✾ Capitolo XIV ✾

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   «Maledetta parete!» Sebastian aveva le nocche escoriate, sanguinanti, viola per le ecchimosi. Ma nonostante tutto, era testardo come un mulo. «Lei dov'è finita?» si voltò verso Leonard con gli occhi rossi dalla rabbia, poi gli puntò la pistola alla testa.

   Cassandra era finalmente al sicuro e Leonard si mise il cuore in pace. «Non ne ho idea, amico»

   Quello lo colpì per la seconda volta con il calcio della pistola. «Non osare chiamarmi amico» l'abbrancò per la gola e gli serrò le dita attorno al collo.

   Lui boccheggiò, affamato d'aria. Le vene su collo e viso si ispessirono al punto da rendersi visibili anche sul viso e nelle iridi celestiali.

   «Vorrei tanto strangolarti e finirti,» gli sibilò Sebastian a un orecchio con goccioline di saliva che lo bagnarono sulle guance, «ma potresti tornarmi utile tra poco» mollò la presa senza preavviso.

   Leonard si scontrò con la durezza del manto stradale. Una volta libero, si massaggiò il collo e ansimò. «Non riuscirai mai...a trovarla»

   L'altro scoppiò a ridere e lo fece in modo fragoroso. «Cosa intendi fare? Uccidermi?»

   «Se fosse necessario,» si sollevò da terra con le mani chiuse a pugno, «lo farei senza esitare.»

   «Credi che lei tenga a te?» ghignò e svuotò il caricatore da ogni proiettile. «Vediamo quanto vali davvero» detto ciò, si risvoltò le maniche della felpa.

   «Magari a lei non importa niente di me» in un lampo, gli sganciò un colpo dritto alla tempia. «Ma, perlomeno, so di valere abbastanza da proteggerla»

   «Proteggerla? Da chi?» Sebastian lo caricò, com'era suo solito, al bacino e lo agganciò con le braccia.

   Insieme, rovinarono a terra. Erano l'uno sopra all'altro, con Sebastian a capo dell'attacco.

   Leonard scansò un pugno diretto al naso e provò a bloccare i movimenti di Sebastian. Questi iniziò a sferrare colpi con ritmo incalzante, ma senza centrare mai il bersaglio. Leonard se lo scrollò di dosso rotolando sopra al fianco destro e capovolse i ruoli. Ma quando gli fu sopra al torace e l'ebbe sotto tiro, l'adrenalina che scorrreva nel suo corpo svanì all'improvviso e restò a esaminare la sua reazione.

   Lo sguardo di Sebastian si riempì di un odio così malsano, che lo spinse a trattenere Leonard per la fronte e ad affondare i pollici nei suoi occhi. «Tu hai...rovinato...tutto!»

   Leonard oppose resistenza, poi tentò di ripararsi il viso dalla furia omicida di Sebastian. «Non volevo...» strattonò via le dita del ragazzo dai propri globi oculari, «questo!» poi gli piegò gli arti superiori all'indietro.

   Sebastian urlò come un esasperato e annaspò nel contrattacco con gli occhi umidi di lacrime. «Se solo...» si mise a gattoni per raccogliere le forze, anche se venne tradito dalle braccia un paio di volte.

   L'altro si sdraiò a terra, in modo da trovare sollievo al bruciore agli occhi.

   Intanto, il traditore sferrò un pugno contro la sua mascella. Rise, anche se imprecò per il dolore. «Non immagini quanto...ti odii»

   Leonard, però, non raccolse l'offesa. «Perché l'hai tradita?»

   Lui rimase sbigottito. «Io...» sembrò diventare più docile, ma cambiò idea in pochi secondi, «Chiudi la bocca!»

   Leonard, comunque, non si curò di quell'ordine. «Non è troppo tardi per salvare la situazione» azzardò.

   Sebastian inarcò un sopracciglio e una smorfia divertita gli ornò il viso. «Bello e stupido. Adesso capisco per quale motivo ti ha scelto»

EXCELSI - AenigmaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora