GREGOR.
I conti non tornano, giro e rigiro questi maledetti fogli tra le mani, ma niente!
-Gregor, che problema c'è?- Chiede il mio amico Sebastian.
-C'è qualcosa che non mi torna. Te l'ho detto che saremmo finiti nella merda senza Philip. Non sono buono con queste cose. Chiama il tuo amico e fammi mandare subito una persona che può aiutarmi.-
-Ok, ok. Non ti scaldare!- Risponde.
Quando Sebastian esce dal mio ufficio, mi lascio andare sulla poltrona sospirando.
Il ranch non sta andando bene, il tempo non ha giocato a mio favore e gli animali continuano a morire ed a sparire, senza che nessuno di noi ne capisca i motivi! Ho bisogno di aiuto, ho bisogno di qualcuno che, oltre ad aiutarmi con i conti, sappia anche come far ripartire il mio ranch.
Esco fuori e vado nelle stalle per parlare agli uomini.
-Ragazzi, voglio che torniate ai pascoli e che setacciate ogni punto per cercare qualcosa che ci possa tornare utile. Stasera faremo il punto della situazione.-
Esco dalle stalle più incazzato di prima, mentre mia madre mi viene incontro scendendo dall'auto, con il solito sacchetto di cibarie varie.
-Mamma, sono sempre gay se sei venuta per quello.-
Non ho un ottimo rapporto con i miei genitori, sono stato cacciato di casa circa dieci anni fa, per colpa della mia omosessualità, mio padre mi ha massacrato di botte ed abbandonato sul ciglio di una strada.
Appena sono riuscito ad alzarmi, mi sono trascinato fino al primo ranch che ho trovato, conoscendo una persona straordinaria...Tommy.
Tommy mi ha accolto come un figlio, dandomi un lavoro e poi lasciandomi le redini di questo ranch, ed io non voglio deluderlo.
Torno al presente con la voce di mia madre che urla: -Non fare lo stronzo con me Gregor, io non sono tuo padre.-
-Vero, ma per certi versi siete simili. Cosa ti serve? Soldi?-
Taglio corto perché tanto, ogni volta che si presenta, chiede sempre e solo quelli, dandomi in cambio un sacchetto con dei polpettoni ed altre cose da mangiare.
-Lo sai che tuo padre non mi dà più niente, se non mi aiuti tu, non so come fare.-
Certo, come no. Infilo la mano in tasca e tiro fuori il blocchetto degli assegni, ne compilo uno con la solita cifra, e glielo porgo.
-Fatto, ora puoi tornartene a casa.- Dico voltandole le spalle.
Non mi soffermo a vedere la sua espressione e, poco dopo, sento il rumore della macchina che parte e si allontana dalla mia proprietà.
-Se n'è andata?- La voce di Tommy mi fa sobbalzare.
-Vecchio, rimani sempre nascosto ad origliare?- Chiedo.
-Non sei simpatico. Dovresti imparare a restare più calmo, sei troppo nervoso.-
-Non sarei così nervoso se la gente smettesse di prendermi per il culo!- Sbotto infuriato.
-Ho chiamato la signora Fonnest, suo figlio è tornato in paese dopo aver vissuto un periodo in città, e cerca lavoro. Le ho chiesto di mandarlo qui per darti una mano.-
-Non voglio un ragazzino in mezzo ai piedi! Soprattutto uno di città. Non farlo venire.- Sorpasso Tommy e me ne torno nel mio ufficio, dove ci rimango chiuso per tutta la sera e parte della notte.
Le visite di mia mamma mi rendono maggiormente nervoso, mi ricordano tutto quello che ho dovuto subire negli anni, e io non voglio ricordare, voglio andare avanti!
Dopo essermi scolato buona parte della bottiglia di whisky che ho di fronte, mi trascino in camera e mi fiondo sul letto addormentandomi all'istante.
La mattina vengo svegliato da un gran fracasso proveniente dalle stalle, mi alzo di scatto, prendendo i primi pantaloni che trovo, e mi precipito giù per andare a controllare.
-Che cazzo succede Sebastian?- Chiedo.
-Questo pezzo di merda stava scopando un ragazzino dietro le balle di fieno.- Indica un mio dipendente che, in passato, mi ha già dato problemi di questo genere.
-Cazzo, ma non puoi portarli da un'altra parte e, soprattutto, non sul luogo di lavoro?- Chiedo esasperato.
-Almeno io scopo capo!- Al termine delle sue parole mi scaravento su di lui prendendolo per la gola e sollevandolo da terra: -Sei fuori, esci dalla mia proprietà e non ti fare più vedere.-
Mentre lo lascio andare, una voce alle mie spalle dice: -Sono arrivato in un momento sbagliato?-
Appena i miei occhi si posano sulla voce della persona che ha appena parlato, il respiro mi si mozza, come al resto delle persone al mio fianco.
Davanti a me c'è un ragazzo alto, più o meno, un metro e novanta, capelli neri, occhi neri e carnagione olivastra.
Quello che mi fa rimanere perplesso, è il suo abito...è vestito in giacca e cravatta!!
Che cazzo ci fa un perfettino in un ranch, dove ti sporchi anche solo respirando?
-Che cazzo vuoi?- Dico scontroso come sempre.
-Sono il figlio della signora Fonnest, mi chiamo Rick, sono venuto per il lavoro. Chiedo scusa per l'abbigliamento, ma all'aeroporto hanno smarrito la mia valigia, e ho solo questo abito. Normalmente non vado in giro con il gessato.- Dice agitandosi.
Mi giro verso Sebastian e gli tiro un cazzotto sul braccio, visto che continua a fissarlo in uno stato di mutismo, poi rispondo: -Non mi interessa, non ho bisogno di te. Togliti dai coglioni.-
-Ma brutto stronzo...- Mi si scaglia addosso tirandomi un cazzotto che riesco ad evitare solo all'ultimo istante.
Sebastian si mette di mezzo per separarci e la voce di Tommy tuona: -Smettila Gregor! Subito!- Alzo le mani in segno di resa e faccio due passi indietro.
-Non mi interessa più il lavoro Tommy, se lo può ficcare su per il culo.- Rick si allontana uscendo dalla stalla e salendo sulla sua auto, senza guardarsi nemmeno una volta alle spalle.
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La forza del perdono
Romance"La forza del perdono" Di Luisa D. Romanzo Erotico M/M Gregor è un uomo ferito nell'animo, un uomo abituato solo alla sofferenza e non conosce cosa sia l'amore, pur desiderandolo con tutto se stesso. È stato cresciuto con la convinzione che l'essere...