Nel giro di una settimana Agata e Tseren racimolarono il denaro necessario a comprare due biglietti di sola andata per le montagne, su uno dei velivoli più all'avanguardia. Si trattava di un mezzo di trasporto tra i più costosi e mai sarebbero stati in grado di affrontare una spesa simile se non fossero capitati lì proprio nel mese dei giochi intercontinentali.
Avrebbero potuto vendere uno dei fili d'oro che avevano ricevuto dagli Gnomi, ma sarebbe stato un peccato rinunciare a quel simbolo di buon augurio, e c'era il rischio che qualcuno decidesse di investigare cosa ci facessero due ragazzini con un materiale tanto prezioso.
Agata aveva inoltre spedito altre due lettere a Ponente, una per la sua famiglia e una per Holly Dee. Ci sarebbero voluti mesi perché venissero recapitate, ma era meglio di niente.
«E così siete in partenza?» domandò Zaafat dispiaciuta.
Agata annuì. In un paio di giorni sarebbe iniziato il torneo ufficiale e la Comune era deserta, gran parte dei ragazzi trascorreva giorno e notte agli eventi di inaugurazione. Latikaii non era ancora tornata, ma Utukur non sembrava particolarmente impensierito, Kita sapeva badare a se stessa.
«Vi conviene dormire una notte in una delle pensioni vicino al porto, e prendere uno dei primi voli che di solito sono i meno affollati» spiegò loro Utu. «Nonostante sia il periodo più trafficato dell'anno, un posto letto si trova sempre».
Agata e Tseren decisero di fidarsi di Utu, in fondo fino a quel momento l'incontro con quel brillante levantino si era rivelato provvidenziale. L'amico disse che si sarebbe trasferito anche lui dall'altra parte della città, perché era lì che si trovava l'arena del torneo, un'area attrezzata per ospitare quasi mezzo milione di persone. Quelli che riuscivano a seguire lo spettacolo erano i pochi fortunati che si accaparravano i posti nelle prime file, ma la maggior parte del pubblico andava lì per bere, mangiare e stare in compagnia.
Ci volle quasi una giornata intera per attraversare la città, ogni strada della capitale era congestionata. Tseren non aveva mai visto così tante persone tutte insieme, la calca era indescrivibile. Teneva stretta Agata, attento a proteggere anche il borsello dove erano riposti tutti i loro risparmi, i soldi guadagnati con il sangue di alcune tra le belve più feroci al mondo.
Il desiderio di tornare tra le montagne lo trainava lungo quelle stradine e cominciò a pensare a cosa avrebbe fatto una volta a casa. Voleva parlare a fondo con Xhoàn, capire perché, secondo lui, la madre aveva mentito a entrambi. E voleva saperne di più della sua razza, sentire i racconti della vita nel villaggio dei Draghi, ricordi che sua madre non condivideva mai perché troppo dolorosi. Infine, voleva trascorrere le sue giornate con Agata, esaudendo uno per uno i desideri della sua Ascendente. Chissà che non potessero vivere tra gli uomini, in una località remota di Ponente, lontani dai tentacoli di quel trio funesto che erano Thuulun, la FSI e la Setta degli Audaci.
Abbassò lo sguardo sull'Ascendente, i suoi occhi vivaci si posavano instancabili su tutto ciò che la circondava. Quel tratto della personalità di Agata lo aveva colpito fin da subito, lui di domande se ne era sempre poste molto poche e vedere come la ragazza fosse curiosa di conoscere e capire a trecentosessanta gradi il mondo, aveva gradualmente aperto anche le sue vedute.
Ammirava, inoltre, come riuscisse ad adattarsi a qualsiasi contesto, che fosse un comizio di guerra o uno spettacolo truce come quello dei giochi. Anche quando non era d'accordo, evitava di giudicare le convinzioni di Levante, presentando il suo punto di vista mai come superiore.
Agata era una ragazza come poche, aveva avuto la conferma di ciò osservando come Utukur si rivolgeva a lei. Al contrario della ponentina, il giovane professore di Levante ogni tanto lasciava trasparire il fatto che si sentisse un gradino sopra gli altri. Succedeva raramente, ma il suo vero io di tanto in tanto emergeva dietro la maschera di educazione e bonarietà. Nella comune trattava tutti, compresa Zafaat, con fredda cordialità; era sempre sbrigativo, come se il tempo che dedicava loro fosse in parte tempo perso. Al contrario, sembrava non stancarsi mai di parlare con Agata; sorrideva genuinamente alle sue domande intelligenti e tirava fuori uno spirito ironico che gli altri, tranne forse Latikaii, non conoscevano neanche.
STAI LEGGENDO
L'ultimo dei Draghi [completata]
Fantasi{PRIMO LIBRO} Agata, studentessa modello con la testa perennemente tra i libri, è cresciuta a Ponente, il sonnolento continente dove la pace è legge. Da sempre sogna però di visitare Levante, la terra selvaggia al di là delle montagne. L'arrivo di...