Io come te

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-Certo che puoi! Stiamo scherzando? Sei una persona fantastica! Te lo meriti. Dunque, il tour parte ad aprile, quindi abbiamo ancora due mesi per organizzarci. Ora che ti ho conosciuta so che non hai detto "non sei stupido" con cattiveria-.
Dopo l'ultima frase arrossì leggermente.
-Quindi mi hai sentita! Cavolo, mi dispiace moltissimo. Non volevo offenderti. E solo che io non penso molto alle cose...dico quello che mi passa per la mente. Lo so, sono un disastro-
-Non fa niente. L'importante è che tu non ti sia fatta molto male...-.
Si sistemò gli occhiali da sole tamburellando con le dita sul manubrio,
-Se vuoi ti accompagno a casa. Qual è il tuo indirizzo? Ehi...aspetta un attimo...come ti chiami?-.
Risi, togliendomi un ciuffo di capelli dagli occhi:
-Mi chiamo Sofia e...beh, abito proprio qui- dissi indicando il mio cancello, che si trovava proprio in quella via.
-Allora ciao, Marco. Complimenti, sei un ESSERE UMANO fantastico!-
-La stessa cosa vale per te, Sofia...in un modo o nell'altro farò sì che un biglietto per il tour sia reso disponibile. Ciao!-.
Chiuso il cancello, andai nell'atrio.
Mi appoggiai al muro ripetendo
-Ciao, Marco-.

Quella sera alle 18:10 suonò il campanello.
-Sono Luna-.
Salì le scale correndo.
Appena varcò la soglia di casa mia domande e risposte iniziarono ad accavallarsi:
-Allora? È bello da vicino? È simpatico? Cosa ti ha detto? E...-,
ma io la interruppi con un cenno della mano:
-So solo che sono state le due ore più speciali della mia vita. Insomma...io, lui, la moto, la strada e nient'altro. Impossibile dimenticarsene-.
Luna nel frattempo mi stava ascoltando trattenendo il respiro.
La abbracciai fortissimo e andai a cambiarmi.
Quella notte non dormii.
Pensai a quei due occhi marroni, in cui vedevo me, vedevo il mare, vedevo un cielo stellato, vedevo tutti i miei sogni più grandi.
Vederlo in foto non mi faceva più lo stesso effetto.
Sentivo il bisogno di vedere ancora quel viso.
Verso le 5:30 della mattina seguente, ero già in moto.
Non so perché, ma c'era qualcosa che mi spinse a farlo.
Era domenica e sentire il vento fra i capelli  e sulla pelle mi rendeva capace di pensare ad altre cose oltre a Marco...

Due piume nell'aria ||Marco MengoniDove le storie prendono vita. Scoprilo ora