Non era riuscita a dormire. Ancora. L'ansia le aveva impedito di trovare la pace. Ma non poteva più recuperare le ore che aveva sprecato chiedendosi se quest'anno sarebbe stato differente.
Si liberò delle tiepide coperte, si tirò a sedere, dopodiché scrutò la bellezza dell'alba dall'enorme finestra alla sua sinistra.
In realtà, non poté osservare a lungo quello spettacolo perché un'indefinita paura tornò ancora a farsi strada nel suo petto.
Scese dal letto scalza con i piedi nudi che s'adagiavano taciti sul pavimento. Si diresse verso un angolo della stanza dov'era collocata una doccia dal piatto quadrato, con un soffione provvisto di bracci attorcigliati gli uni agli altri.
Slacciò la vestaglia e l'appoggiò sulla poltrona accanto. Poi, salì sul piatto e accese il display della doccia. Scelse la temperatura che preferiva e i quattro pannelli di vetro circostanti uscirono dalle fenditure sagomate sul bordo del piatto. Quel nascondiglio le permise di rilassarsi lontano da occhi indiscreti.
Lasciò che l'acqua le scorresse lungo i capelli, la schiena, per alcuni minuti, quindi iniziò a insaponarsi. Il classico profumo di fiori d'arancio le pervase le narici.
Concluso il rito mattutino, afferrò il solito telo di spugna. L'avvolse attorno al corpo, poi tamponò i capelli con un altro telo più piccolo.
Attivò lo specchio su un vetro della finestra e inspirò a fondo.
Il cellulare vibrò in modo fragoroso, rompendo la calma. Gettò una rapida occhiata allo schermo illuminato per scorgere, infine, un messaggio.
Si buttò il telo piccolo su una spalla, si sedette sul letto e prese il cellulare. Era curiosa di scoprire chi fosse.
Sbloccò lo schermo con un'inusuale, vaga apprensione, che si diradò subito dopo che ebbe identificato il mittente. Era Sebastian. Le domandava soltanto se avrebbero potuto incontrarsi poco prima della lezione.
Senza rimuginarvi troppo a lungo, rispose che sarebbe stata una buona idea e concordarono un orario.
Sospirò. Procedeva come ogni altro anno. Sebastian intendeva vederla e, anche se lei non ne era entusiasta, si convinse ad aver fede e si sollevò dal letto per prepararsi.
S'incamminò verso la parete davanti al letto e arrivò alla cabina armadio di ultima generazione. Scelse una divisa, comprendente una giacca e un paio di pantaloni lunghi, entrambi del colore della pece. Attraversò la cabina da un lato all'altro e ne uscì con addosso gli indumenti che aveva scelto e i capelli ora perfettamente asciutti.
Si spostò alla cassettiera, sormontata da uno specchio ovale, e definì i soffici ricci con qualche tocco delle mani. In seguito, pressò l'indice sul foro di una scatola metallica posta sul piano. Essa schioccò, s'aprì e si disassemblò sulla superficie. Ogni scomparto era ormai visibile.
Si accomodò sulla sedia davanti allo specchio, si munì dell'occorrente dagli appositi settori e iniziò con l'applicare un velo di trucco su ciglia e labbra.
Non le ci volle molto per concludere. E, alla fine, ripose i cosmetici usati nei cassetti cui appartenevano.
Essi s'associarono gli uni con gli altri e poi, ripristinarono la configurazione originaria.
Lasciò la stanza e si diresse al piano inferiore per salutare i genitori e far colazione con loro.
Scese i gradini color grigio antracite, longitudinalmente rischiarati da esili led bianchi e disposti così da formare una scala a chiocciola.
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EXCELSI - Aenigma
Ciencia FicciónEssere umani significa possedere delle emozioni e saperle gestire, compiere degli errori, convivere con le conseguenze delle proprie scelte, cercare di rendersi ogni giorno persone migliori di quello precedente. Ma se esistesse un modo per evitare...