Capitolo 37

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Sono passati tre mesi da quando è partito Benjamin. Tre mesi che sento la sua mancanza, colmata solo da qualche videochiamata.
Ho bisogno di abbracciarlo, baciarlo, sentirlo stringermi forte come faceva una volta.
"Sicura di volerlo fare?" mi chiede Mia mentre siamo sedute sul letto della sua stanza con il mio computer sulle gambe.
"Sicura" dico schiacciando il mouse per comprare un biglietto last minute del primo volo disponibile per l'Australia.
Parto fra tre giorni.
Ho deciso di andare a trovare Benjamin, mi manca troppo.
I miei genitori, anche se non sono molto d'accordo che io parta da sola per l'Australia, hanno accettato di finanziarmi il viaggio perché  dicono che è un periodo in cui 'sembro sempre triste'. Che poi non è vero che sono triste, semplicemente mi manca Benjamin.
"Domani ti vengo a trovare" gli dico durante una videochiamata.
"Mi manchi tanto".
Finalmente il grande giorno è arrivato: sono in aeroporto con Mia e sto per prendere l'aereo che mi porterà da lui.
"Buon viaggio amore" mi dice lei abbracciandomi. Abbiamo legato tantissimo in questi mesi e le voglio molto bene, ormai è come una sorella per me.
Sono un po' titubante, ho paura di partire da sola per un viaggio di così tante ore.
Nonostante tutto però tiro fuori il biglietto dalla mia borsa e vado a fare il check-in.
"Viaggi da sola tesoro? Non sei un po' piccolina?" mi chiede una signora anziana mentre sono in coda.
"Beh...sì. Forse" le dico distratta.
Sto già pensando a cosa dire a Benjamin quando lo rivedrò.
È un po' di tempo che non ci vediamo e ho paura che lui possa avere cambiato idea su di me e sulla nostra storia a distanza.
Inoltre mi sono appena ricordata che ho dimenticato di dirgli l'ora a cui sarei partita e quindi di chiedergli di venirmi a prendere.
Dopo diciassette ore di  viaggio, scendo di corsa dall'aereo nella speranza di trovarlo lì ad aspettarmi senza preavviso come succede nei film, ma non trovo nessuno.
"Ciao Sofia" dice qualcuno toccandomi la spalla.
Mi giro e vedo Alexander davanti a me.
"Ah, ciao" gli dico, cercando di nascondere la delusione.
"Benjamin ieri sera voleva venire ad aspettarti qui, però mamma e papà gliel'hanno impedito perché aveva scuola".
Lo guardo per un attimo e poi lo seguo in auto. È strano essere qui, e soprattutto senza di Benjamin. Mi manca così tanto.
"Siamo arrivati" mi dice Alexander mentre scendiamo dall'auto, parcheggiata davanti ad un condominio.
Entriamo in casa e subito i suoi genitori mi salutano contenti.
"Tesoro, com'è andato il viaggio?" mi chiede sua mamma abbracciandomi.
"Sono a casa mamma, posso andare in aeroporto ad aspettare Sof..." dice Benjamin prima di voltarsi "Sofia" aggiunge poi guardandomi negli occhi.
Mi corre incontro, mi abbraccia e ad entrambi scappa qualche lacrima, mentre Alexander e i loro genitori stanno impalati di fianco a noi a guardarci.
"Possiamo uscire a fare un giro?" chiede Benjamin prendendomi per mano.
"Certo, andate" dice sorridendo suo padre.
Benjamin mi sembra cambiato, ha qualcosa di strano negli occhi. Non ha più la solita espressione felice, dolce, entusiasta. Mi sembra quasi triste.
"Come stai?" mi chiede.
"Bene, tu?".
"Bene".
Siamo diventati più freddi l'uno nei confronti dell'altro, come se non ci conoscessimo.
"Hai...hai per caso pensato...a noi due?" mi chiede con la voce tremante.
"Beh io non...".
"Non vuoi più stare con me, vero? Lo sapevo".
"No no no Ben, tutt'altro. Stavo per dirti che non è stato facile accettare il fatto di averti lontano per così tanto tempo e sapere che lo sarai ancora per un po', però so anche che ti amo, ed è inutile lasciarci" gli dico tenendo lo sguardo basso.
"Ne sei sicura?" mi chiede, e nei suoi occhi sembra tornare la stessa gioia di una volta.
"Ne sono sicura Benjamin".
"Ti amo Sofia, ti amo".
"Anche io Benjamin".
Ci baciamo dolcemente, poi torniamo a casa e, mentre io aiuto sua mamma a preparare la cena, lui e gli altri uomini stanno seduti sul divano a guardare una partita di rugby.
"Ragazzi, dobbiamo dirvi una cosa" dice il padre una volta che siamo tutti seduti intorno al tavolo.

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