Capitolo 9

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GREGOR.

Imbecille, imbecille. Digli quello che senti, diglielo.

Continuo a ripetere queste parole nella mia testa, ma non riesco ugualmente a fermarlo, lo faccio uscire dalla mia stanza senza proferire parola.

Perché cazzo l'ho trattato male? Rick è venuto a cercarmi, mi ha aiutato ed è rimasto al mio fianco...merda!

Scatto in piedi e corro giù per le scale, riuscendo ad intercettarlo poco prima che apra la porta di casa.

-Aspetta.- Urlo.

Rick si volta ed incrocia lo sguardo col mio.

I suoi occhi sono la prima cosa che ho notato quel giorno alle stalle, hanno sempre avuto qualcosa di magnetico che mi attira, ed io stupidamente continuo a fare di tutto per respingerlo.

-Non andare ti prego. Sali di nuovo in stanza, giuro di raccontarti qualcosa.-

-Qualcosa.- Ripete alzando un sopracciglio.

-Ok, un po' più di qualcosa.-

-Stai attento Gregor, un'altra cazzata e ti prendo a calci in culo.-

Alzo le mani arrendendomi: -Chiaro! Adesso andiamo.-

Mi volto e comincio a salire le scale nella speranza che Rick stia facendo la stessa cosa.

Appena apro la porta, mi giro per far entrare lui per primo, e noto con stupore che è ancora dietro di me.

-Allora sei capace anche di gesti gentili.- Dice.

Non rispondo...ne sono capace? Boh, non ho mai ricevuto un gesto gentile, se non da Tommy, quindi non sono molto pratico.

La voce di Rick mi riscuote dai miei pensieri.

-Allora, sto aspettando.-

-Ascolta Rick, ho incontrato mia madre, abbiamo avuto una discussione e ho cominciato a bere senza freno. Non ho un buon rapporto con loro...- So di sbagliare, ma non sono pronto a lasciarmi andare con lui, non posso dirgli la verità, cioè che sono stato male come un cane per come l'ho trattato, che mi sento terribilmente in colpa e che vorrei, con ogni fibra del mio corpo, che lui mi volesse, che lui mi desiderasse.

Rick mi guarda perplesso, ma accetta le mie parole e mi crede.

-Ok, la prossima volta chiamami. Sei uno stronzo, ma una mano te la do volentieri.-

Chino la testa e rispondo: -Ok. Grazie.-

Rimango ad osservarlo mentre esce dalla stanza, ed aspetto di sentire il rumore della sua auto che parte, prima di precipitarmi fuori e cercare Sebastian.

Quando lo vedo sopra ad un cavallo, pronto per andare a fare il solito giro, lo afferro per la gamba e lo scaravento a terra.

-Che cazzo fai?- Si rialza subito venendomi vicino.

-Questo è per avermi lasciato lì come un cane, solo perché abbiamo avuto quella discussione nelle stalle. Ora vai a controllare le recinzioni, in paese per le provviste ci mando gli altri.-

Torno dentro casa e chiamo Tommy.

-Ragazzo, sei sparito, tutto bene?- Chiede.

-Sì, sì, ho avuto da fare. Oggi arriva il nuovo bestiame, quando torni?-

-Domani, così facciamo una riunione con Rick per controllare le novità.-

Chiudo la telefonata e penso che, in effetti, con Rick non abbiamo parlato delle novità, se ha scoperto qualcosa di nuovo.

La forza del perdonoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora