Un punto fermo

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Il conducente dell'ambulanza fu così gentile da accompagnarci a casa mia.
Da lì salimmo entrambi sulla mia moto e arrivammo nel punto in cui era parcheggiata la Triumph, l'unica rimasta veramente illesa.
Quando Marco la vide sorrise:
-Finalmente è tornato tutto come prima. So che sembrerà stupido ma per me questa moto rappresenta un punto fermo, un qualcosa di fisso. Non chiedermi perché...io non lo so-
-Ehi, ma riesci a guidare con il braccio...insomma...messo così?-
-Oh, certo, stai tranquilla. Se non lo piego non mi fa male-
-Bene allora. Ci vediamo al concerto! Mi mancherai-
-Al concerto? Ma che dici? Ci vedremo molto presto. Ah, riguardo ai biglietti...chiederò a Marta se ti può far entrare anche senza, visto che te li hanno rubati-
-Grazie mille! Non volevo chiedertelo perché non mi sembrava il momento...-
-È sempre il momento di parlare di musica. La musica è vita e la vita c'è sempre, non si ferma mai, giusto? Ti saluto, Sofia. Grazie di tutto- disse allontanandosi in sella alla Triumph.
Tornai a casa sperando di non incrociare nessuno, infatti ero senza casco e mi girava un po' la testa.
Appena entrai in casa Luna mi corse incontro dicendo:
-Dove sei stata? Ti ho chiamata una ventina di volte e non mi hai risposto!-.
Prima di dirle che probabilmente in quel momento un pazzo stava comodamente cercando di indovinare il mio PIN, la abbracciai.
Avevo bisogno di forza.
Di quel tipo di forza che solo Luna riusciva a darmi...

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Due piume nell'aria ||Marco MengoniDove le storie prendono vita. Scoprilo ora