" Nullum magnum ingenium sine mixtura dementiae fuit."
Non vi è mai stato grande ingegno in cui non ci sia stata un po' di pazzia.-Lucio Anneo Seneca
Una voce gutturale, cupa, meccanica.
Ma una voce.
Quando quella cosa gelatinosa che era sbucata dalla porta parlò, Scorpius dovette tenersi al muro per non cadere.
Questo era troppo.
Poteva credere che Rose non fosse chi lui credeva, poteva accettare una stanza segreta nel reparto proibito della biblioteca, poteva sopportare una creatura nascosta in una porta, ma non poteva tollerare che questa parlasse.
Che diamine stava succedendo?!Prima di poter dire qualunque cosa, l'uomo, se così lo si può chiamare, parlò.
"Homo sum" disse.
Scorpius corrugò la fronte. Aveva già sentito una lingua simile. Non ricordava quale fosse, ma era sicuro di averla già sentita. Si chiese che cosa significasse quello che la creatura aveva detto.
E si diede dello stupido per non aver previsto che Rose avrebbe risolto anche questo problema." Nihil humani a me alienum puto " concluse infatti la ragazza.
Quale fosse il significato di quelle parole, Scorpius non lo sapeva, ma non poté non fremere sentendole. Un brivido, quello che Rose inevitabilmente gli scatenava, si fece largo dentro di lui. Partì dalla testa, e percorse ogni vena, ogni arteria del suo corpo fino alla punta dei piedi.
Lo scosse come una tempesta in piena estate. E il ragazzo dovette aggrapparsi nuovamente al muro per non cadere, perchè era sicuro che le sue gambe non avrebbero retto.A volte l'immaginazione non basta. Anzi, ci ostacola.
E sicuramente la sua immaginazione non l'aveva preparato a questo.
Era troppo grande. Troppo grande per lui, troppo grande per Rose.
Eppure quella ragazzina esile, che sembrava fuori posto ovunque, in quel momento gli sembrava esattamente dove doveva essere.
Era un piccolo pesce in un mare enorme. Eppure, in quel preciso istante, gli faceva più paura di quello squalo del ministro.Non se l'era immaginato. Non aveva potuto. L'immaginazione accorre laddove la realtà non basta. Lì però la realtà era più grande di quanto fosse possibile immaginarla. Ed era troppo.
I suoi occhi non riuscivano a vederla interamente. I dettagli scappavano, si infrangevano contro la barriera dell'incredulità che Scorpius si era costretto a ergere per non crollare.
Era troppo.Così, quando la porta si spalancò, e il ragazzo si ritrovò nel rifugio di Rose, nel suo luogo di solitudine, non poté trattenere il suo cuore dal sussultare.
Perché riconobbe subito che quel luogo era suo, di quella ragazza soltanto. E gli sembrò di invadere la sua mente, di partecipare allo spettacolo meraviglioso che era la vita segreta di Rose Weasley, ma con la consapevolezza di non essere stato invitato, di stare infrangendo la sua privacy, di starla derubando del suo paradiso di solitudine.Tutto in quell'enorme stanza sapeva di Rose. Eppure, se non lo avesse saputo, Scorpius non avrebbe saputo riconoscerlo.
Perchè questa Rose Weasley era ben protetta sotto strati di incredibili maschere.
Non maschere indossate, ma maschere vissute. Vissute da Rose ogni giorno.
Perchè Rose non si travestiva. Rose era Rose sempre.
E quelle maschere erano parte di lei.

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Looking for myself
Fanfiction"Continuo a perdermi. Ogni giorno. Mi cerco disperatamente nella testa, nel cuore, nello stomaco. Cerco dentro di me un segno che mi dica chi sono, ma trovo solo nebbia. E mi illudo di potercela fare. Di poter dire questa sono io, prendimi per quell...