Capitolo 5

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HARRY

Non ero stato un buono amico in queste settimane e volevo salutarla per bene, così l’accompagnai all’aeroporto.

“non puoi far finta di nulla, dai vieni qui!” la presi per il braccio e la strinsi a me, volevo baciarla, ma c’era troppa gente.

“sei uno stronzo, lo sai…”, era in lacrime e ci stavo male anche io. “…perché mi hai lasciato così, per poi cosa? Per una stupida litigata…”

“scusa, ma volevo vedere se veramente ci tenevi a me!”

“ma certo Harry! Ma che cazzo ti passa per la testa? Dio, quanto mi fai incazzare, ma non posso, perché io ti voglio più che bene!”, no no aspetta, mi voleva più che bene.

“anche io Wenn. Per favore, fai attenzione quando sarai a Londra, voglio che quando ritorniamo tu ci sia ancora!”, sorrise, lasciandomi un leggero bacia all’angolo della bocca e se ne andò, girandosi qualche volta verso di me.

Che gran coglione che ero stato, ma se ci tieni ad un persona la si lascia andare, anche nelle braccia di altri, ed io l’avevo fatto, ma so che prima o poi lei sarebbe stata mia.

Erano le quattro di mattina e eravamo in diretta dall’auditorium della Brit, Tom era con il telefono e c’era Wenn che si stava presentando.

“vuoi anche le mie di unghie…” chiesi a Josh, era agitato e mi faceva ridere. È un mio amico, ma mi dava fastidio che fosse il suo ragazzo.

“Okay, puoi iniziare…” Sentimmo dire, eravamo tutti zitti e nessun fiatava.

Ed ecco che iniziò suonare con la sua chitarra. Me la immagino, un po’ agitata, mentre pizzicava leggermente le corde della sua chitarra, quella chitarra in cui ciò scritto una nostra frase “siamo nati per il meglio”, sorrisi mentre pensavo a questo ed ecco che iniziò a cantare.

“I’m walking fast through the traffic lights. Busy streets and busy lives. And all we know is touch and go.

We are alone with our changing minds. We fall in love ’til it hurts or bleeds or fades in time…”

La stovo ad ascoltare, in alcuni pezzi mi venivano i brividi, ma aumentarono quando cambiò il testo della canzone e invece che “four blue eyes”, disse “four green eyes” e da quel pezzo capì a chi era dedicata la canzone.

“…Love is a ruthless game.Unless you play it good and right!”, ed ecco che finì e Nick staccò prima del tempo.

Dal silenzio che c’era prima si passò a un euforia allo stato puro, era stata bravissima e avrei volute essere li, ma non potevo, ma so che per lei c’ero lo stesso. Tutti dicevano a Josh che era per lui, ma si sa che non era così. Continuavo a pensare ai quattro occhi verdi e me ne andai in camera, con gli occhi leggermente lucidi.

Dopo dieci minuti sentii bussare.

“Chi  è?”

“sono Eleanor, posso entrare?”

“Certo!”, mi asciugai le lacrime e mi mesi un po’ apposto.

“è inutile che ti nascondi, ti guardavo prima…”

“Ah…”

“Ti piace, vero?”

“Si!”, silenzio.

Dietro Ad Ogni SognoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora