Capitolo 1

1.3K 75 17
                                    

Il suono della sveglia rimbombava fastidioso nelle mie orecchie e allungai la mano per spegnerla. Avevo dormito a malapena per 3 ore e tutta la stanchezza non se ne era andata nemmeno un po', anzi. Mi appoggiai sulle braccia e sbuffai rumorosamente, fissando un punto indefinito fino a riprendermi almeno per metà.

Dovevo sbrigarmi, non potevo arrivare in ritardo anche questa volta.

Indossai il primo paio di jeans e la prima felpa che trovai nell'armadio, ed uscii in fretta dall'appartamento.
L'aria fredda mi colpì in pieno volto e mi strinsi nelle braccia, sperando di ritrovare un po' di calore. Era ancora molto presto, il sole stava sorgendo e per strada non c'era quasi nessuno.

Nell'ospedale poche infermiere si aggiravano per i corridoi, chi perché era in pausa, chi per andare da qualche paziente.
Arrivata alla solita stanza, esitai un po' prima di entrare.
Non era molto illuminata, ma quelle quattro parete erando davvero confortevoli per me. Taehyung stava dormendo profondamente, il battito del cuore era scandito dalla macchina al fianco del letto.

Si era ripreso dal coma ormai da tre mesi, e l'unica cosa che mi dicevano le infermiere era che chiedeva sempre di me. E ogni volta quella crepa nel mio cuore si ingrandiva sempre di più. Non potevo farglielo sapere, lui non poteva sapere. L'avrei deluso, come tutti gli altri. Non li sentivo né vedevo da troppo tempo. Mi mancavano si, ma ero troppo codarda per guardarli di nuovo in faccia, e soprattutto non volevo rischiare la loro incolumità.
Mi avvicinai silenziosamente al letto e gli accarezzai il palmo della mano. La sua pelle era ritornata calda come una volta, e quella sensazione mi trasmetteva tranquillità.

Non gli parlavo più com'ero solita fare qualche mese prima, non volevo svegliarlo perchè sapevo che sarebbe stato troppo difficile per me affrontarlo. Mi bastava sapere che stava bene, che respirava, e sentire il calore del suo corpo.

Speravo che dando questa svolta alla mia vita e allontanandomi completamente da loro, qualcosa sarebbe cambiato, ma avevo solo dimostrato a me stessa che ai problemi non si fugge.

Uscii dall'ospedale e chiamai Hongbin, dovevo andarmene subito.

<< Sono io. Ho bisogno di un passaggio, sono davanti l'ospedale >> osservai la nuvoletta di condensa uscire dalla mia bocca mentre parlavo, e mi guardai intorno infilando la mano che non teneva il telefono nella tasca del giubbotto.

<< Lo so Hana, ormai non mi servono più le tue chiamate. Mando la macchina a prenderti, ci vediamo qui >> chiuse la chiamata senza darmi la possibilità di rispondere, e bloccai il telefono.

Hongbin mi stvaa più simpatico di quanto pensassi. Aveva dimostrato di tenerci a me e quando ero andata da lui aveva cercato di fare del suo meglio per farmi sentire a mio agio. All'inizio lo trovavo un po' strambo, ma avere qualcuno che si preoccupava così tanto per me non era davvero niente male. E poi, per quanto strano fosse, lui era l'unica cosa che potevo definire famiglia.

Una macchina nera si fermò proprio a due passi da me e quando il finestrino si abbassò, vidi la faccia di Kris spuntare fuori.

<< Beh, entri o no? >>

Kris era il migliore nella nostra azienda, Hongbin lo adorava e mi aveva affidato a lui. Col passare del tempo eravamo diventati molto amici, non aveva nessuno oltre a me e questa cosa ci aveva fatto avvicinare molto. era come se cercassimo di mantenerci sani a vicenda. Dopo Hongbin, era la persona a cui più mi affidavo per qualsiasi cosa, anche se nessuno dei due era mai sceso nei dettagli della propria vita privata.

<< Se ti fossi messa una sciarpa, ora non staresti morendo di freddo >> mi fece notare senza staccare lo sguardo dalla strada.

<< Lo so, me ne sono dimenticata e non avevo voglia >>roteai gli occhi e questo lo fece ridere.

Blood, Sweat & Tears (RUN II) - BTS Italian FanfictionDove le storie prendono vita. Scoprilo ora