Capitolo 51

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Lily's pov

Harry ha le mani grandi e forti. Talmente grandi e forti che se solo volesse sarebbe capace di avvolgere la mia gola con il palmo e le dita di una sola di esse, o di stringere tra i polpastrelli gli emisferi carnosi dei miei seni, oppure di rigirare il mio viso con la forza di uno schiaffo.

Eppure le sue mani sembrano non essere consapevoli della propria potenza quando mi accarezzano il viso e le spalle, perché nascosta sotto la gentilezza vi è violenta aggressività. È successo che a volte la sua presa fosse inconsciamente troppo forte, o che le sue mani mi stessero stringendo con fin troppo entusiasmo - e io ho deciso di ignorare tutto ciò, perché ho sempre pensato che Harry non avrebbe mai e poi mai utilizzato la propria forza su di me. 

Sarà che di mani addosso ne avute fin troppe, e che Harry, invece, le ha sempre usate per farmi del bene. E all'inizio mi stupivo! Non riuscivo a capacitarmi del fatto che lui fosse in grado di spezzare il collo ad un persona senza battere ciglio, ma allo stesso tempo di utilizzare quei palmi ruvidi e bollenti per stringere il mio viso nei baci.
E la sua comprensione e la sua pazienza hanno avuto modo di manifestarsi solo con me e nessun altro, quasi facendo sì che io diventassi gelosa della sua bontà, e me ne volessi appropriare per nasconderla agli occhi degli altri.

Harry ha le cicatrici sulle nocche e le dita lunghe e i polpastrelli ruvidi. Eppure il suo tocco è puro velluto, e quelle ossa pericolose sono spesso ricoperte di baci leggeri. Non perdo mai occasione per accarezzare i suoi palmi, tracciare con le unghie le vene che gli mappano il dorso della mano.
E poi vi sono numerosi anelli d'argento che si stringono attorno al medio e all'anulare della destra e della sinistra, e la piccola croce tatuata sul dorso delle seconda di esse.

Ed è esattamente per questo che mai avrei immaginato che tutto potesse precipitare e assumere una piega terrificante. Perché io e Harry abbiamo litigato infinite volte, e lui ha spesso alzato la voce, ma le mani no. Quelle mai. Non avrebbe potuto - eppure le persone non si conoscono fino in fondo se non nei momenti peggiori.

È venerdì pomeriggio quando Harry prende a bussare con ferocia alla porta di casa mia. Mia madre non è presente, e la rabbia del ragazzo è palpabile, tangibile. E mi getta nell'affanno.

Mi avvicino alla porta coi piedi scalzi e i capelli legati dietro la nuca. Quando faccio scattare le chiavi nella serratura e permetto ad Harry di muovere passi pesanti dentro casa, il tonfo della porta che si richiude costituisce l'ultimo dei miei pensieri.
Perché di fronte ho un'espressione cupa, due occhi infuocati, e vengo sopraffatta dall'ansia.

"Harry?" La mia esclamazione suona come una domanda. Indietreggio di poco, nascondendo le mani dietro la schiena e il labbro tra i denti.
"Cosa è successo?"

Harry non mi guarda, si limita ad ispirare profondamente e a passarsi una mano tra i folti capelli ricci. La sua fronte corrugata viene scoperta.

C'è qualcosa di pesante nell'aria, qualcosa di viscido. E il mio unico problema, in questo caso, è quello di assorbire le sue emozioni come una spugna, fino ad annullarmi. C'è qualcosa che non va.

"Harry..." ripeto, sta volta a voce notevolmente più bassa. Lui mi supera in silenzio e muove i suoi passi fino al salotto deserto, guardandosi intorno come se vedesse queste pareti per la prima volta.

L'idea che Harry sia arrabbiato con me mi manda fuori di testa, soprattutto dal momento che non ho idea del motivo per cui, una volta voltato, il suo sguardo sia ostile in maniera mai sperimentata.

"Dobbiamo fare una chiacchierata, io e te." Parla lentamente, con voce fredda e distaccata. Per un attimo mi sembra di sentire il mio cuore spezzarsi, eppure mantengo un'espressione neutra e una posizione falsamente rilassata.

Dangerous [hs]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora