Capitolo 31

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"Pronto?" dice mia mamma rispondendo al telefono mentre io resto in silenzio "Sì, sono io, di cosa ha bisogno?".
Tutto d'un tratto cambia totalmente espressione sul volto e diventa preoccupata, guardando un punto fisso per terra.
"Ho capito. La ringrazio. Vengo lì il prima possibile" dice alla fine con un filo di voce prima di riattaccare.
"Tutto okay?" le chiedo.
"Sofia, tesoro. Un uomo ha investito con il camion papà mentre usciva dal lavoro. Ora è in coma" mi dice di getto, ancora traumatizzata.
Scoppio a piangere e vado in camera a prendere il cappotto.
"Vengo anche io" le dico.
"No amore, ora vado solo io. Quando starà un po' meglio verrai anche tu".
"No mamma, voglio venire anche io. Sono abbastanza grande per decidere".
"No, stai qui. Se vuoi chiama Benjamin e fatti fare compagnia, ma in ospedale a vedere papà in quelle condizioni tu non ci vieni".
Incazzata, mi levo il giubbotto, lo lancio a terra e mi faccio cadere con un tonfo sordo sul divano, piangendo sempre più forte.
Prendo il cellulare dal tavolino, compongo il numero di Benjamin e lo chiamo.
"Amore che succede?" mi chiede Benjamin sentendomi singhiozzare sommessamente.
Non riesco a rispondergli e continuo a piangere.
"Ho capito, arrivo subito" dice riattaccando.
Cinque minuti d'orologio e Ben è sotto casa mia, gli apro la porta e lo faccio entrare.
"Calmati. Respira e stai tranquilla" dice entrando e abbracciandomi premurosamente
"Cos'è successo?".
Lo guardo negli occhi e scoppio di nuovo a piangere.
"Ehi piccola, rilassati" dice Benji accarezzandomi il viso con la mano e asciugandomi le lacrime con il pollice.
Accenna un sorriso comprensivo e mi prende le mani.
"Io...mio papà è in ospedale e... e io non posso fare nulla" dico tirando sul col naso.
"Che gli è successo?".
"Un tipo l'ha investito con un camion e ora è in coma, e sembra sia grave" dico smettendo di piangere.
"Mi dispiace amore. Vuoi che andiamo da lui?".
"Mia mamma me lo ha impedito. Potrò andarlo a trovare più avanti".
"Non ti preoccupare. Se hai bisogno io ci sono, anche in piena notte se ti serve qualcosa tu chiamami. Capito?".
"Capito. Ti amo" gli dico avvolgendo le mie braccia intorno ai suoi fianchi e appoggiando la mia testa alla sua spalla.
"Ti amo anche io piccola" dice lui dandomi un bacio sulla guancia.
Mi prende la mano e ci andiamo a sdraiare sul divano come la sera prima, ci mettiamo sotto la coperta e io vado a sedermi sulle sue gambe.
"Sei così bella" mi dice lui mentre gioca con i miei capelli, arricciandoli.
Io arrossisco e tengo lo sguardo basso, ma senza sorridere.
Non mi sono mai piaciuta e non mi piace quando la gente mi dice che sono bella, so che non è vero.
"Qualcosa che non va?" mi dice Benjamin distogliendomi dai miei pensieri.
"Eh? No nulla" gli dico scendendo dalle sue gambe.
"Non ne sono molto convinto, non hai reagito quando ti ho detto che sei bella".
Prendo un respiro profondo per impedirmi di diventare nervosa ed inizio a spiegargli.
"Mi faccio schifo, okay? E non mi piace quando la gente mi dice che sono bella, perché so che non é vero".
"Prima cosa, io non sono 'la gente' ma sono il tuo ragazzo, e se permetti ho tutto il diritto di dire alla mia ragazza che è bellissima. Seconda, stai scherzando vero? Sei meravigliosa, non dire così. Io ti trovo bellissima" dice accarezzandomi i capelli.
"Amo le tue insicurezze, i tuoi dubbi, le tue paure. Ti aiuterò a superarle, lo faremo insieme".
Si toglie la maglia, si avvicina a me e mi fa girare di schiena. Mi sposta i capelli e, facendomi scivolare giù la maglia e le spalline del reggiseno, inizia a baciarmi dolcemente sul collo, scendendo fino all'altezza dei fianchi.
Mi fa girare di nuovo verso di lui e torniamo a baciarci dolcemente, io con le mani appoggiate alla sua schiena mentre lui mi accarezza il viso.
Ci sdraiamo sotto alla coperta e ci addormentiamo, quando alle 3.00, in piena notte, arriva una chiamata sul telefono di casa.

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