GREGOR.
Appena mi sono chinato per vedere il suo lavoro, un senso di calore mi ha riscaldato il cuore, una sensazione strana mi ha colpito lo stomaco e, per finire, il suo profumo mi ha completamente messo al tappeto.
La voce di mio padre mi risuona nelle orecchie..."Non c'è amore per un frocio del cazzo come te, al massimo ti ritroverai a farti fare qualche pompino in uno squallido bar."
Ed è quello che ho fatto per la maggior parte del tempo della mia vita, squallidi pompini da uomini di cui non ricordo neanche il volto, proprio nel bar dove adesso Sebastian sta portando Rick.
La rabbia minaccia di farmi esplodere ed esco sul portico accendendomi l'ennesima sigaretta.
-Che cosa ti turba ragazzo?- Chiede Tommy arrivandomi alle spalle.
-Niente. Il solito.- Rispondo secco.
-Ultimamente sei più nervoso del solito, anche con il ragazzo nuovo, non pensi di aver esagerato?-
-Certo che lo penso, ma è più forte di me. Il gene di mio padre domina sulla mia reale personalità! Non ci posso fare niente, diventerò un vecchio stronzo come lui.-
-E' passato tanto tempo Greg, forse è ora che tu ti lasci il passato alle spalle. Vivi la tua vita, non quella che vorrebbe tuo padre.-
Ha ragione, ha sempre avuto ragione. Se non fosse stato per lui, tanti anni fa, sarei finito drogato da qualche parte, senza un minimo di speranza. Tommy mi ha accolto come un figlio e da quel giorno, per me, lui è diventato mio padre.
-Tu pensi troppo Greg, te lo dico sempre. Sei circondato da persone che ti vogliono bene, guardati attorno.-
Mi lascia da solo con questa frase e io mi ritrovo a pensare, inevitabilmente, a quello che ha detto.
Mi devo guardare attorno? Ma oltre Sebastian e lui, non ho instaurato rapporto con nessuno, gli altri sono tutti miei dipendenti e, quando gli rivolgo parola, lo faccio solo per dare ordini.
Confuso più di prima, me ne vado a letto con un peso sullo stomaco e, prima di addormentarmi, l'immagine di Rick vestito come quando è entrato nella stalla la prima volta, mi si para davanti. Capisco, allora, di essere seriamente fottuto.
La mattina mi sveglio con un terribile mal di testa che aumenta non appena ricevo il resoconto della notte da un mio bracciante.
-Alcuni animali sono scomparsi, abbiamo mandato altri uomini a dare un'occhiata, ma non sono ancora tornati.-
-Merda! Come cazzo è possibile che mi spariscano gli animali da sotto gli occhi? Appena tornano i ragazzi mandali nel mio ufficio.- Esco di casa incazzato, andando ad inciampare addosso a Rick.
-Scusa..ah sei tu!- Dico scontroso.
-Visto che sono io, non merito più le scuse?-
-No.- E lo oltrepasso incazzato come una bestia.
-Vaffanculo.- Mi grida dietro, ma io non rispondo e non mi volto, continuo la mia marcia verso le stalle.
Esco con il mio cavallo e vado a parlare con il proprietario del ranch a cinque chilometri dal mio.
-Ciao Seth, ho avuto altri problemi con gli animali.-
-Sicuro che non c'entri qualcuno che hai mandato a quel paese? Magari qualcuno che ci ha provato con te e lo hai rifiutato.- Dice ridendo.
-Non fare lo scemo Seth! La situazione è grave. Spariscono i soldi e gli animali. Ho messo una persona a controllare tutti i conti, spero che mi dica qualcosa al più presto.-
-Mi hanno parlato bene del figlio della signora Fonnest, è un bravo ragazzo. Ha avuto qualche problema in passato, ma è uno che ne sa tanto del suo mestiere.-
Incuriosito, chiedo: -Problemi? Non dirmi che è stato in carcere.-
-Per poco. È stato denunciato dopo aver massacrato di botte un ragazzo dietro un vicolo, ma dicono che poi se l'è cavata con una condanna minore, perché dalle indagini è emerso che era legittima difesa.-
Merda, non mi ha dato l'impressione di essere uno violento, sì, con me siamo arrivati quasi subito alle mani, ma l'ho provocato io, quindi lo avranno provocato anche in questo caso.
Non so perché penso subito alla sua innocenza, ma ha la faccia da bravo ragazzo, forse anche troppo.
Caccio via il pensiero di Rick e mi concentro su Seth che mi spiega come poter beccare chi mi sta rubando gli animali.
Al mio ritorno al ranch trovo la casa vuota, sono tutti fuori a lavorare e ne approfitto per andarmi a chiudere in ufficio, ma appena apro la porta trovo Rick chinato a quattro zampe in terra che raccoglie dei documenti.
Merda, che visione spettacolare, come può un uomo avere un culo più perfetto? Cerco di tenere a bada la mia libido e mi ci avvicino piano per non farmi sentire ma, ad un certo punto, il mio istinto ha la maglio e gli tiro una pacca sul sedere.
-Che cazzo?- Si gira di scatto e la sua testa sbatte contro la mia gamba, facendolo cadere a terra.
Scoppio a ridere, come non facevo da una vita, e allungo la mano per aiutarlo ad alzarsi.
-Scusa amico, ma è stato più forte di me.- Dico riferendomi allo schiaffo.
-Sì, ma non è giusto. Tu puoi toccare ed io no?- La sua provocazione mi arriva forte e chiaro, ma non ci casco e rispondo: -Guardare ma non toccare baby!-
Prendo la sua mano e lo tiro su, troppo forte, facendolo sbattere contro il mio petto. Gli occhi di Rick si posano suoi miei, e le scintille del suo azzurro cielo mi infiammano tutto il corpo.
Il pene si drizza all'istante e sono costretto ad allontanarlo per non fare brutta figura.
-Ok, ora basta. Divertito ieri sera?- Chiedo.
-Abbastanza. Sebastian è un bravo ragazzo! Usciremo di nuovo domani sera.-
La risposta mi muore in bocca e preferisco uscire dal mio ufficio per non dire qualcosa di veramente pesante.
Vado nelle stalle e sello il mio cavallo per andare a fare un giro, ma Sebastian mi trova e dice: -Gli uomini stanno per tornare, dico di aspettarti?-
-No, fatti dire cosa hanno trovato e raccontamelo stasera al mio ritorno. Non aspettatemi per cena.-
Salgo in groppa al cavallo e parto subito al galoppo, non voglio ne vedere, ne sentire nessuno, ho bisogno di calmarmi e capire come mai le mie giornate stanno peggiorando sempre di più, anziché migliorare.
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La forza del perdono
Romance"La forza del perdono" Di Luisa D. Romanzo Erotico M/M Gregor è un uomo ferito nell'animo, un uomo abituato solo alla sofferenza e non conosce cosa sia l'amore, pur desiderandolo con tutto se stesso. È stato cresciuto con la convinzione che l'essere...