58 - Levante, 5 anni e 120 giorni fa

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Quando finalmente Tseren riuscì a raccontare ad Agata quanto accaduto nel villaggio degli Gnomi, erano ormai quasi giunti a destinazione. Era difficile trascorrere un po' di tempo da soli, c'era costantemente qualcuno del seguito di Thuluun tra i piedi, tipicamente il precettore.

Il giovane Drago, in compenso, era sempre più motivato a imparare a leggere, scrivere e contare, e Agata non poteva che sorridere nel vederlo sepolto tra i volumi didattici. Il ragazzo non era particolarmente portato per lo studio, ma almeno nell'ultimo periodo sembrava essersi convinto che fossero abilità importanti per sopravvivere, tanto quanto la capacità di difendersi da un attacco.

La ponentina lo aiutava spesso a districarsi tra gli esercizi di calcolo; anche perché era molto più brava dell'insegnante scelto da Thuulun. Il rapporto tra Tseren e Agata si faceva sempre più complice e l'affiatamento si rifletteva in tante piccole cose. Il Drago aveva preso l'abitudine di giocherellare con i riccioli dell'Ascendente; la ragazza dapprima aveva provato a trovare una spiegazione razionale a quel gesto che agli occhi degli altri appariva estremamente intimo, ma si era rassegnata al fatto che il contatto fisico non fosse un problema per Tseren. Non che per lei lo fosse; semplicemente le faceva salire il cuore in gola e più ne riceveva più ne desiderava. Al contrario di Tseren, non era però mai lei a cercarlo, a parte quando il giovane dormiva. Da quando erano partiti, gli incubi erano purtroppo tornati e la ponentina sospettava che Tseren stesse ancora processando la verità sui propri genitori; non nominava mai Xhoán e Baya, eppure, quando si incupiva, Agata era certa che fosse proprio per quel motivo.

L'attraversamento delle paludi fu tutt'altro che piacevole. A parte l'onnipresente sciame di insetti che li circondava, l'aria era talmente umida che i vestiti erano perennemente zuppi. La ponentina si chiedeva se il fetore le sarebbe rimasto addosso per sempre, ne sentiva impregnata qualsiasi cosa.

Poi, finalmente, raggiunsero il confine e il paesaggio cambiò radicalmente: gli acquitrini lasciarono il posto a un'ampia prateria, ricoperta da una vegetazione bassa e che si frantumava in mano. Mentre a Ponente il passaggio da una zona all'altra era graduale, a Levante le correnti d'aria rendevano i territori estremi e il cambiamento di condizioni improvviso. Un attimo erano circondati dagli anfibi delle paludi, l'attimo dopo dagli ovini dalle orecchie pendule che brucavano rilassati le piante della steppa.

Nel giro di qualche ora arrivarono al campo militare. Dapprima attraversarono i campi coltivati, che dovevano rifornire di cibo migliaia di persone; poi passarono tra i recinti pieni di cavalli e altri animali da trasporto, bestie imponenti che Agata e Tseren non avevano mai visto; e infine raggiunsero l'accampamento vero e proprio. Decine e decine di tende dalle forme e dai colori più disparati occupavano disordinatamente un'area sterminata.

C'erano persone ovunque, prevalentemente uomini, che non risparmiarono commenti poco galanti alle poche donne della comitiva di Thuluun. Nel momento stesso in cui avevano attraversato la soglia di ingresso al campo, il Drago aveva cinto le spalle dell'Ascendente, nel suo solito atteggiamento possessivo. Lei ne fu più contenta del solito: non si sentiva a proprio agio in mezzo a tutte quelle occhiate viscide.

La tenda del mercante era nel cuore dell'accampamento, aveva una forma semi-cilindrica e l'arredamento interno era molto più spartano rispetto a quello della mansione nel capoluogo della zona montuosa: c'era un grosso tavolo ricoperto di sassi colorati, un numero esagerato di poltrone pompose e un polveroso materasso adagiato al suolo.

Tseren buttò l'occhio sul tavolo e notò che una mappa era stata incisa nel legno; gli ci volle poco per capire che i sassi di dimensioni e tinte diverse rappresentavano i vari battaglioni.

Un uomo robusto, vestito di tutto punto della sua armatura bronzea, dormiva spaparanzato su un divano e Thuluun lo scosse violentemente con il bastone. Il soldato lasciò andare un grugnito e si voltò dall'altra parte.

«Jiek, svegliati» gli intimò il mercante, «Jiek».

Finalmente l'altro parve riconoscere la voce del colonnello perché balzò in piedi. Gli occhi assonnati si posarono prima sulla figura nota di Thuluun e poi sui due giovani.

«Hai portato una serva ponentina? E questo qui chi è?» sbadigliò Jiek.

«Non sono dei servi. Ho finalmente trovato mio nipote, il figlio di Tumur. E questa qui... questa qui è la sua compagna» tagliò corto il vecchio; spiegare il rapporto tra il Drago e l'Ascendente era fuori discussione, presentarli come una coppia era la soluzione più ovvia, nessuno avrebbe messo in discussione il fatto che volessero rimanere insieme.

«Il figlio di Tumur? Oh, mi congratulo, colonnello. Ma che lieta notizia!» e il soldato si inchinò rivolto a Tseren e alla ragazza di Ponente. Che il nipote di Thuulun avesse una donna del continente al di là delle montagne era alquanto peculiare, ma forse era cresciuto lì, per questo il colonnello non era riuscito a scovarlo prima.

Una serie di congetture attraversò la mente pigra di Jiek; in realtà era stato ben contento che il suo superiore avesse deciso di dedicarsi al commercio e ai viaggi, nell'ultimo anno. Ora che era tornato, avrebbe voluto riprendere le redini del battaglione al più presto, e i soldati, abituati ormai alla sua autorità rilassata, non avrebbero preso bene il cambiamento di stile di comando.

«Sono stato informato che la prossima battaglia è alle porte, Jiek. Dammi tutti i dettagli e manda qualcuno ad avvisare il generale che sono tornato e qualcun altro a preparare una tenda per mio nipote» ordinò Thuluun facendo cenno a tutti di uscire.

Tseren e Agata rimasero impalati sulla soglia del padiglione, frastornati dal chiasso dell'accampamento.

«Credo che non lo vedremo più molto spesso» rifletté il Drago.

«E menomale!» rispose l'altra tra i denti, ovviamente in ponentese, come ogni volta che voleva sfogarsi.

Dopo quasi un'ora Jiek fu di ritorno e li condusse in periferia; dal momento che Tseren non aveva ancora una posizione chiara nell'esercito, non era stato possibile preparare una tenda nella zona centrale. L'area più esterna dell'accampamento aveva di buono una serie di cose: c'era più spazio, le razioni erano più abbondanti e le persone sembravano più rilassate, forse perché arrivano poche informazioni sull'andamento della guerra.

I due ragazzi si sistemarono nella loro nuova dimora: un tenda grande forse un quinto di quella di Thuluun, completamente vuota a parte un materasso a terra e due bacinelle arrugginite. Agata fissò preoccupata l'unico giaciglio, rimpiangendo le camere separate nella torretta e persino le stole di paglia nel villaggio ai piedi del monte Ariun. Per quanto desiderasse che lei e Tseren diventassero una coppia a tutti gli effetti, lui non sembrava minimamente pronto, e dormire così vicini sarebbe stata una tortura solo per lei. Sospirando appoggiò la sua sacca da viaggio a terra. Quanto sarebbero dovuti rimanere in quel luogo infernale? E dov'erano i bagni?

L'ultimo dei Draghi [completata]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora