Capitolo 57

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"No. Non posso venire, mi dispiace. Ho un altro impegno...come? È importante...Cosa? Non posso uscire in piena notte. Questa mattina sono tornato distrutto. È uno scherzo? Ora devo andare" lo sento dire.
Perché cavolo mi sono messa ad origliare? Ora sono curiosa, e non posso nemmeno sapere di cosa stava parlando. Non posso andare lì e dirgli Ehi senti, stavo origliando. Con chi eri al telefono?. Sarebbe troppo patetico. E invece devo farlo. Dove deve andare di notte? E perché era così stanco stamattina? Devo parlargliene per forza.
"Ben" gli dico aprendo la porta di colpo "possiamo parlare?".
"Certo, dimmi tutto".
"Mi prometti di rispondere sinceramente?".
"Non ti fidi di me?".
"Sì che mi fido, però volevo esserne sicura".
"Ah".
"Dove sei stato stanotte? Perché sei tornato così stanco?".
"Da nessuna parte".
"Benjamin, non sono stupida. Sii sincero, dimmi la verità".
"Ti ripeto, non sono stato da nessuna parte".
Okay, ho capito, devo dirgli che ho origliato.
"Benjamin. Ti ho sentito parlare al telefono prima: hai detto che non puoi andare di notte. Dove? Devi tornare dove eri stato stanotte? Io non capisco perché tu voglia nascondermelo".
"Ero al lavoro, okay? Non te l'ho mai detto. Esco la mattina subito dopo di te e torno poco prima che tu venga a casa da scuola, così non hai preoccupazioni".
"E perché dovrei averne? Mi fido di te. Ti avrei aiutato".
"È proprio questo il punto. Voglio darti tutto quello che posso, senza farti preoccupare".
"Ma Ben...".
"Lascia perdere".
"E perché devi andare di notte?".
"Tanto non ci vado più".
"Come mai?".
"Mi hanno licenziato perché per la sera della festa di Mia ho chiesto il permesso".
"Potevi dirmelo che dovevi lavorare, ne avremmo parlato con Mia".
"Non fa niente".
"Ma perché non mi hai detto che lavoravi?".
"Non volevo deludere le tue aspettative".
"Non mi hai mai delusa, se ne avrai bisogno ti aiuterò a trovare un nuovo lavoro".
"Ma no Sofia non è...".
"E invece sí".
"No Sofia, pensa a studiare. Al lavoro ci penso io".
"Ma Ben...".
Mi prende il polso con una mano e con l'altra mi copre la bocca. Poco dopo sposta la mano e mi bacia dolcemente.
"Sei pronto?" gli dico uscendo dal bagno "dobbiamo andare alla festa di Mia".
Sono le 21, mi sono cambiata ed io e Benjamin stiamo per andare in discoteca alla festa di Mia, che compie 18 anni.
Mi guardo un attimo allo specchio: non sembro io. Vestito nero aderente e abbastanza corto visto che mi arriva poco sopra il ginocchio, capelli mossi, rossetto rosso e delle scarpe con il tacco abbastanza basso. Sì, ho comprato delle scarpe con il tacco, però le ho prese il più basse possibile per evitare di fare delle cadute imbarazzanti.
"Sì sono pronto e tu sei...bellissima" mi dice venendo ad abbracciarmi.
"Grazie...anche tu".
Ha addosso i suoi soliti jeans neri strappati sul ginocchio, ma sopra porta una camicia, anche quella rigorosamente nera. Certo che abbiamo una bella fantasia in quanto a colori noi due, no?
Usciamo di casa ed andiamo in discoteca, dove ci aspettano Mia e Federico.
"Auguri Mia" le dico abbracciandola e dandole  regalo mentre i ragazzi si salutano.
"Grazie amore".
"Ben vieni che ti devo presentare una persona" dice Federico a Benjamin mentre gli si avvicina un ragazzo moro con la pelle olivastra, vestito con jeans e camicia nera, seguito da una ragazza altrettanto bella con i capelli biondi e gli occhi azzurri, la quale mi squadra da capo a piedi come se volesse giudicarmi.
"Piacere Anis" dice questo ragazzo porgendomi la mano.
"Sofia".
Benjamin mi lancia un'occhiataccia, ed io torno a parlare con Mia.
"Ragazze venite a prendere qualcosa al bar con noi?" ci chiedono in coro Federico, Benjamin, Anis e la ragazza bionda.
"No grazie" rispondo di colpo io.
"Io nemmeno" aggiunge Mia.
"Sicure?".
Facciamo cenno di sì con la testa e i quattro si allontanano per andare al bar.
"Vado un attimo in bagno" dico a Mia dopo venti minuti che siamo sedute a parlare.
Mi alzo e apro la porta, quando in un angolo vedo due ragazzi molto vicini. Riconosco subito la ragazza bionda di prima, mentre il ragazzo non lo riesco a vedere perché è girato di spalle, quando però si gira leggermente di lato e lo riconosco. E che cazzo questi cavolo di bagni delle discoteche. Non me ne va bene una quando ci vado. Giuro che non andrò mai più in bagno quando sarò in discoteca.

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