A new beginning

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"Questa è tutta colpa tua!" Le urla di Rose risuonarono per le mura della tana.
Era il 31 Agosto e l'indomani mattina tutti gli appartenenti al clan Weasley-Potter con un'età compresa tra gli undici e i sedici anni, si sarebbero recati al binario nove e tre quarti. Il che, a dirla in breve, significava che tutti, fatta eccezione per Victoire e Teddy, erano in completa agitazione pre-partenza.

"Sei un tale idiota!" Il tono di voce della primogenita di Ron e Hermione si era notevolmente alzato, assumendo una sfumatura quasi esasperata. La presenza di un insulto del genere tra gli epiteti rivolti al cugino, non prometteva nulla di buono.
"Come diavolo ti è saltato in mente, me lo spieghi?! Lo sapevo io che non dovevo fidarmi di te!"
In casa nessuno sembrava accorgersi della sfuriata di Rose, forse perché l'attenzione era concentrata su Fred e James, che avevano fatto diventare verde il corpo della povera Roxanne.
"Non l'ho fatto apposta! Mi è scappato. E comunque lo sapevano già, non sono scemi sai!" Sbottò un infastidito Albus Potter, stravaccato sul suo letto. In mano teneva una pallina rossa, che di tanto in tanto lanciava contro la parete opposta, riafferrandola al volo.
"Beh, non mi sembra comunque una buona ragione per farlo sapere a tutti!" Ringhiò la rossa, afferrando al volo la pallina di Albus e rilanciandogliela in testa con forza.
"Tutti?! Sono solo due persone! Di cosa hai paura? Non volevi che Scorpius lo sapesse?" Insinuò Al piuttosto scocciato dalla conversazione.
"Cosa centra Malfoy, me lo spieghi?! Stiamo parlando di me!"
La parola 'Malfoy' era stata calcata con particolare disprezzo, tanto che Albus si lasciò scappare uno sbuffo esasperato. A volte sua cugina era più testarda di un ippogrifo.

"Non c'è e non ci sarà nessun me se continui così Rose. Ti beccheranno, e in quel caso per te sarà la fine. Probabilmente ti ammazzeranno e io ti avrò sulla coscienza. Sei l'unica che sembra non capirlo lo sai? È un anno che vai avanti così eppure non accenni a tirarti indietro. Devi smetterla diamine!"  Sbottò ormai al limite della pazienza Al. Il suo tono era comunque notevolmente basso, a confronto con quello dell'amica.

"Da che pulpito! Tu ci hai messo quattro anni a smettere di frignare per essere stato smistato in Serpeverde!"
I pugni di Rose erano stretti e la sua bocca serrata. Albus avrebbe giurato di aver visto del fumo uscirle dalle orecchie. Intuendo che la situazione non si sarebbe evoluta, ebbe il buonsenso di stare in silenzio, cucendosi la bocca per non replicare.
"Mi chiedo come farò adesso. Era già difficile quando non lo sapeva nessuno, ora sarà un impresa." Sussurrò con un groppo in gola la ragazza, sdraiandosi accanto al cugino, che le fece posto.
"La devi smettere di preoccuparti per ogni cosa. Dovresti essere un po' più come Cassandra, a lei non frega niente di nessuno."
La rimproverò Albus lanciando per la millesima volta la pallina rossa, che beccando la lampada a muro, cadde lontano dal letto.
I pensieri di Rose vagarono verso la sua migliore amica, Cassandra. Non la vedeva da mesi e le mancava più di ogni altra cosa.
"Come va a te con Cassie? " chiese Rose.
Albus corrugò la fronte. Da tempo non pensava più a Cassandra in quel modo, probabilmente da quando lei gli aveva detto chiaro e tondo di non essere interessata a lui. Non l'aveva presa male, anzi, si era stupito di quanto in realtà non fosse importante.
In ogni caso, era successo praticamente un anno prima e la cotta (perché si trattava solo di una cotta) gli era passata velocemente, così come il dispiacere. Lui e Cassandra erano ancora amici e avevano fatto finta che non fosse successo niente.

"Bene, credo. Insomma, lei non mi piace più, ne sono sicuro. Solo che sento ancora di non volere che qualcuno la tocchi, un po' come con te" disse Albus. Entrambi stavano guardando le travi di legno che sostenevano il soffitto, mentre l'eco delle urla di zia Ginny disturbava leggermente l'armonia silenziosa della stanza.
Rose appoggiò la testa sulla spalla del secondogenito dei Potter.
Fin da bambini, loro due erano stati inseparabili. Si volevano davvero bene, tanto che Albus la considerava sua sorella quasi più di Lily.
"Ne sono contenta... Insomma, non voglio che tu soffra per colpa sua. Comunque non credo che tu debba preoccuparti per lei. Non è mai stata interessata ai ragazzi... Li ha sempre rifiutati tutti e non mi ha mai raccontato di avere una cotta per qualcuno. A volte mi sono persino chiesta se non fosse lesbica. Poi, dato che mi ha riso in faccia quando gliel'ho chiesto, ho capito che è come Roxie. Dev'essere per questo che vanno così d'accordo."
Disse Rose scuotendo la testa.
"O forse per le finora 167 punizioni che hanno preso insieme" ipotizzò Albus piuttosto sarcasticamente.
Rose rise con lui. Da domani, i momenti con il suo migliore amico sarebbero diminuiti notevolmente.

Looking for myselfDove le storie prendono vita. Scoprilo ora