Leonard si mise alla guida dell'auto e se ne andò.
Cassandra raccolse le ciocche ricce dietro l'orecchio per scrutare meglio la targa del veicolo. Recava la scritta EP, un acronimo che conosceva bene. Stava per Eccelso Primario e serviva per designare rare persone al mondo, con una dote innata.
Aveva scoperto l'esistenza di quegli strani soggetti grazie a Eulalia, la sua professoressa. All'inizio del suo corso quinquennale, la donna aveva tenuto a specificare il proprio passato. Sotto la sua supervisione, erano cessati del tutto gli episodi di insubordinazione, ogni allievo si era dichiarato disposto a cambiare per diventare invincibile.
Se Leonard era un Eccelso di un così alto calibro, le conveniva esser cauta. Doveva studiarlo prima di concedere un'ulteriore diretta in esclusiva di un altro cedimento nervoso.
S'indirizzò verso la porta d'ingresso, senza premurarsi di riportare l'Aston Martin nel Collettore. Nonostante un campanello d'allarme, era felice. Era come se quella conoscenza le avesse aperto nuovi orizzonti, come se fosse stata viva per la prima volta.
Intorno a Leonard aleggiava un'aura oscura, misteriosa che la intimoriva e la intrigava al tempo stesso. Una sfida che accettò spontaneamente.
Quando entrò, notò il padre smetter di leggere le notizie dell'ultim'ora che scorrevano sullo specchio e aggrottar la fronte. «Chi era il ragazzo?»
Cassandra si morse il labbro. «Lui...» non si spiegava il motivo per cui fosse così imbarazzante parlare di Leonard. Erano soltanto colleghi. «Era uno degli Eccelsi. Mi ha avvisata dell'incontro di domani.»
Il padre inarcò le sopracciglia, in un gesto di sorpresa. «Non è giovane per essere un Eccelso? Non devono avere compiuto almeno vent'anni per poter insegnare?»
Annuì, la mente altrove. Poi, però, si accorse di non aver compreso bene il significato di quelle parole. «Be', non conosco la sua età, ma immagino che abbia tutti i requisiti obbligatori per esercitare la professione...» lo difese, «Sai bene che la professoressa Eulalia è fiscale sulle regole da rispettare.»
Il padre tirò un sospiro e concordò. «Certo, hai ragione. Mi dispiace per essermi posto sulla difensiva»
«Nessun problema, papà!» lo strinse in un abbraccio, «So che vuoi soltanto proteggermi.»
Lui le sorrise e le diede un buffetto sulla guancia. «La mamma ti attende al piano superiore, nella tua stanza. Abbiamo ospiti.»
Cassandra corrugò la fronte, basita, e s'incamminò attraverso il corridoio. Accostò un palmo al muro, lasciò che quello l'assorbisse e riemerse proprio in camera di fronte alla madre.
«Ciao! Avevi bisogno di me?»
La donna si sollevò dal materasso e stirò con le dolci mani le pieghe delle coperte. «È venuto a farti visita poco tempo fa» le indicò di girarsi verso la cassettiera, «L'ho invitato a rimanere stasera.»
Chiamato in causa, Sebastian sorrise e la salutò. «Sempre se sei d'accordo» il sorriso che gli storceva la bocca la infastidì.
Le fauci di Cassandra si seccarono di colpo. Trattenne l'astio con difficoltà e gli rivolse un falso sorriso. «Mamma, possiamo scambiare due parole?»
La donna uscì dalla camera, seguita dalla figlia. «C'è qualche problema?»
Cassandra si allontanò quanto poté e fece defluire la rabbia, i capelli di un rosso divampante. «Non trattarmi da stupida. Sai cosa vuol dire!» accennò col capo all'amico nella camera.La madre non si scompose. «Sì, lo so, Cassandra. Per questo, ritengo che sia giunto il momento che tu e Sebastian vi apprestiate all'età adulta.»
«No, non voglio. Santo Cielo, no! Non puoi obbligarmi!» protestò, indifesa.
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EXCELSI - Aenigma
Science FictionEssere umani significa possedere delle emozioni e saperle gestire, compiere degli errori, convivere con le conseguenze delle proprie scelte, cercare di rendersi ogni giorno persone migliori di quello precedente. Ma se esistesse un modo per evitare...