Rose
Il caos della sala Grande è sollevante dopotutto. Il vociare costante che fa da sottofondo ad ogni pasto è come un paraorecchie per i problemi e le domande che costantemente martellano la tua mente. Dopotutto, aggrapparsi alla quotidianità, è la risposta più facile e comoda per evitare di affrontarli. Non è codardia, è la forza di vedere al di là del cupo manto di nebbia che sembra avvolgere ogni cosa. Non arrendersi perché si è scettici per credere, ma aggrapparsi a qualcosa a cui si deve credere per forza: l'evidenza.
Mentre la mente si svuota per quei sacri minuti di pasto, ti guardi intorno. È strano mangiare da sola, di solito hai sempre accanto qualcuno... è bello però. Facendo scorrere lo sguardo attorno a te, i minuscoli dettagli che solitamente ti sfuggono, ti appaiono più magici della Sala stessa. I capelli biondissimi di una Corvonero creano un gioco di luci magnifico, come schegge di cielo che si spezzano nell'aria ad ogni suo gesto. La risata di due amici Grifondoro sembra una melodia che si diffonde nell'aria, solitaria. E tace, si spegne, risorge, trema, si spegne.
Non parole, ma suoni, che si mescolano a formare musiche, colonne sonore di vite fugaci che modificano il mondo con la loro presenza, sparendo poi senza lasciare traccia.
E gli occhi scintillanti di un ragazzo Serpeverde, il cui colore non puoi riconoscere, ma la cui anima scorgi tra i cocci di una vita che ignori e che puoi solo immaginare. Ti perforano l'anima, scandagliandoti alla ricerca di qualcosa. E ti dimentichi di tutto, di chi lui sia, e di chi tu sia, perché quel contatto ti scuote in un angolo di te stessa che ancora non conoscevi, e che non puoi controllare. Senti qualcosa spezzarsi dentro di te, mentre riconosci in lui l'umanità che vi accomuna. Senti in quello sguardo la vita, pulsante e reale. E comprendi la spettacolarità della natura, che è dipinta con i colori di Dio. E ancora resti sorpresa, capendo quanto sia piacevole avere torto.
Ti riscuoti con un battito di ciglia, e mettendo a fuoco la persona distante dieci metri da te, la riconosci, e non senti nessuna reazione.
Percorri il suo viso punto per punto, mentre lui fa lo stesso con te, e ti meravigli di ogni dettaglio. E ancora, nonostante tu sappia chi è, ti rendi conto di essere solo lo spettatore di un'universo nascosto che ti resterà sconosciuto in eterno.Scorpius
È sorprendente la rapidità con cui, a volte, le certezze su cui si poggia la tua esistenza vengano spazzate via. Nel tuo caso, basta un brivido. Lo senti partire dalla punta dei piedi e scaricarsi in un attimo in ogni punto del tuo corpo, attraversando i luoghi invisibili dove risiede la tua anima e scuotendola nel profondo.
E ti rendi conto di non volere altro che navigare in quell'infinito universo che stai immaginando attraverso i suoi occhi, e capisci che nessuna barriera potrà mai salvarti da lei. Puoi sfuggirle, ma ne sarai sempre prigioniero.
Ti sembra di vedere la natura fondersi in un capolavoro proprio di fronte a te, ma sei condannato a restarne fuori. E ti tormenti nel limbo in cui sei caduto, incapace di fuggire o di avanzare.
Sai che è solo un momento, che lo sguardo che ti è permesso lanciare su quell'infinito di cui non sarai mai partecipe è questione di un'attimo. E che svanirà, lasciando dietro di sé un uragano di emozioni che ti lasceranno ferito e vulnerabile.
Hai abbassato le barriere, per un secondo. Sarebbe bastato anche meno, e ormai è fatta.***
Albus aveva lasciato Rose prima di entrare in Sala Grande, dopo averla recuperata davanti alla stanza delle necessità. Dopo aver scambiato due parole con Lumacorno, che lo aveva intercettato per proporgli un progetto scolastico, raggiunse il suo tavolo per fare pranzo. Era ormai l'una passata. Lui e Rose avevano parlato più di quanto pensasse. Si lasciò cadere sulla panca esattamente di fronte a Scorpius, rompendo la magia che aveva allacciato il suo sguardo a quello di Rose per parecchi minuti. O erano stati secondi? Scorpius non seppe dirlo, ma fu immediatamente travolto da una valanga di diverse emozioni, mentre si rendeva conto di quello che era appena successo. Con gli occhi ancora puntati dove prima si trovavano quelli di Rose, realizzò immediatamente la propria debolezza.
Al lo guardò stranito, mentre muovendo energicamente la mano cercava di riportare il proprio migliore amico coi piedi per terra.
"Eemh, qui terra chiama Scorpius! Ripeto, Qui terra chiama Scorpius!" Gridò mettendo le mani a coppa attorno alla bocca, e ridendo di gusto. Scorpius parve non sentirlo, non muovendosi di un millimetro. Al, a questo punto leggermente preoccupato, si spostò seguendo la direzione del suo sguardo.
"Emh, Scorp? Cosa diamine ti prende? Perchè stai fissando il vuoto come uno che ha visto Voldemort risorgere dalla cenere?" Domandò riportando l'attenzione sul suo amico.
Scorpius fremette non appena Al si spostò dal suo raggio visivo.
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Looking for myself
Fanfiction"Continuo a perdermi. Ogni giorno. Mi cerco disperatamente nella testa, nel cuore, nello stomaco. Cerco dentro di me un segno che mi dica chi sono, ma trovo solo nebbia. E mi illudo di potercela fare. Di poter dire questa sono io, prendimi per quell...