I misteri illuminano le tenebre che ci circondano mantenendo il segreto di se stessi, come una lampada che ci dà luce anche se non capiamo il suo funzionamento.
-Paul ClaudelNon dimenticherò mai quel momento.
L'uomo non è forte abbastanza per sopportare certe cose. E l'unica cosa che gli permette di conviverci è la capacità di ignorarle.
È stato un anno fa.
Io e James dovevamo andare a Diagon Alley per incontrarci con la squadra di Quidditch.
Era piena estate.
Non ricordo bene perché e non ricordo neanche come. Tutto di quella giornata è diventato confuso.
So solo che quando abbiamo preso la polvere volante per arrivare lì, qualcosa è andato storto.
Forse ho sbagliato io, forse ho solo pronunciato male il nome, fatto sta che quando ho riaperto gli occhi, non era Diagon Alley quella davanti a me.
Ricordo come fosse ieri la sensazione che ho provato quando mi sono resa conto di essere nel posto sbagliato.
Era paura pura. Terrore forse. Avevo solamente quindici anni, e ancora ero abituata ad avere sempre qualcuno a risolvermi i problemi. Quello era un problema bello grosso e non avere James vicino mi ha terrorizzata.
È passato non so quanto tempo prima che capissi come andarmene da lì. Sembrava un posto abbandonato. A rifletterci in questi mesi, credo si trattasse di un edificio in disuso del governo. Era completamente vuoto, fatta eccezione per una fila inimmaginabile di cassetti.
Si, proprio cassetti. Piccoli e dalla forma quadrata. Saranno stati almeno un centinaio, tanto da coprire tutte le pareti della stanza, ed erano tutti in ferro.
Non mi ci ero soffermata molto, ciò che cercavano i miei occhi era una porta.
Una maledetta porta, che però sembrava non essere da nessuna parte.
Guardandomi bene intorno, mi accorsi che in realtà non c'era neppure un camino. La stanza era enorme, eppure seguendo tutto il suo perimetro non si poteva scorgere nulla se non quegli inutili cassetti.
Nient'altro.
Questa è forse una delle cose che per quanti sforzi io faccia, non capirò mai. Non riesco a trovare una ragione logica per il mio essere lì. Se non c'erano camini, come ci ero arrivata?
Mi rimarrà il dubbio in eterno probabilmente. Comunque non è questo l'importante.Infatti, per sfortuna o fortuna, a questo punto non saprei dirlo, qualcuno è entrato nella stanza. Non da una porta, questo è ovvio.
Un uomo alto e robusto, leggermente in sovrappeso, con un accenno di barba e un portamento molto rigido, si è smaterializzato all'improvviso accanto a me.
Appena ho sentito il 'crack' della materializzazione, ho afferrato la bacchetta nel tentativo di farmi un incantesimo di disillusione, ma non ha funzionato.Sicuramente c'era un blocco incantesimi o forse ero troppo agitata per farlo.
Prima di poter fare qualsiasi altra cosa, l'uomo si è voltato nella mia direzione. Quando i nostri occhi si sono incrociati, ho letto nei suoi la mia stessa sorpresa e incredulità.
Credo abbia capito subito che non ero lì di proposito, ma che si era trattato di uno sbaglio.
Sta di fatto che prima di poter dire anche solo una parola, mi ha gettato qualcosa addosso e si è voltato, facendomi scudo con il suo corpo.
Si era appena smaterializzata un'altra persona. Non potei vederla subito, il corpo di quell'uomo me lo impediva. Sentii però aleggiare nell'aria il pericolo. E indietreggiai. Mi sembrava di avere il cuore in gola, e di respirare non ne avevo nemmeno il coraggio, ma la paura mi ha permesso di non fare rumore e sono riuscita a raggiungere l'angolo della stanza senza farmi notare.
Quello che avevo addosso, lo capii solo più tardi, era un mantello dell'invisibilità. Non come quello di James, ma simile.
Dalla posizione che avevo conquistato, riuscii a scorgere il viso del nuovo arrivato.
Era decisamente più giovane del primo, sembrava quasi quello di un ragazzo. Era alto, slanciato, ma anche lui con un portamento rigido. Era biondissimo, con la poca luce che c'era i suoi capelli sembravano addirittura bianchi. È l'unico vero dettaglio che sono riuscita a memorizzare, a causa della paura e dello shock.
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Looking for myself
Fanfiction"Continuo a perdermi. Ogni giorno. Mi cerco disperatamente nella testa, nel cuore, nello stomaco. Cerco dentro di me un segno che mi dica chi sono, ma trovo solo nebbia. E mi illudo di potercela fare. Di poter dire questa sono io, prendimi per quell...