Non ancora. Alcune caratteristiche si acquisiscono con la maturità» Si era ripromesso di rispondere a tutte le domande, ma non era molto a proprio agio. Era cresciuto solo e non amava parlare di sé, sapeva però che raccontare tutto, in completa trasparenza, era un passo fondamentale per solidificare con la fiducia il rapporto con il proprio Ascendente. Era una delle cose su cui sua madre aveva insistito particolarmente nel prepararlo, dal momento che conosceva il carattere un po' spigoloso del figlio.
«Tipo?» lo incalzò lei.
«Beh, le mie ali non sono ancora abbastanza grandi per permettermi di volare» rispose lui alzando le spalle.
«Non hai capacità strane, come leggere nel pensiero o diventare invisibile, vero?» dopo avergli chiesto se sputava fuoco, l'argomento non le sembrava tanto inverosimile.
«Tipicamente gli animali mi girano alla larga, soprattutto durante la settimana di luna nuova, a parte i rettili, ovviamente!» E per enfatizzare il concetto si guardò attorno. Immediatamente alcune tartarughe cominciarono a camminare, con la flemma che le contraddistingueva, nella loro direzione. Poco dopo si trovarono completamente accerchiati. Agata ridacchiò perché una testuggine le stava solleticando i piedi, un'altra le appoggiò la testolina in grembo.
«Conta come potere strano?» sogghignò lui.
Finalmente, da quando si erano conosciuti, Agata era a proprio agio con il levantino. Fino a quel momento, il fatto di non sapere cosa nascondesse aveva rappresentato una barriera che l'aveva tenuta a una certa distanza. Ora invece, anche se il suo segreto era piuttosto spaventoso, aveva finalmente capito molte cose del comportamento di lui e riusciva a razionalizzare. Il fatto di avere una spiegazione, per quanto surreale, le dava sicurezza. Mai e poi mai la ragazza avrebbe immaginato di trovarsi al centro di un'avventura più straordinaria di quelle su cui aveva fantasticato con la zia.
Tutti i suoi progetti, tra cui il sogno di visitare Levante, venivano ridimensionati da quella notizia che avrebbe cambiato la sua vita per sempre. Non solo vivevano in un mondo in cui i draghi non erano una leggenda, ma una vera e propria razza a metà tra uomini e creature arcane, ma per di più era l'Ascendente di questo ragazzo Drago e nel bene e nel male sarebbe stata legata a lui per sempre, o perlomeno per i cinquecento anni successivi.
«Come mai sei l'ultimo Drago rimasto?» domandò ancora Agata. Tseren lasciò andare un sospiro profondo, carico di tristezza, e cominciò a raccontare.
La razza dei Draghi si era evoluta a Levante milioni di anni prima, proprio come gli uomini. La popolazione era cresciuta molto lentamente perché al contrario degli essere umani, un Drago poteva avere un solo figlio, che nasceva tipicamente molto avanti nella vita, con il risultato che non tutti avevano l'occasione di procreare prima di morire. Per quanto i Draghi non morissero facilmente, per via della loro pelle impenetrabile e dei riflessi sviluppati, non erano immuni alle malattie o agli incidenti.
Gli uomini si erano moltiplicati molto più velocemente nei millenni e presto il popolo dei Draghi aveva capito che l'unico modo per sopravvivere era rimanere isolati e nascosti. I contatti con gli uomini erano sì necessari per preservare la stirpe, ma erano mantenuti al minimo indispensabile, con il risultato che con il passare del tempo l'esistenza di quella specie semi-umana era divenuta un mito.
Si erano stabiliti nell'area più remota del continente, una zona desertica che si estendeva attorno a una delle montagne più crudeli del massiccio, di quelle che non risparmiavano la vita a chi osava avventurarsi lungo i suoi sentieri impervi, costituiti da precipizi sul vuoto abitati da piante velenose e animali infidi. Era una dimora perfetta, perché solo i più incoscienti tra gli uomini avevano il coraggio di esplorare quelle terre e nel corso dei secoli i temerari divennero sempre meno. I Draghi vivevano celati dall'ombra del monte Ariun e si allontanavano da lì una sola volta nella vita, per trovare il proprio Ascendente.
