Capitolo 12

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Faccio qualche passo ma poi mi giro e torno indietro. Non ce la faccio a lasciarlo da solo. Fortunatamente stanno solo discutendo, sennò non so come andrebbe a finire. Arrivo tra i due e inizio ad urlare per farli smettere. "Oh ma cosa cazzo vuoi?" mi dice il ragazzo. Alzo la mano tentata di tirargli uno schiaffo, ma poi ci ripenso e mi fermo. ''Lascia stare almeno lei" gli urla Benjamin guardandolo dritto negli occhi "non ti ha fatto nulla". I due si guardano per un attimo negli occhi, poi il tipo più grande si mette a ridere e se ne va. Io proprio non lo capisco, è un deficiente. "Ehi tutto a posto?" chiedo a Benjamin non appena il ragazzo si è allontanato abbastanza da non potermi sentire. Mi guarda per un attimo, poi sospira e mi fa cenno di sì. "Ma cosa gli è preso?" gli dico. Mi guarda e scuote la testa. Mi prende la mano e andiamo verso casa. "Ti va di venire a casa mia stasera? Così ti presento ai miei genitori. Ovviamente se ti va." ci penso un attimo, poi accetto la proposta e, una volta che Benjamin è entrato in casa sua, io mi metto a correre verso casa mia, perché non mi piace rimanere in giro da sola a quest'ora.
Entro in camera, levo le scarpe e distesa sul letto ripenso a me stessa e a quanto sono cambiata. Penso a tutto quello che mi è successo in così poco, e devo ammettere che è strano. O almeno, è strano per me. Non sono mai stata una persona sentimentale, ho sempre avuto 'il cuore di ghiaccio' come mi dicevano gli altri quando, guardando una commedia romantica, o cose simili, piangevano tutti tranne me, 'sei proprio insensibile' dicevano. E chi avrebbe mai pensato che in questa situazione che sembra quasi una serie TV mi ci sarei ritrovata anche io? Bah. Guardo l'orologio, sono le 19.30, se voglio essere puntuale con Benjamin sarà meglio che mi dia una sistemata. Per le 20.00 sono pronta, esco di casa e mi avvio verso casa di Ben. Alle 20.05 precise, suono il citofono mentre sono sotto casa sua ad aspettare, e viene subito ad aprirmi sua mamma. "Ehi tesoro, entra pure" mi dice lei appena varco la soglia di casa "Ben è di sopra, tra un attimo scende". Infatti dopo due minuti lo vedo scendere dalle scale tutto indaffarato, con la chitarra in spalla. Appena mi vede sorride e mi saluta, e si affretta a scendere gli ultimi gradini per raggiungere me e la sua famiglia in sala da pranzo. ''La chitarra, pudding'' dice sua mamma scoppiando a ridere. "Ah, giusto!" dice lui, e lo vediamo correre su per le scale, mentre sua mamma scoppia a ridere. "Eccomi" dice Benji tornando in sala "allora, possiamo iniziare a mangiare che ho fame?". Sua mamma lo guarda, perplessa, quando entra in stanza un altro ragazzo, che ad occhio mi sembra un po' più grande di Benjamin. "Ciao, io sono Alexander, il fratello di Ben, tu devi essere Sofia, giusto?" , gli faccio cenno di sì con la testa e gli allungo la mano in segno di piacere. "Bene, piacere di conoscerti. Ora devo scappare, mi dispiace, ci si vede. Ben, vedi di non farla disperare" dice lanciando un'occhiata a Benjamin, mentre Benjamin fa cenno di no con la testa, in segno di disapprovazione, mentre Alexander esce di casa. Passiamo la serata a ridere e scherzare, poi verso le 21 torno a casa e vado dritta a dormire. Il giorno seguente, dopo due lunghe ore di chimica e due di storia dell'arte torno a casa, ma senza Benjamin perché oggi aveva da fare una visita medica, per cui è uscito un'ora prima. Tornando a casa passo davanti ad un negozietto carinissimo, con esposti in vetrina un sacco di libri, e decido di entrare, e come al solito non riesco ad uscire da una libreria senza aver comprato almeno un libro.

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