Qualora un Drago rimanesse senza Ascendente, il genitore riusciva tipicamente a riprendere il ruolo, anche se le condizioni erano più restrittive. Nel caso questo non fosse possibile, era compito di tutta la comunità occuparsi di tenere a bada il Drago fuori controllo nella settimana di Luna nuova. Per questo motivo i Draghi erano tipicamente molto protettivi nei confronti dei propri Ascendenti, e dal momento che erano sempre di sesso opposto, molti sceglievano di mettere su famiglia insieme.
Agata arrossì marcatamente durante questa parte del racconto e sperò che Tseren non se ne fosse accorto.
Di tanto in tanto qualcuno veniva a conoscenza della loro esistenza e questo risultava in vere e proprie persecuzioni, tanto che erano stati spesso vicini all'estinzione. Una specie oggettivamente più forte costituiva una minaccia, e gli uomini avevano dalla loro parte i grandi numeri e una crudeltà subdola che non aveva bisogno di prendere la forma di una seconda natura per palesarsi. E così i Draghi erano divenuti sempre meno, finché, circa vent'anni prima, ne erano rimasti solo due: una madre e il suo neonato. La donna Drago aveva avuto l'ispirazione di lasciare l'insediamento sospettando il tradimento degli uomini con cui commerciavano e si era stabilita in una grotta in una zona ancora più remota, salvando così se stessa e il bambino.
«A quale distanza devi stare da me, nei giorni di luna nuova, per essere sicuro di non trasformarti?» domandò Agata.
«Non lo so con precisione, è diverso per ogni Drago. Nel caso di mia madre e il suo Ascendente era circa seicento metri» Meno di un chilometro. La ragazza si spiegò come mai al ballo di fine anno Tseren le fosse stato tanto appiccicato. Se si fosse involontariamente trasformato in drago in un luogo pieno di gente, sarebbe stata un'ecatombe.
I colori dell'alba stavano rischiarando il cielo, prima ancora che il sole facesse capolino all'orizzonte, sprizzi di arancione e rosa avevano cominciato a scacciare le tenebre facendo spazio all'arrivo del nuovo giorno.
Avevano parlato tutta la notte, ma Agata non si sentiva per niente stanca.
«Devo dirti ancora una cosa importante...» Tseren si fece di nuovo serio. «Vivere in un posto come questo, o come la tua città, è un incubo per me. Ogni volta che arriva la settimana di luna nuova sono costantemente inquieto, perché se dovessi perderti o peggio se dovesse succederti qualcosa, c'è il rischio che, tramutato in drago, senza avere il controllo, sterminerei tutti i tuoi cari. C'è un motivo se i Draghi hanno sempre vissuto isolati dalla civiltà degli uomini...» Il ragazzo la guardava intensamente.
Ora che il sole si stava accendendo, Agata poteva vedere con chiarezza l'espressione sul volto del levantino. Gli occhi cobalto schizzati d'ambra erano colmi della disperazione di un ragazzo appena ventenne segnato da un destino già scritto. Sapere di avere dentro di sé una parte feroce che, fuori controllo, avrebbe potuto distruggere tutto ciò a cui teneva, la sua umanità, era un fardello che ad Agata sembrava troppo grande per una persona sola. Era contenta che i Draghi potessero condividerlo con qualcun altro, con il proprio Ascendente.
«Vuoi tornare a Levante, non è vero? Vuoi tornare a casa» disse la ragazza, sapendo esattamente cosa ciò sottintendeva, non c'era bisogno di esplicitarlo.
Tseren la guardava, gli occhi pieni di speranza e al tempo stesso angoscia. A seconda della risposta di Agata uno dei due sentimenti si preparava a scacciare l'altro per sempre.
«Va bene» disse lei infine. E fu meno difficile del previsto. Era come se la risposta fosse già nel suo cuore.
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L'ultimo dei Draghi [completata]
Fantasi{PRIMO LIBRO} Agata, studentessa modello con la testa perennemente tra i libri, è cresciuta a Ponente, il sonnolento continente dove la pace è legge. Da sempre sogna però di visitare Levante, la terra selvaggia al di là delle montagne. L'arrivo di...